Tanto per chiarire: l’Italia era quel Meridione che fu annesso al Piemonte
Franco Valente – Antichità sannitiche
Secondo Strabone (STRABONE, Geographica, V, 4,12) ai coloni sannitici, in origine, si sarebbero aggiunti altri laconici, e quindi filelleni, oppure, ancora, i Sanniti sarebbero stati chiamati anche Pitanati per la loro origine spartana. Lo stesso Strabone mostra di non credere troppo a tale tradizione che ritiene inventata dai Tarentini per guadagnare la loro amicizia.
Che i Sanniti avessero un rapporto diretto con il mondo ellenico è noto, ma certamente la leggenda delle origine greche, e più precisamente spartane, probabilmente non è del tutto peregrina e fu comunque sostenuta, secondo La Regina, nel IV secolo nel quadro di una politica di alleanza tra Taranto e l’emergente potenza dei Sanniti (A. LA REGINA, Sanniti e Greci nel IV secolo a.C.: La leggenda delle origini spartane, in Molise, arte, cultura, paesaggi, Roma 1990, pp. 55-62).
In effetti tutta la tradizione italica è legata alla mitizzazione di origini che vengono fatte derivare da leggende addirittura risalenti al secondo millennio. Si veda ad esempio quella legata al nome Italia. Ellanico racconta che Ercole, quando attraversò la nostra penisola per riportare in Grecia la mandria che aveva rapito a Gerione, perse un bovino. Avendo saputo che gli abitanti del posto chiamavano l’animale con il termine di viteliu, egli vagò urlando affannosamente il nome viteliu, sicchè tutta la regione si chiamò “Italia”.
Il territorio, secondo la tradizione recepita dai soci italici, era quello dell’antico Sannio.
Come ogni leggenda, anche questa ha il suo fondamento.
Così sostennero anche Timeo e Varrone, che riconoscevano nel nome di italòi gli abitatori di quel territorio dove si allevavano i vitelli. Il problema dell’origine del nome Italia è stato più volte affrontato nel tempo e si sono date soluzioni differenti tra loro.
Ad esempio in Calabria si consolidò la leggenda narrata da Antioco secondo cui Italo, re degli Enotri (gli abitanti delle attuali Basilicata e Calabria), avrebbe conquistato la Calabria meridionale dando il proprio nome a quella parte dello stivale. Secondo Strabone le popolazioni enotriche-italiche furono scacciate successivamente dalla Calabria ad opera dei coloni greci. Questa circostanza farebbe pensare che l’appellativo di “itali” sarebbe precedente all’arrivo dei greci e che, quindi, avrebbe una origine enotrica.
A contraddire questa ipotesi vi è il racconto di Ellanico di Mitilene che, invece, sostiene che Ercole abbia condotto in Sicilia la mandria di vitelli (“vituli”) sottratta a Gerione e che proprio in Sicilia Ercole sarebbe andato alla ricerca del vitello scomparso sicché quell’isola avrebbe preso il nome di “Vitulia”.
Immagine speculare del denario con la scritta VITELIU nell’esergo (Museo Nazionale Romano)
Certo è che, quando la Lega Sannitica nel I secolo prima di Cristo, si organizzò ponendo la sua capitale prima a Corfinio e poi ad Isernia per insorgere contro Roma, i soci Sanniti si definirono Italici coniando anche alcune monete che per la prima volta riportarono il nome ITALIA oppure l’immagine del toro sacro sannitico nell’atto di incornare o violentare la Lupa romana.
Il denario con la testa dell’Italia da una parte e due cavalieri all’attacco (forse i Dioscuri) con la scritta osca VITELIU dall’altra (Museo Nazionale Romano)
Dunque, proprio nelle monete sannitiche della Lega Italica sannitica, ritrovate nel territorio che va da Agnone a Pietrabbondante, appare il termine ITALIA (o VITELIU che è la stessa parola in lingua osca) e il toro che sottomette la lupa romana.
Il toro sannitico che sottomette la lupa romana. Denario di circa 4 grammi che nell’esergo riporta in ligua osca “g. paapi” (Museo Nazionale Romano)