DOVE TUTTO SCORRE LENTO
Un itinerario tra ricordi della civiltà contadina e storie di briganti.Dalla musica polare di Pontelandolfo alla natura di Colle Sannita,da queste parti il tempo scorre lento e la gente ha saputo ricordare e valorizzare il proprio passato. (di Sarah Sagripanti)
L antica terra del Sannio beneventano è un territorio ancora poco conosciuto, che può offrire molto agli amanti di un turismo lontano dalle masse e dalla confusione, essenzialmente incentrato sulla riscoperta della ruralità e delle tradizioni locali. Questo itinerario ci porta a conoscere alcuni dei paesi piu’ interessanti nel l’area a nord di Benevento. Dal capoluogo, andando verso nord con la statale 88, in meno di trenta chilometri si arriva a Pontelandolfo, piccolo borgo dalle origini antichissime.L’abitato com’è ora risale a dopo il 1861,quando il paese fu raso al suolo per mano dei soldati piemontesi, come vendetta per l’eccidio dei bersaglieri da parte dei soldati borbonici allo sfascio: i”briganti”. Il territorio intorno a Pontelandolfo è infatti noto agli appassionati per essere stato teatro di numerosi scontri legati al fenomeno del brigantaggio: i boschi e le montagne della zona offrivano loro un ideale rifugio. Oggi queste zone sono adatte per brevi escursioni e passeggiate nel verde, alla ricerca delle numerose grotte che hanno ospitato i fuggiaschi. Il centro storico del paese conserva ancora l’impianto medievale, con portali e scalinate in pietra. La visita può iniziare dal castello, risalente al XIV secolo, del quale rimangono ancora ben visibili la cinta muraria e la maestosa torre, alta più di venti metri. Tradizione vuole che all’interno della torre vi fosse un passaggio segreto che conduceva fuori dall’abitato, per permettere la fuga degli abitanti in caso di assedio, ma oggi si continua a cercare questo passaggio, non ancora individuato. A ridosso delle mura di cinta del castello, nel 1400 fu costruita la chiesa dell’Annunziata-oggi Tempio del-l’Annunziata antica – nelle cui fondamenta trovarono sepoltura i briganti uccisi nel corso degli scontri in città. Oggi, più volte distrutta e ricostruita, è chiusa al culto e utilizzata in occasione di attività culturali. Chiesa madre di Pontelandolfo è invece la chiesa del Santissimo Salvatore, costruita nel XVII secolo nell’attuale piazza San Francesco. Merita sicuramente una visita l’interno, a tre navate ricche di dipinti ed altari. Proseguendo lungo ,la via Municipio, s’incontra il palazzo Rinaldi, conosciuto dalla gente del posto come “casa del re” o “palazz’ r’ r’ònna mèlia”, dal nome della signora che visse tra le sue stanze. Il palazzo è sicuramente il più bello del paese, in puro stile ottocentesco e decorato con affreschi di vita agreste. Ma la vera anima di Pontelandolfo non risiede nei palazzi signorili, quanto piuttosto nella cultura rurale, che il paese ha saputo valorizzare nel Museo dell’arte contadina. Qui sono esposti gli attrezzi che fino a pochi decenni fa si utilizzavano nelle case, per filare la lana e tessere gli abiti. Al costume locale è dedicata un’intera sezione, che mette in mostra gli abiti della tradizione, come quello delle pacchiane, donne del popolo con in testa le tradizionali ceste, le cosiddette gregne. Le tradizioni non sono solamente esposte nei musei, ma rivivono ogni anno in occasione della Settimana Folkloristica.A fine luglio Pontelandolfo dedica una settimana alle proprie origini,con mostre d’artigianato ,concerti folk e appuntamenti eno-gastronomici.Allo stesso modo, recandosi da queste parti nel periodo di Carnevale,è possibile assistere alla tradizionale ruzzola del formaggio, una singolare gara di lancio che risale addirittura al 1300.
Lasciando Pontelandolfo e imboccando la provinciale 181 verso est, si giunge dopo pochi chilometri a Campolattaro.