Circolare dell’Intendente di Campobasso

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L’INTENDENTE DI CAMPOBASSO AI SOTTINTENDENTI, ALLA GUARDIA NAZIONALE, AI GIUDICI REGI, Al PARROCI E SINDACI DELLA PROVINCIA (1. agosto 1860):

PAG. 68 – 70

Sancita a Napoli la Costituzione, con decreto 27 luglio 1860 fu nominato intendente di Molise Domenico Trotta cultore di discipline filosofiche (pubblicò fra l’altro, nel 1859 un (lodatissimo » Saggio sul razionalismo e sull’empirismo) e già deputato al Parlamento nel 1848 (Nacque a Toro (Molise) il 1° die. 1792 e morì ivi 1’11 nov. 1872. Sulla sua tomba ienne inciso un epitaffio dettato da Cesare Cantù) . La sua «serena intellettualità» e la sua onestà politica, traspaiono anche da questo documento (Arch. St. Proc. di Benevento, Fogli volanti, B. VIII ) nel quale – fra l’altro – sono combattute affermazioni comuniste diffusesi nel Regno di Napoli con le agitazioni del 1848:

“Signori. Chiamato a dirigere la amministrazione di questa Provincia, io non mi sarei sobbarcato a un tanto peso se non fossi stato sicuro di trovare in tutti gli impiegati di questa Intendenza e nei moderatori dei distretti e dei municipi. tanti cittadini i quali alacri e volenterosi vorranno collaborare al riordinamento e alla  floridezza di questa nostra patria. Persuaso non esservi governo dove non si trova ordine e forza per mantenerlo, mi dirigo in primo luogo a Voi, Guardie Nazionali. Quanto nobile è la missione che lo Statuto affida al vostro patriottismo! La difesa delle guarentigie costituzionali e di ogni più sacro diritto dell’uomo e del cittadino è a Voi confidata. Vegliate incessantemente al mantenimento dell’ordine: le autorità giudiziarie ed amminitrative adopereranno ogni mezzo ner raggiungere questo scopo con la loro forza morale; ma rammentate che questa forza non ispiega la sua azione che sull’intelligenza: contro l’uomo, il quale simile al bruto, si fa guidare dall’istinto, la sola forza fisica può divenire efficace. Allorchè un popolo riacquista la sua libertà sente in sè tutto il rigoglio della novella vita, e nell’entusiasmo dell’ebrezza che non conosce moderazione, può facilmente trasmodare. Accorrete dunque, senza por tempo in mezzo, a reprimere ogni moto incomposto, ad impedire ogni clamore. Perchè desidero che ciascun cittadino di questa Provincia abbia una sola volontà, quella cioè di mantenere le liberali istituzioni, esorto ognuno a non elevare lagnanze se nelle nomine alle cariche municipali o a capi della Guardia Nazionale, si vede posposto ai suoi concittadini. Il poco tempo che ci è stato accordato, non ci ha permesso di aggiungere quell’esattezza richiesta dall’ importanza e che avremmo desiderato. Qualunque sia il grado che occupiamo nella società, tutti possiamo concorrere al suo bene, ed io avrò in maggiore stima colui il quale collocato in un posto inferiore, restando come privato cittadino, si mostrerà animato dai sentimenti di quel Pedarete il quale escluso dal Consiglio dei Trecento, giubilava del possesso in cui era la patria di trecento uomini migliori di lui. Io mi auguro che tutti coloro cui è stato affidato il potere, serberanno tale condotta nell’esercitarlo, da non far dire che essi menarono in trionfo la libertà per salvarsi dall’oppressione e che sottratti da questa, aggrediscono quella.
Vengo informato che alcuni che io dichiaro nemici del paese vanno insinuando nelle menti dei balordi, che lo Stato autorizzi ad occupare una parte della proprietà altrui. I governanti, qualunque sia il loro potere, non possono largire beni di fortuna; essi non hanno che due soli compiti, far trionfare la giustizia e tutelarne la sicurezza. Tutto il resto deve dipendere dal nostro lavoro che è la vera sorgente di ogni produzione e di ogni proprietà, ed il Comunismo distruggendo la molla del bene inteso interesse personale, ricondurrebbe la società allo stato della barbarie antica.
Amministratori di ogni classe, siano esposti agli occhi di tutti gli atti della vostra amministrazione: penetratevi della verità del già riconosciuto principio. Il tempo dei misteri è finito; il segreto non serve che ai malvagi governi, nè li sottrae al castigo che presto o tardi è loro dovuto. La pubblicità e la sincerità sono gli attributi dei poteri che adempiono lealmente al mandato che loro si confida, che rispettano le leggi e che non si propongono altro scopo, tranne quello del pubblico vantaggio.
Sanniti, concittadini, tra me e Voi non avrete bisogno di persone intermedie: esponetemi direttamente i vostri reclami e siate sicuri che se non sarà ingiusto quel che chiedete, i vostri voti rimarranno appagati. Non sono infallibile, e se qualche volta errerò, attribuite l’errore alla mia intelligenza, al mio cuore non mai. Se veramente avete deprecato il ritorno della libertà, dovrete del pari amare il trionfo delle leggi e della loro inflessibile ed imparziale applicazione.
Sacerdoti di ogni grado. Voi cui è stata affidata la missione di illuminare e dirigere le coscienze, seguite rigidamente i principi del Cristianesimo che è religione di pace e di civiltà; mostrate a tutti che lo Statuto trovasi in intima armonia coi principi del Vangelo; insegnate al popolo basso che il ricco e potente deve servirsi del suo potere e della sua ricchezza per sollevare, non per opprimere gli infelici contadini, come di potrebbe sotto i governi tirannici; persuadete che lo Statuto è stato ristabilito per proteggere la nostra santa religione; che non tollera altri culti: che i tributi si pagheranno per soddisfare i bisogni dello Stato e per fornire i mezzi di immegliare la sociale felicità; che le leve saranno ordinate per la difesa dei diritti nazionali; che il merito e la virtù non saranno più depressi; per tal modo ciascuno vorrà difenderlo e conservarlo, così si cambierà in volontà ciò che dalle leggi è prescritto, così avremo assicurato il nostro bene su base che non crolla ».