Una settimana dopo il primo rovinoso bombardamento del 20 agosto, e, più precisamente, il #27agosto1943, Benevento fu per la seconda volta assaltata dall’aviazione Alleata. La città era atterrita, scossa dallo scarseggiare di viveri e dalla forzata riduzione dell’erogazione d’acqua. Il #podestà Ernesto Fierro aveva lasciato la carica e al suo posto era subentrato Felice De Pasquale, Consigliere di Prefettura. La solennità #patronale di San Bartolomeo era stata festeggiata senza enfasi. Questo il racconto dei tragici eventi, fatto da don Rocco #Boccaccino nel prezioso opuscolo “Benevento nella terribile estate del 1943” (Edizioni #Messaggio #dOggi, 1993, prefazione di Salvatore Moffa).
«Trascorse una settimana e il venerdì 27 agosto, quasi alla stessa ora della volta precedente (intorno alle 13,30) i bombardieri si avvicinarono rumorosi e aggressivi alla città. La seconda incursione ebbe la stessa finalità della prima: colpire i nodi ferroviari della stazione. La vastità e la continuità del boato, avvertito anche molto lontano, incusse un nuovo raccapricciante terrore ai ricoverati negli ospedali e ai cittadini rimasti nelle case e nei rifugi. Le bombe sganciate furono numerosissime; tutto fu messo a soqquadro e capovolto; rovinati gli interventi per riparare i primi danni, colpite anche zone nei dintorni della stazione, dove trovarono la morte quattro o cinque persone. L’eccidio del primo bombardamento, nelle sue gigantesche proporzioni, non si verificò più. Lo scalo ferroviario si poteva dire completamente deserto e i treni, pochissimi in verità, venivano fatti partire alquanto lontani dal centro. Anche questa volta, però, la popolazione, dovunque sparsa, rimase fortemente scossa e il numero dei residenti in città si andava sempre più assottigliando».
FOTO: dalla rete
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