Jessie White e Alberto Mario, Miss Uragano e il patriota
di Miss Fletcher
Era inglese, appassionata e idealista, in anni nei quali gli ideali erano la linfa delle azioni degli uomini.
Non era bella Jessie, anzi era piuttosto mascolina, le immagini di lei rimandano la figura di una donna alta, dai tratti marcati e dal portamento altero.
Jessie White aveva la passione nel cuore, la passione per una causa che forse appare strano che lei abbia fatto sua: l’Unità d’Italia.
E fu l’incontro con Garibaldi e poi con Mazzini ad accendere in lei questa fiamma, un fuoco che mai si estinguerà.
E’ una giovane donna, ha molte aspirazioni, vorrebbe diventare medico.
E’ moderna Jessie, emancipata e dalla mente aperta.
Mazzini è in cerca di appoggi, ha conosciuto Jessie all’inizio del 1856 e ha riconosciuto in lei quel furore, quella veemenza che lo porteranno a chiamarla con un appellativo che la descrive appieno: Miss Uragano, così la chiamerà e con questo nome Jessie passerà alla storia.
E’ lei che viene prescelta per diffondere gli ideali dell’Unità in Inghilterra, è diventata giornalista Jessie e sul Daily News pubblica i suoi articoli a sostegno dell’Unità, e sono densi di parole cariche di significato e della potenza che solo chi crede in ciò che fa è in grado di esprimere.
Inoltre, sempre per promulgare il verbo di Mazzini, Jessie farà un ciclo di conferenze in giro per le isole britanniche, durante il quale raccoglierà fondi per la causa italiana.
Ed è a Genova, nel giugno del 1857: ha venticinque anni ed un destino che l’attende.
Nella città ligure si prepara la spedizione di Sapri, il cui scopo è sollevare il meridione.
Jessie è una donna d’azione, dotata di grande personalità non è certo donna da tirarsi indietro e partecipa attivamente al piano di Carlo Pisacane, l’impresa finirà nel sangue ma è nelle mani di Jessie che Pisacane ha affidato il suo testamento politico, quello nel quale egli esprime e spiega cosa lo spinga a rischiare la sua vita stessa: un ideale.
Ed è per il medesimo ideale che Jessie White verrà arrestata e reclusa nel carcere di Sant’Andrea, dove rimarrà per quattro lunghi mesi.
E’ il 4 Luglio del 1857 e dietro le sbarre, insieme a Jessie, c’è l’uomo del destino.
Lui è originario di Lendinara, il suo nome è Alberto Mario, è amico di Mazzini, lo ha anche ospitato in gran segreto nella sua casa ed è in prigione per gli stessi motivi per cui vi si trova Jessie.
Alberto Mario, non più giovane
immagine tratta da Della vita di Giuseppe Mazzini di Jessie White Mario
volume di mia proprietà
Si conoscono da qualche settimana e la prigionia non separa, unisce.
Lui le scrive lettere clandestine, le idee, i pensieri collimano, vanno in parallelo, il sentimento cresce, li scarcerano e a dicembre saranno sposi.
Uniti nella politica, uniti nella vita e nell’amore, che trova sempre modi misteriosi per svelarsi, saranno compagni per il resto dei loro giorni.
E saranno convulsi, gli anni a venire.
Jessie viene processata la tartassano di domande, le Autorità vogliono conoscere a fondo la natura dei suoi rapporti con Mazzini, con Pisacane e con la sua donna, Enrichetta di Lorenzo.
Mazzini? E’ il Cristo del Secolo, così risponde fiera Jessie White Mario.
Torna in Inghilterra, è il 1859 e con il marito decide di andare in America, per diffondere anche là quello in cui crede.
Ma è l’Italia il destino di Jessie.
E’ il 1860, Garibaldi e i suoi Mille salpano alla volta della Sicilia.
A maggio il Nizzardo ha istituito a Palermo un governo provvisorio.
Alberto e Jessie si mettono in gioco, un’altra volta, ma le Autorità vorrebbero fermarli, c’è il rischio concreto di finire di nuovo dietro le sbarre.
Interviene Garibaldi stesso, che Cavour si metta il cuore in pace, non intende assolutamente consegnare alla polizia due patrioti tanto coraggiosi e valorosi.
Restano i coniugi Mario, lui seguirà una scuola militare stabilita a Palermo da Garibaldi stesso, alla quale avranno accesso i trovatelli della città, Jessie invece presta la sua opera d’infermiera, unica donna al seguito di Garibaldi.
C’è lei sui campi di battaglia, è lei a bendare le ferite dei garibaldini, negli ospedali da campo, c’è lei tra quei giovani valorosi , Jessie è a Monterondo, a Mentana, e poi, in anni successivi a Digione, sempre al seguito di Garibaldi.
Instancabile, coraggiosa, guidata da una fede incrollabile.
Osservatrice attenta, scrisse le biografie dei grandi del suo tempo, di Cattaneo e di Bertani, di Garibaldi e di Mazzini ed un privilegio grande poter leggere le vite di questi uomini nelle parole di una donna di tale spessore che sa rendere dei ritratti unici e particolari.
Tra le molte sue opere, Jessie White si interessò anche al sociale, memorabile è un testo che scrisse nel 1877, dal titolo La miseria in Napoli, se lo desiderate lo trovate qui.
Provate a leggere qualche riga, qualche pensiero così come ce lo ha lasciato Jessie, una donna di un altro secolo eppure così evoluta e straordinariamente moderna, dalla quale abbiamo ancora molto da imparare.
Alberto Mario morì nel 1883, ma Miss Uragano terrà in vita la sua memoria, se lo terrà accanto ancora molti anni e chiederà soccorso a un amico di lui, Giosuè Carducci, per raccogliere in un unico volume gli scritti da Alberto, preceduti da una biografia scritta dalla stessa Jessie.
Il poeta le sarà poco d’aiuto però, sta stilando un’edizione dell’opera di Giacomo Leopardi.
Jessie non perdona il vecchio amico del suo perduto amore e gli fa recapitare un lapidario biglietto con queste parole:
Stupendo il Leopardi. Peccato che Alberto non possa leggerlo.
Il libro uscirà comunque nel 1901.
Restano pochi anni a Jessie, li trascorre in semplicità, ha scarsi mezzi economici, quando era giovane certo non ha pensato ad accumulare denaro, no.
Aveva altri pensieri, Jessie, un amore, una nazione da costruire, un’Italia ideale, ancora da sbocciare, una bandiera che non era la sua, una bandiera che oggi sventola dalle nostre finestre anche grazie a lei.
Jessie White vedova Mario, come usava firmarsi negli ultimi anni, mori il 5 Marzo del 1906.
Riposa nel cimitero di Lendinara, a fianco ad Alberto, l’uomo al quale in vita, in ognuno dei suoi giorni, è sempre stata accanto.