RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO ” GLI AVVENIMENTI D’ITALIA DEL 1869 ” VOL.II -VENEZIA 1861
Da pag.100 A 104
– CAPITOLO SESTO
Combattimenti d’Isernia.
I.
Nel giorno 19 ottobre moveva una colonna di appena 700 garibaldini per riprendere Isernia (città della Provincia di Molise a 12 leghe N. da Campobasso, ha 5200 abitanti) ai regii. Questi l’attesero e s’impegnò tra loro accanita zuffa.
I garibaldini erano circondati dai regii e reazionarii in numero circa di 7000 con artiglieria. Si batterono disperatamente, ma furono soverchiati dal numero.
Parecchi garibaldini furono fatti prigionieri, alcuni morti e feriti, altri dispersi. Tra i prigionieri fu il capellano, che venne tagliato a pezzi; due o tre ufficiali vennero feriti lungo la via e poi rinchiusi in una stanza senza cibo e assistenza.
II.
Nel mattino del 19 ottobre, fra le 7 e 8, la più avanzata cala sull’alto del Macer0ne da tre colonne napoletane, sommanti fra tutte e tre a 6000 uomini all’incirca, cioè 3000 gendarmi di fanteria, 1500 uomini del 1.° di linea, 1200 o 1500 urbani, due pezzi d’artiglieria.
Il generale Griffini si trovò per un’ ora e mezzo solo con due battaglioni di bersaglieri ed una sezione d’artiglieria sull’ alto del Macerone, là dove è scavalcato dalla strada postale, osservando i movimenti delle tre colonne nemiche, una delle quali saliva direttamente per la strada ad attaccare il centro; le due altre, per due contrafforti laterali, tendevano a girare la posizione.
Il generale Cialdini arrivò più celeremente che potè, per la lunghissima salita, colla brigata Regina e spingendo subito qualche battaglione a destra e a sinistra, ed avanzando contemporaneamente al centro, in poco più di mezz’ora sbaragliò completamente il nemico.
Uno squadrone di lancieri Novara (capitano Montiglio), condotto dallo stesso generale Griffini e seguito alla corsa dal 7° bersaglieri, si rovesciarono sui fuggiaschi ed arrivarono ad Isernia prima di loro.
III.
Per altro i napoletani riuscirono a trarsi d’ impaccio lasciando in potere dei piemontesi il generale Scotti-Douglas, 50 ufficiali, 800 uomini e la bandiera del primo reggimento.
I napoletani in questo combattimento ebbero un rovescio, mg arrestarono per due giorni il cammino de’ piemontesi e poterono ritirarsi a Venafro ( Venafro, piccola città nella Terra di Lavoro a 17 leghe N. 0. da Napoli, presso la sorgente dol Volturno, ha 2,400 abitanti.) e di là a Teano ( piccola città nella Terra di Lavoro a 5 leghe N. O. da Capua,conta 3,100 abitanti)
CAPITOLO SETTIMO
Reazione.
I.
Circa ai 20 ottobre scrivevasi che la grave insurrezione d’Isernia era finalmente repressa, sconfitti i soldati borbonici e fugati gl’insorti reazionarii. La spedizione guidata del colonnello Nullo ebbe a soffrire gravi perdite nelle imboscate, in cui la colsero i paesani insorti.
II.
Ma verso la fine di ottobre la reazione si andava sempre più estendendosi nelle Provincie.
A Carbona ( Carbona, città nella Basilicata a 14 leghe da Potenza, ha 2570 abitanti.) si gridò Viva Francesco II, furono uccisi il capitano della guardia nazionale ed altri otto individui, noti come liberali.
A Castel Saraceno rimasero ( Castel Saraceno, borgata nella Basilicata a 4 leghe e tre quarti E. N, da Lagonegro, ha 9,200 abitanti. ) vittime due ufficiali della guardia nazionale ed un canonico. Le case dei liberali furono incendiate.
A Montesano (Montesano, borgata nel Principato Citeriore a 8 leghe N. N. E, da Policastro, con 4600 abitanti. ), Provincia di Salerno, altro movimento simile, con due morti.
Così pure a Latronico (Latronico, piccola città nella Basilicata a 9 leghe S. 0. da Tursi , con 2200 abitanti. ). Accorse la guardia nazionale arrestò oltre 700 persone.
Si manifestavano segni di reazione su’ tutt’ i punti delle Calabrie.