Filanda – CARDATURA E FILATURA DELLA LANA
Nel 1920 in seguito al matrimonio con la signorina Livia Rubbo il signor Donato Cardano, perito tecnico, nato a Gravina di Puglia il 5 Agosto 1897 , si trasferì a Pontelandolfo dove in contrada S. Anna viveva la famiglia Rubbo.In contrada S. Anna, detta anche Costa del Conte, così chiamata per la presenza di un quadro a olio rappresentante la Santa che fila la lana con la conocchia, esistevano un mulino e una filanda entrambi azionati ad acqua, acqua che proveniva tramite un incile dalla contrada Grotte. La filanda era fornita di una lupetta per scardare la lana saltata (le pecore prima di essere tosate venivano spinte nell’acqua del torrente Alente per un lavaggio sommario) , di due carde ciascuna da cm. 80 e di una filiera. Dopo il 1920 furono introdotti dei telai di legno azionati a mano anche i piedi intervenivano in questo lavoro) per confezionare : 1) mantere (grembiuli del costume delle contadine) ; 2) tovaglie (grossi scialli blu tinti usati dalle contadine per proteggersi dal freddo) ; 3) un tessuto blu tinto per confezionare ampie gonne del costume e pantaloni maschili) ; 4) un cosiddetto panno monacale molto pesante e molto valcato, quasi impermeabile, di colore marrone (colore naturale perché veniva usato il vello delle pecore di questo colore ; questo panno monacale serviva ai pecorai che d’ inverno lo avvolgevano attorno ad un bastone piantato nel terreno , a guisa di capanna, per ripararsi dal freddo e dalla pioggia . La filanda era infine corredata di una gualchiera per gualcare i panni .
Verso il 1936 per la lavor az ione della lana venne introdotto un motore a nafta, poiché l’acqua proveniente da Grotte fu in gran parte utilizzata dai comuni di Pontelandolfo e di Fragneto per l’uso domestico.
Con il passare degli anni fu abbandonato l’uso del costume tipico locale e i telai di legno vennero sostituiti da un telaio meccanici comprato in Germania , che produceva coperte, scialli e tessuti per abiti. In seguito fu aggiunto un telaio completamente automatizzato per la produzione di tessuti meno grossolani, ma sempre esclusivamente di lana di pecora; le due carde da cm 80 furono sostituite da tre carde di cm. 120 prima e di cm. 150 poi. Anche la filiera venne sostituita di conseguenza con una più moderna . Alla lavorazione dei tessuti si affiancò quella della maglieria intima eseguita accuratamente con macchine azionate a mano e usando filati ottenuti con lane selezionate per lunghezza e morbidezza della fibra. Verso il 1950 la strada comunale che da S. Rocco porta a S.Anna e continua fino al ponte nuovo fu resa rotabile con lavori finanziati dal Provveditorato ai Lavori Pubblici di Napoli e dati in appalto ad una ditta di Benevento che non portò a termine i lavori perché dichiarata fallita dal Tribunale . L’impegno assunto dal cav. Donato Cardano di finanziare l’opera iniziata convinse gli operai a riprendere i lavori per il completamento della strada.
Alla morte di Donato Cardano, avvenuta il 22 ottobre 1968, l ‘attività artigianale è proseguita dalla moglie Livia Rubbo e dai figli Filippo e Giovanni. Il giorno 26 settembre 1985 viene costituita la società in accomandita semplice “Cardano Donato S.A.S. di Filippo e Giovanni Cardano e C ” organizzata sempre per l’esercizio dell’attività di produzione e commercio di filati, tessuti e prodotti tessili in genere.
In data 1 ° febbraio 1993 la S.A .S., avendo cessato ogni attività, è stata cancellata dal registro delle società del tribunale civile di Benevento.
Cav. Donato CARDANO
MEDAGLIA D’ORO
BENEMERITO DEL LAVORO PREMIATO A PONTELANDOLFO
DA “IL MATTINO” DEL 26 GIUGNO 1964
In occasione della relazione annuale sulla situazione economica della Provincia, la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura ha conferito premi di riconoscimento ad alcuni dirigenti di azienda che da diversi anni perseguono con ten acia lo sviluppo delle attività industriali ed artigianali nel Sannio.
Il cav. Donato Cardano , ben conosciuto ed apprezzato per la perfezione raggiunta nell’artigianato tessile, si e’ degnamente inserito tra quegli operatori ec onomici che con passione, costanza e generoso sacrificio forniscono un contributo notevole al consolidarsi delle attivi tà artigiane che già ebbero e d hanno in Pontelandolfo altri brillanti esempi.
Il quadro rappresenta Sant’Anna che fila in compagnia della Madonna ragazzina.
Non è firmato ma l’autore dovrebbe essere Dattilo Rubbo.