Giosuè Tedeschi-Cronache ed eventi in Pontelandolfo

UN LIBRO DI MEMORIE (a cura di Annibale Laudato-campolattaro 1989-
MEMORIALE DEL SAC. GIOSUE’ TEDESCHI-CRONACA ED EVENTI IN PONTELANDOLFO

1840
Con la stessa minuziosità annota però avvenimenti esterni, catastrofici e politici:
«Nell’anno 1840 nel di 15 settembre di tale anno alle ore 20 suc-cedette una gran tempesta con grandini e vento impetuoso, che devastò vigneti, oliveti, frutta e quanto esisteva con mandare in aria tetti, e rompere vetrate e mandare tutto in ruina. Nel nostro comune morirono pecore, capre, polli, ma nel tenimento di Pontelandolfo, e Casalduni morirono uomini, donne, e fanciulli. La tempesta venne dalla parte di Terra di Lavoro, con danno maggiore da quelle contrade, avendo buttato a terra querce, olive tanto che nella strada consolare s’impedì il passaggio alle carrozze, ed in Guardia dove successe più il danno morirono 14 persone circa. Era orribile vedere un turbine di vento con tuoni, che alzando gran quantità di polvere in aria si oscurò e tutto mostrava lutto e spavento. Tro¬vammo molte quantità di uccelli morti, e nella tenuta nostra ai Toppi soffrimmo molto danno, non esistendo più né uva, né ulive anzi il tutto apparii a come il mese di gennaio senza fronde gli albe¬ri, e le viti senza pampini. Orribile vista. Le abitazioni sconquas¬sate nei tetti venivano inondate da gran quantità di acqua, sem¬brando il diluvio universale. e non si sentiva altro per le abitazioni che pianto, e gemito di donne, che piangevano i loro figli, e parenti assenti, e sparsi per la campagna. Nei comuni di S. Lupo, Casalduni e Pontelandolfo morirono otto persone, e questi paesi della nostra provincia di Campobasso furono più subbissati. In Terra di Lavoro poi Guardia fu distrutta nel generale, non che Solipaca.
In Guardia morirono cinque o sei persone, e in Solipaca due, o tre, ed essendo caduto un tiglio in mezzo della piazza ammazzò una vecchia, che stava sotto le croci ivi apposte. Grandi querceti, ed olivi spiantati con danno e perdita grande dei proprietari. Cosa mai sofferta»”.

1847
Nel di 11 febbraio fuvvi gran festa in Napoli per la proclama¬zione della detta Costituzione, e poi nel 24 di detto si dette il giura¬mento nella chiesa di S. Francesco di Paola dal Re, da’ ministri di tutta la Corte, e dai ministri tutti un’altra festività solenne per tutta Napoli.
Nel di 6 marzo di detto anno ci portammo io Conciliatore, il Supplente, e Cancelliere in Pontelandolfo a prestare il giuramento per la costituzione dello stato avanti il Giudice, per ordine del pro¬curatore del Re.
Nel di 8 fu prestato il giuramento in Chiesa da tutti gl’impiegati, e stipendiati pubblici sui libri degli Evangeli”.
Nel di 26 febbraio fu proclamata la Republica in Francia con molto spargimento di sangue come nei giornali.
Nel di 11 marzo (1848) furono espulsi da Napoli i Gesuiti, come settari, con applicare ai portoni biglietti, provocando le famiglie di Collegiali acciò ne avessero cacciati i figlioli, i quali furono subito cacciati dalle rispettive famiglie, e porsi in salvo. Quindi i Gesuiti furono mandati, accompagnati dalle guardie Nazionali, e dalle truppe, così furono cacciati da Salerno, e da Benevento22.
Nel di 18 Aprile ci recammo come elettori in Pontelandolfo – alla nomina, e votazione di deputati, e di pari pel parlamento, che si aprirà nel 1° maggio prossimo.

Si distesi l’apertura delle Camere pel di 15 maggio, nel qual giorno invece di festa, fu di lutto, e di pianto, mentre si apparec¬chiarono in Napoli dal di 14 con barricate, e attaccamento di fuoco per parte de’ Nazionali, e delle Milizie lungo la via Toledo, e monte Oliveto con saccheggi, e uccisioni, mettendo a sangue ed a fuoco la Città con gli edifizi, da’ quali si faceva fuoco, essendo morti in tale

1855
Nel 1855 fu proibita detta strada con grandi partiti contraria, e nel paese, e .fuori da Pontelandolfo e S. Lupo per attraversar¬la, ma poi dopo un anno di contrasto fu comprovata dal Re e fu dato principio con piu impegno nel 1856 colla comunicazione a Vitulano, e Montesarchio proibita la communicazione per Fragneto a Benevento estero del Regno; quindi dall’appaltatore de Rosa portati innanzi i lai ori da Vitulano ponte finocchio sino ai nostri confini per duca 150000 antecipati dal Tesoro a conto delle provincie Aiellino e Molise – in Campolattaro coll’offerte, nel tenimento di Morcone in Botticella per ratizzo ai Comuni interessati: in Circello, in Colle. Baselice a conto proprio anche per offerte quindi al Vallo-Fortore per la Puglia.

1861
E in questo diario non potevano mancare annotazioni sul brigantaggio, che vide coinvolto in primo piano anche il nostro paese:
«Nell’agosto 1861 – avvanzatesi le reazioni nel Regno di Napoli contro il governo di Vittorio Emanuele si formarono bande di Bri¬ganti in modo straordinario sicché col solo motivo di saccheggio si adunavano i paesi interi sulle montagne e nei boschi assalivano i Comuni, e sotto forma di Viva Francesco II uccidevano i signori per vendette private, e saccheggiavano, e mettevano a fuoco i palazzi, così avvenne in tutte le provincie, così avvenne in Colle, Castelpagano. S. Giorgio, e in tutti paesi. Quindi nel di 7-agosto – insorse Pontelandolfo con Casalduni con pochi altri di paesi convicini con l’uccisione di molti cittadini, è saccheggio, e incendio di alcune case, al che si fece dietro Campolattare accorse con i sban¬dati, e poi con circa 60 altri del paese e mossa la reazione nel di 8¬detto in questo Comune essi soli questi mossero uomini, e femine alle voci di viva F. Il. Scassinarono, e saccheggiarono la nostra abitazione, e quella del Cancelliere; ruppero tutt’i comodi, mobi¬glie, e balconi, finestre, rotte le lastre, e stipi con scuri, e sassi, e brugiarono in mezzo la piazza sedie, tavolini con danno immenso. Nel giorno 10 agosto poi richiamarono gli altri briganti di Pontelandolfo e Casalduni, e saccheggiarono il palazzo d’Agostino, e rubando, e rompendo egualmente tutto, brugiando libri, e carte, col canto in Chiesa del Tedeurn. Nella nostra abitazione vi fu la perdita di circa duc. 1 XKI: 00. Noi fummo costretti con tutti gl’altri Signori fugire per la campagna. onde scampare la vita; come fece ogni altro Signore di altri paesi. Cosa nefanda ”.