Morte di Camillo Benso Conte di Cavour
Camillo Benso Conte di Cavour : giornalismo storico
Camillo Benso Conte di Cavour : giornalismo storico
L’articolo dell’11 giugno 1911 (29) sofferma invece l’attenzione sul volume “An drei Gesandschaften” scritto dalla vedova di un diplomatico tedesco, la quale era stata testimone, cinquant’anni prima, di alcuni avvenimenti dell’epopea del Risorgimento italiano ; suo marito Carlo von Bunsen era allora primo segretario della legazione prussiana a Torino, a cui capo era il conte B. de Saint Simon, cosicché ella aveva potuto conoscere quasi tutte le personalità più in vista da Cavour a Garibaldi, da La Marmora a Ricasoli e a Bixio. Dai suoi ricordi annotati allora giorno per giorno, raccolti nel volume sopra citato, il giornalista Cabasino-Renda estrapola le pagine riguardanti la figura di Cavour al quale la contessa fu presentata la prima volta ad un ricevimento che egli tenne per la festa dello Statuto e al quale partecipava il corpo diplomatico.
La morte di Cavour- Molto suggestive appaiono le pagine sulla morte dello statista e il giorno successivo alla sua scomparsa ella scrisse “Non si può rinvenire dallo sbigottimento generale che ha seguito la morte di Cavour ; io ho cercato ora di avere qualche particolare dal momento che tutto avvenne con così spaventevole rapidità e la gravità del male fu così gelosamente celata per non turbare le feste pubbliche e il ballo di corte. È vero che egli si ammalò improvvisamente e cadde tosto in delirio e mandò a cercare fra Giacomo della vicina Parrocchia la Madonna degli Angeli. È morto assai cristianamente; i soli che si trovavano presso di lui erano suo fratello maggiore il marchese di Cavour, suo nipote conte E. di Cavour e sua nipote la contessa Alfieri. Nel suo delirio egli non farneticava che di politica e nominava Roma e Napoli ; aveva cinquanta anni, è veramente orribile. Mai morte di uomo è stata così profondamente deplorata. Egli era ancora così assolutamente indispensabile! Noi non possiamo pensare e parlare di altro ; tutti i negozi della città sono stati chiusi appena diffusa la notizia e lo sono da due giorni perché il dolore e lo sbigottimento sono generali. La salma fu esposta in uniforme e in guanti bianchi e il popolo poté sfilare innanzi ad esso”. Altri interessanti particolari riguardo la morte di Cavour la contessa di Cavour trascrive pochi giorni dopo il triste avvenimento : “Egli è morto serenamente senza paure nella mente compiendo tutti i doveri di un buon cattolico.
La figura umana di Cavour
Mentre la sua morte veniva lacrimata dalla nazione egli non voleva accanto a sé nessuno che gli fosse particolarmente intimo e nemmeno nessuno che fosse legato a lui da uno speciale legame d’affetto. Egli amava però molto i figlioli del suo fratello maggiore. Si dice che Cavour già al tempo della legge Siccardi, per evitare che si ripetesse per lui lo scandalo che avvenne alla morte di Santarosa ( al ministro Santarosa furono vietati i sacramenti in punto di morte con immenso dolore di lui e della sua famiglia perché egli aveva approvata la legge Siccardi contro gli antichi privilegi ecclesiastici) si era messo d’accordo con il suo amico fra Giacomo della Parrocchia, la Madonna degli Angeli che gli aveva promesso di prestargli il conforto della Chiesa qualora egli lo avesse chiamato in punto di morte. Vedremo ora cosa succederà a fra Giacomo giacché effettivamente Cavour era scomunicato”. Queste pagine, frettolosamente scritte da una giovane donna tedesca nella seconda metà del XIX sec e destinate a venir così tardi alla luce, sembrano acquistare un singolare valore nel momento in cui l’Italia si appresta a festeggiare il giubileo della sua rinascita.
La morte di Cavour- Molto suggestive appaiono le pagine sulla morte dello statista e il giorno successivo alla sua scomparsa ella scrisse “Non si può rinvenire dallo sbigottimento generale che ha seguito la morte di Cavour ; io ho cercato ora di avere qualche particolare dal momento che tutto avvenne con così spaventevole rapidità e la gravità del male fu così gelosamente celata per non turbare le feste pubbliche e il ballo di corte. È vero che egli si ammalò improvvisamente e cadde tosto in delirio e mandò a cercare fra Giacomo della vicina Parrocchia la Madonna degli Angeli. È morto assai cristianamente; i soli che si trovavano presso di lui erano suo fratello maggiore il marchese di Cavour, suo nipote conte E. di Cavour e sua nipote la contessa Alfieri. Nel suo delirio egli non farneticava che di politica e nominava Roma e Napoli ; aveva cinquanta anni, è veramente orribile. Mai morte di uomo è stata così profondamente deplorata. Egli era ancora così assolutamente indispensabile! Noi non possiamo pensare e parlare di altro ; tutti i negozi della città sono stati chiusi appena diffusa la notizia e lo sono da due giorni perché il dolore e lo sbigottimento sono generali. La salma fu esposta in uniforme e in guanti bianchi e il popolo poté sfilare innanzi ad esso”. Altri interessanti particolari riguardo la morte di Cavour la contessa di Cavour trascrive pochi giorni dopo il triste avvenimento : “Egli è morto serenamente senza paure nella mente compiendo tutti i doveri di un buon cattolico.
La figura umana di Cavour
Mentre la sua morte veniva lacrimata dalla nazione egli non voleva accanto a sé nessuno che gli fosse particolarmente intimo e nemmeno nessuno che fosse legato a lui da uno speciale legame d’affetto. Egli amava però molto i figlioli del suo fratello maggiore. Si dice che Cavour già al tempo della legge Siccardi, per evitare che si ripetesse per lui lo scandalo che avvenne alla morte di Santarosa ( al ministro Santarosa furono vietati i sacramenti in punto di morte con immenso dolore di lui e della sua famiglia perché egli aveva approvata la legge Siccardi contro gli antichi privilegi ecclesiastici) si era messo d’accordo con il suo amico fra Giacomo della Parrocchia, la Madonna degli Angeli che gli aveva promesso di prestargli il conforto della Chiesa qualora egli lo avesse chiamato in punto di morte. Vedremo ora cosa succederà a fra Giacomo giacché effettivamente Cavour era scomunicato”. Queste pagine, frettolosamente scritte da una giovane donna tedesca nella seconda metà del XIX sec e destinate a venir così tardi alla luce, sembrano acquistare un singolare valore nel momento in cui l’Italia si appresta a festeggiare il giubileo della sua rinascita.
29 – Articolo dell’11 giugno 1911 – “La morte del conte di Cavour nei ricordi della moglie di un diplomatico (prime 5 col.) firmato G. Cabasino – Renda.