Il Dramma Sacro nella cultura locale

Il Dramma Sacro nella cultura locale

Il dramma Sacro di Santa Giocondina nasce dalla fede popolare e dalla intelligente penna del Canonico Ulisse Rinaldi ( nato a Pontelandolfo il 1 Luglio 1840 da Orazio e Nicolina Boccaccino), che nel 1872 circa ambiento’ i personaggi e ne stese il testo. Originariamente predisposto in sette atti nel 1964 venne adattato scenicamente in quattro atti dal Sacerdote Don Nicola D’Addona. Ambientato nel terzo secolo dopo Cristo, durante il periodo di Decio e Diocleziano, narra la storia di una giovane di famiglia benestante. Perseguitata per essere cristiana subisce la decapitazione. Lo sviluppo del racconto scenico si svolge in un contesto di antitesi tra salvezza e dannazione, fra il Bene ed il Male personificati.
Il testo, le scene, il numero dei partecipanti al dramma coinvolgevano tutta la popolazione che accorreva il 9 luglio (se di domenica) di ogni anno anche dai paesi limitrofi per implorare grazie alla Santa ed assistere ai “misteri” nella grande piazza della “teglia”.
La collaborazione per la realizzazione del dramma sacro, recitato orgogliosamente da dilettanti attori locali, infervorava ed eccitava l’intera popolazione locale che viveva in attesa della recitazione con rinnovata curiosità sui personaggi locali che avrebbero interpretato i vari ruoli. Un dramma lungo, complesso, ricco di scene e di personaggi, la cui esecuzione richiedeva mesi di preparazione ed un’attenta scelta dei personaggi chiave.
Un dramma, dicevamo, eseguito all’aperto, partecipato e vissuto con slanci di fede e spiritualità che nell’anima sinceramente cattolica di Pontelandolfo, a volte istintiva e passionale, si esprimeva in interventi diretti e “canzonatori” nel confronti degli attori intenti a recitare con passione la proprio parte e non mancano in tal senso le storie in proposito. Un’attesa che rompeva le monotone giornate e che rendeva meno pesanti le lunghe giornate di lavoro nei campi ravvivate dal racconto dell’anno precedente degli episodi scherzosi avvenuti durante il dramma sacro con una conoscenza insolita delle battute e dei dialoghi recitati. Dal 1964 in poi, dopo un lungo periodo di pausa, il Dramma Sacro di Santa Giocondina venne riproposto a cadenza settennale, richiamando ancora una volta spettatori numerosi affascinati dai nuovi allestimenti scenici, scrupolosamente dipinti, dagli svariati accorgimenti tecnici e dalle innovazioni che di volta in volta venivano adottate per consentire migliori risultati artistici, scenografici ed acustici. Le diverse cadenze 1970, 1977, 1987, 1996,2004 meritano di essere ricordate sia per la presenza che per la passione degli interpreti locali che con entusiasmo hanno voluto e saputo valorizzare questo nostro grande patrimonio culturale di vita e di storia. Manifestazioni che sono servite come richiamo puntuale per tutti i concittadini residenti altrove, anche in America e Canada che si sono rallegrati per aver avuto un pretesto per ritrovarsi insieme “sott’ la teglia” a rivivere e ricordare il loro passato e ricevere nuovi stimoli ed emozioni “che fanno bene al cuore”. Nel Settembre del 1981 gli emigrati vollero che il Dramma sacro di Santa Giocondina fosse rappresentato in Canada e negli Stati Uniti d’America dai “paesani d’Italia” e con tutto l’apparato di scene e costumi originali del proprio paese.

Ricerca storica a cura di “ARCHEO CLUB”

Il Dramma Sacro di Santa Giocondina – La Storia…di valori umani e religiosi
s.giocondina1930

La ricerca del culto di Santa Giocondina a Pontelandolfo, ancora una volta, ci fa imbattere nei valori sociali, storici, umani e religiosi di questa ridente cittadina. Man mano che viene approfondita la ricerca, con le crude verità che ci riserva la storia locale, appare e ci si rivela, non senza ombre, un mondo per lo più sconosciuto e ignoto con una umanità concreta ed una ricchezza spirituale forgiata nel dolore. Gli albori del culto di questa Santa martire risalgono agli scritti del 1824 e fanno riferimento all’interessamento dei Reverendi Padri Agostiniani Don Angelantonio e Don Pasquale Lombardi di Pontelandolfo, che aderendo ad un pio desiderio del Canonico Don Lorenzo Santopietro di Pontelandolfo, loro maestro, ottennero dal Sacro Deposito di Roma il corpo di Santa Giocondina Vergine e Martire. L’arrivo delle reliquie a Pontelandolfo, salutato dal festoso tripudio popolare – vi era una popolazione di circa 4.500 abitanti- e registrato come un grande evento sociale e religioso, trovò i Canonici Don Lorenzo Santopietro e Don Nicola Longo quasi increduli della manifestazione di tanto fervore popolare. Le reliquie della Santa furono portate nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli dove affuirono donativi e offerte che raggiunsero circa 1.000 ducati ( nel valore attuale circa 41.000 Euro e in lire 80 milioni).
Le offerte sarebbero servite non solo per consentire la ricostruzione della Chiesa della SS. Annunziata, luogo di destinazione della sacra reliquia, ma anche per la esecuzione di una “elegante statua di cera con apposita urna portatile che da Napoli fece ingresso” nel 9 Luglio 1827 e processionalmente condotta e situata nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Questa data segnerà nella storia locale la Festa di Santa Giocondina.
E’ di questo periodo la realizzazione di una piastra in lega per la stampa delle prime immagginette della Santa con la dicitura “Vera e miracolosa immagine di Santa Giocondina Martire il di cui corpo si venera nell’Oratorio de’ Fratelli di Santa Maria degli Angeli di Pontelandolfo, la cui Festa si celebra la prima Domenica di Luglio, con Giubileo in detto giorno, ed Indulgenza plenaria otto giorni prima, ed otto dopo”.

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Fotoriproduzione di Anonima Tavola in rame raffigurante Santa Giocondina – Anno 1827
Cipoia n°9 di 70 a tiratura limitata
Fonte: Biblioteca Ecclesiastica di Pontelandolfo

L’attributo “miracolosa” ci fa pensare ad eventi straordinari ed insoliti che accaddero a favore di cittadini che ebbero delle grazie particolari e che successivamente vengono registrate negli ex voto, nei donativi e nel voler esprimere la propria riconoscenza nell’apporre il nome ai propri figli. Storicamente la Chiesa della SS. Annunziata, grazie alle offerte dei devoti di Santa Giocondina, venne restaurata nell’ anno 1827 e riaperta al culto nel 1828 dove venne trasferita e situata la statua.
A distanza di dieci anni nel 1837 con una popolazione di 4.970 abitanti, nonostante il colera, si potevano già contare ben 74, tra neonati e fanciulli fino a 9 anni, con il nome di “Giocontina”, “Giocondino” e “Maria Giocontina” che assumevano il loro ruolo al posto di “Geronimo/a”, “Lucrezio/a” ed altri.
In questo periodo storico la popolazione si risollevava dal periodo medioevale, dal terremoto del 1805 e dalle carestie; il paese è aggregato alla Provincia Molisana assumendo un ruolo centrale nell’economia del territorio e nel commercio con la strada rotabile appena completata.La storia ed i documenti a grandi balzi ci riportano agli anni 1867-1868 con la notizia del furto, ad opera di ignoti, dell’oro di Santa Giocondina venduto a Maddaloni. Ancora una volta, Pontelandolfo viveva anni difficili ed incerti, con una popolazione di oltre 5.000 abitanti, che si risollevava dalle ferite del 3° incendio e saccheggio del suo abitato per i fatti del brigantaggio del 1861. Una corrispondenza epistolare tra il Sindaco di Pontelandolfo ed il Sindaco di Maddaloni ci rivela il furto ed il detentore della refurtiva che l’aveva ricettata.
La corrispondenza epistolare del recupero e della restituzione dei 79 oggetti d’oro e argento che “adornavano l’immagine di Santa Giocondina” oltre alla curiosità degli oggetti ed ex voto elencati, ci porta alla conoscenza del vissuto ed i fatti storici di questi anni. La citazione è del Sindaco di Pontelandolfo che scrive “… si spedisce a bella posta colà il primo Assessore all’uopo delegato, Sig. Filomeno Golino, renditore della presente, cui potranno esere consegnati gli oggetti in discorso, il che non si è praticato prima, attesi diversi incidenti, che ne hanno distratta l’attenzione, e specialmente la invasione colerica, che ha mantenuto preoccupato quest’Uffizio”. Un passaggio breve, quello del Sindaco, che volendolo approfondire ci porta alla lettura dei dati di questo evento luttuoso che registra oltre 200 decessi fra gli anni 1867 e 1868 tra la popolazione giovanile dai due ai ventidue anni.
Una vera strage degli innocenti che vedeva circa 300 famiglie in lutto per questo morbo che non dava pace e tregua, per cui si doveva reprimere il dolore, la costernazione e l’ angoscia per consentire la sepoltura dei propri cari alla Contrada Fontanelle e nelle fosse comuni dell’Annunziata. Documenti scarni che ci lasciano solo immaginare quello che doveva essere la vita in questo periodo e che solo una fede incrollabile ed un enorme attaccamento alla propria terra poteva rendere accettabile. Riteniamo, con sufficiente fondatezza, che la stesura del dramma Sacro di Santa Giocondina sia avvenuta nel 1872 in questi anni di grande dolore ed angoscia.
Da questa data in poi puntualmente ogni anno un folto numero di persone, senza distinzioni di ceto e stato sociale, preparano con ogni dovizia di particolari il dramma Sacro di Santa Giocondina.
Andando molto avanti nel tempo, tra alterne vicende, registriamo l’ennesimo terremoto del 1930 con la notizia del 1931 riportata nel Cronicon “Siccome la Chiesa dell’Annunziata è molto malridotta e flagellata dalla pioggia che entra dal tetto mezzo sprofondato, onde evitare che la bella statua (Corposanto) di S. Giocondina si deteriorasse, nel giugno di quest’anno è stata trasportata nella Chiesa del SS. Salvatore ed è stata deposta presso il primo pilastro a sinistra di chi entra, dove rimarrà finchè il Municipio non accomoderà la Chiesa dell’Annunziata.
Nell’urna si è fatto l’impianto di luce elettrica.” E l’altra notizia riportata nel 1944 “Il 30 Luglio la statua di S. Giocondina V. e M. (corpo santo), che dal 1930 era stata portata nella Chiesa del SS. Salvatore, perché la Chiesa dell’Annunziata minacciava di crollare, fu rimessa in detta Chiesa la quale, a cura di Aida Rinaldi, ha avuto le necessarie riparazioni sia col rifacimento quasi totale del tetto, sia col rafforzamento di vari punti del pavimento e del soffitto sia con le finestre fatte a nuovo.” Dopo il terremoto del 1962, resa inagibile la Chiesa dell’Annunziata, la statua di Santa Giocondina venne portata nella Chiesa madre del SS. Salvatore, dove tuttora è esposta alla cura e venerazione della popolazione di Pontelandolfo.

Waterbury – Il Dramma Sacro

Gli emigrati di Pontelandolfo, con la loro innata laboriosa tenacia, cultori appassionati di ogni manifestazione religiosa e continuatori di ogni espressione di vita legata alla cultura, alla lingua e alle tradizioni del loro paese dimostrano, ovunque essi siano, un attaccamento morboso alla propria terra e alle proprie origini.
Non mancano, pertanto, nel loro Club di Waterbury (USA), gli appuntamenti annuali dei festeggiamenti in onore di San Donato, e non sono mancate negli anni passati le rappresentazioni dei misteri di Santa Giocondina, avendo portato con loro dal paese il testo del dramma sacro. Né sono sfuggiti i simboli del loro paese quale la fontana e la Torre, riprodotta per potersi sentire ancora una volta protetti dalla sua enorme mole.
Ancora la voglia di risentire e riorganizzare un gruppo folcloristico, o anche tutto l’apparato organizzativo di attori, scene e costumi per il dramma sacro…tutto questo non solo per nostalgia, ma soprattutto per rivivere quei valori umani, sociali, storici e religiosi che caratterizzano il popolo di Pontelandolfo.
Le tradizioni di Pontelandolfo, sbarcate oltre oceano assieme ai nostri emigrati, non sempre trovano continuità nella nostra realtà locale, che spesso si lascia ammaliare dalle modernità che non hanno fondamenta storiche, ma soprattutto non hanno fondamenta umane che fanno emozionare e solidarizzare.
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