PAG.92 A 93 CONCITTADINI !
Una classe di politici senza forte fede polilica, e senza forti espirazioni nazionali, v’inculcò la inerzia nei silenzi di una fiera servitù, e siegue stolidamente ad insinuarla oggi che fatti magnanimi sovrastano e santi doveri c’incalzano ad agire.
Se non che, il genio del popolo in due parole, Garibaldi e Vitlorio Emmanuele di già compresa la vitale quistione del giorno, determinando e mezzo e fine.
Al presente, la classe medesima, devota ad uomini la cui incapacità non è ugugliata che dalla cieca e forsennata ambizione, si studia a tutta lena di disseminare
discordie e calunnie, per raccogliere fiacchezze e servitù, che sonole le inevitabili consegueguenze.
Concittadini,
Voi deste l’iniziativa; il vostro martirio ha ingigandito la lotta; debito nostro è compiere la gloriosa impresa: siate fidenti. . . ,
L’aiuto dei nostri, giungerà d’ora in ora. Ma l’onor nostro comanda non aspettar tutto d’altrui.
Date pruove adunque di saper combattere e vincere da soli.
Ecco il nostro ,programma:
Unità – Respingete ogni altra combinazione politica: rigettate ogni concessione che l’attraversa.
Libertà -Emancipatevi dalla trepidante scuola degli evirati, politici, e schernite le paure che questa scuola vi predica tuttodi.
Sovranità dtUa nazione- Il paese salvi il paese; la forza collettiva rivendichi i suoi dritti imprescrittibiJi. Il paese si costituisca in nome del proprio diritto , ed in nome di questo diritto elegga, a Re dell’Italia ringiovanita e forte VITORIO EMANUELE; col trono nella città Eterna di Roma.
Napoletani ! Italiani d’ogni provincia perseverate sotto la nostra bandiera, careggiate ed attuate il nostro programma, e ben tosto sarete potenti ed invidiati.
Il Comitato Unitario Nazionale rifugge dal mal vezzo di metter fuori una colluvie di programmi ed ordini. Queste parole sono il compendio di tutte le sue aspirazioni. i fatti diranno il resto con linguaggio più convincente.
Il Comitato Unitario Nazionale .
I patriotti che avevano costituito il comitato d’azione non potevano sottoscrivere i loro manifesti perchè in aperta lotta col governo, e coi moderati; essi non accettavano lo Statuto Borbonico, o si celavano all’ombra del comitato elettorale: essi agognavano di spingere il popolo alla rivoluzione, e dar la mano all’Eroe di Marsala; vi riuscirono, ma come sempre, i moderati, i loro avversari, i furbi, gl’ipocriti dell’indomani ne raccolsero i frutti.
Il primo manifesto del comitato di azione fu affisso sulle mura della Città nella notte del 7 agosto 1860 con grandissimo rischio.
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I
MOZIONE D’INCHIESTA
DEL DEPUTATO
Francesco Proto duca di Maddaloni
Nella tornata del 20 novembre 1861 il Deputato di Casoria Francesco Proto Duca di Maddaloni deponeva sul banco della Presidenza della Camere elettiva la sua mozione, pronunciando le seguenti parole:
Io mi fo oso di presentare alla Camera questa mia mozione d’inchiesta parlamentare per i fatti che si passano nelle provincie napoletane.
Essi sono di tal natura, che richieccono pronti rimedi, e sopratuto rimedi giusti e saggi.
Nè ciò solamente è necessario per la salute del mio paese, ma si per la salvezza di tutta ltalia ad un tempo.
La questione napolitana oggi non è questione di colori, la questione napolitana è questione di onore.
Egli è per ciòche io mi sono deciso a scrivere le mie idee intorno ad essa e presentarle sul banco della Presidenza, persuaso che così saranno meglio ponderate, che ciascuno in se medesio saprà più facilmente convenire della verità di ciò che narro e della opporunità dei rimedi che propongo. Ed ho divisato così di governarmi, memore del volgato proverbio che le parole volano e gli scritti rimangono, e però io spero non poter venire un giorno appuntato di aver assistito taciturno alla calamità del mio paese.
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