Ricerca e elaborazione testi del Prof.Renato Rinaldi Da: “Dizionario di erudizione Storico.-Ecclesiastica” VOL:XXVII- VENEZIA 1844
Pagg. 296 a 298
Sonnino, Sonnenum. Sede del commissariato straordinario, nella diocesi di Terracina. Questo borgo è posto sulla sommità d’un monte senza mura castellane, alle quali suppliscono le abitazioni: tuttavolta cinque porte chiudono questa terra, cioè le porte di s.Pietro, di s. Giovanni, Tocco, Riori e Portella. Mancante di acqua sorgiva, viene supplito colle cisterne; però alla distanza di circa un miglio vi è pubblica fonte d’acqua perenne e buona, chiamata li Garvilli; e fuori della porta Riori provvede i popolani una cisterna, o conserva, detta la fontana di s.Antonio abbate, formata dalle acque di stillicidio, che provengono dalle montagne superiori. Le femmine perlavar panni sono costrette recarsi alle rive dell’Amaseno, e ad un luogo chiamato Bagnuolo, che resta nella via per andare a Piperno. Sono nominate le donne sonninesi pel costume del vestiario, e per quanto andiamo a dire.
Esse hanno lineamenti assai marcati, vivace tinta, e maschile statura, forme e robustezza: alla loro fisonomia singolare si aggiunge un vestiario originale a più colori, ripartiti regolarmente, e distinti con galloni diversi, che partecipa del costume greco; e dai rozzi calzari che portano vengono dette ciociare, siccome altri popoli di queste contrade sono chiamati ciociari per calzare in tal modo, e i luoghi da essi abitati volgarmente dicesi in compleso Ciociaria. Ed è perciò che i costumi sì degli uomini che delle donne di Sonnino, e della Ciociaria, per l’interesse che destano, sono ricercati dai forestieri, nelle incisioni colorite che li rappresentano.
In Sonnino vi sono le maestre pie, e le pubbliche scuole. Ivi sono tre parrocchie, vale a dire la collegiata di s. Gio.Battista di antica struttura, ed uffiziata
dall’Arciprete e da otto canonici; di s. Angelo con l’arciprete e sei beneficiati; e di s. Pietro con titolo di abbate al suo rettore. Nel bel convento suburbano dimorano i minori conventuali; e vi è una pia casa di missioni nell’antico monistero di Canne, già de’cisterciensi, e dipendente dall’abbazia di Fossanuova.
La situazione di Sonnino è assai favorevole per difendersi da qualunque invasio11e, a motivo delle vicine montagne, essendo ben difficile di assalire gli abitanti anche nell’interno, quando sieno prevenuti; giacchè ad altri riesce penoso il salire o discendere gl’interni viottoli come essi. L’ardito e fiero carattere degli abitanti, al presente è moderato; e i suoi dintorni furono grandemente infestati dai malviventi, e servirono a tragiche scene di barbare aggressioni, e di meritata rigorosa giustizia.
Nel luglio 1819 Pio VIl ordinò la distruzione della terra, e il trasferimento altrove degli abitanti; ma dopo la demolizione d’una ventine di case, il Pontefice sospese il comando, ad intercessione de’primari del paese di onesto pensare. Queste misure di rigore, unite a quelle efficaci ed energiche prese poi da Leone XII , coll’opera del sullodato monsignor Benvenuti, della commissione criminale deputata, principalmente colla cooperazione, e perciò degni della pubblica gratitudine ed estimazione, dell’avvocato Melezio Sensini assessore criminale nella delegazione di tal prelato, dell’avvocato Vincenzo del Grande assessoe straordinario per la polizia e brigantaggio, e del colonnello dei carabinieri Giacinto commendatore Ruvinetti, tanto a Sonnino che all’intere provincie di Marittima e Campagna restituirono la sicurezza, la tranquillità e la pace per la completa distruzione de’malviventi.
Anticamente fu chiamato Sommino, secondo il Biondo, per l’elevata sommità su cui giace; e sembra originato dai privernati, allorquando i bretoni e i teutoni atterrarono diverse città de’volsci, e l’antica Piperno. Il Ricchi nella sua Reggia de’volsci, a pag.397, tratta di Sonnino, che chiama Volosca, e citando il p. Teodoro Valle, dice che i privernati dopo il mentovato eccidio si divisero in più assemblee, cercando diversi luoghi onde stabilirvisi: alcuni edificaronoSonnino, altri Aspe-ano , eltri la nuova città di Piperno, altri Rocca Gorga, altri Majenza, altri Prossedi, altri Roccasecca . Indi coll’opinione del Tevoli, autore del teatro istorico di Velletri insigne città e capo de’volsci, furono alzate le mura di Sonnino, coll’ossatura dell’antichissima città di Volosa, che il medesimo Tevoli chiama
prima sede dei Volsci.
Nel nono secolo la terra appartenne alla famiglia che dallee Signorie del luogo si chiamò Sonnino, non più esistente; poi divenne dei Caetani, indi principato e feudo dei Colonna. Passò Sonnino ai Colonaa quando Alfonso d’Arragona, espulse le genti di Carlo VIII re di Francia, ricuperò il regno di Napoli, facendo dono a Prospero Colonna del ducato di Fondi, e perciò anche di Sonnino ch’era soggetta a Fondi. Nel pontificato di Clemente VII Sonnino molto soffrì, come scrive il Guazzo nelle sue istorie. Di antico non avvi cosa di considerazioue; una sola torre rotonda esiste alla porta Portella, già altissima, ed ora mutilata, è nel recinto del palazzo baronale, già proprità Colonnesi.
Diede questa terra i natali a diveni uomini illustri, fra’ i quali nomnoeremo Pietro Pellegrini vescovo di Fondi, de Magistris vescovo di Terracina, Mancini vescovo di Città della Pieve, ed alti pre1ati, ed alcuni anche viventi. Onorò pure la patria Lelio Pellegrini oratore di Clemente VIII; il p.m. Angelo Patricca de’minori conventuali, caro ad Urbano VIII che lo spedì ad Ispahan al sofì di Persia, affidandogli poscia altri incarichi: fu assai dotto, e venne dal suo ordine impiegato nei rimi uffizi. Tratta di altri illustri Sonninesi il citato Ricchi a pag.399, nonchè a pag.316 del suo Teatro degli uomini illustri delle armi, lettere e dignità, che fiorirono nel Regno dei Volsci. Nella prossimità dell’abitato vi è una voragine detta Catuaso, meravigliosa per la profondità e sue aperture , la quale ingoia tutte le acque che scorrono dagli alti monti che la circondano, per cui quivi si formerebe un gran lago, se le acque non si sprofondassero nella medesima voragine.
Attualmemte è protettore di Sonnino il cardinal Giacomo Filippo Fransoni.