“Briganti e musica popolare dal Nord del Sud” Brigantesse

Brigantesse e Drude
(Briganti e musica popolare dal nord del sud / Pierluigi Moschitti)
foglio

In un mondo prettamente maschile come quello del brigantaggio, in cui le donne ebbero in genere solo compiti di supporto logistico, tradizione vuole che le poche brigantesse di cui è rimasto il ricordo vengano sempre descritte come giovani e belle come Rosa, la giunonica e determinata moglie del capobandito Cedrone, che combatteva vestita da uomo al fianco del suo compagno. In diversi altri casi, le donne si distinsero per coraggio e risolutezza maggiore dei loro uomini. Bisogna comunque distinguere la brigantessa dalla donna del brigante in quanto determinarono differenti ruoli all’interno delle bande anche se spesso, la donna del brigante, partecipando in prima persona ai combattimenti, diventava brigantessa arrivando, in alcuni casi, perfino ad assumere il comando della banda.
Le brigantesse furono donne coraggiose capaci, in un periodo storico ed in un contesto sociale tradizionalmente maschilista, di uscire dalla loro condizione di sottomissione per partecipare attivamente alla lotta armata.
Le compagne dei briganti, le così dette Drude, non ebbero vita facile sia se vivevano alla macchia con i propri uomini, sia se rimanevano a casa, sempre sottoposte al giudizio della gente ed agli interventi repressivi delle forza dell’ordine.

brigantessaSebbene in situazioni di disumanità e crudeltà, la Druda, soprattutto nell’immaginario collettivo del brigantaggio, mantenne il ruolo di compagna fidata, difensore del suo sposo e dei suoi figli. Anche se in un contesto malavitoso, spesso i briganti erano molto religiosi e le loro donne, sperando in una conversione o in un perdono divino per i crimini commessi, sovente si rivolgevano ai santi o alla Madonna per ottenere misericordia.

conversioneC’era in loro il desiderio di una vita “normale”, della famiglia e di far crescere i propri figli serenamente e lontano dalla miseria.
Nel prossimo testo che è una ninna nanna, la donna sta facendo addormentare il figlio e, seduta sotto un albero dell’orto, vede degli uccelli che costruiscono un nido per “fare la famiglia”. Lei, invece, non può vivere questa condizione, non può vivere la sua vita familiare . I motivi possono essere molteplici; possiamo pensare alla latitanza di un brigante alla macchia, o arrestato, oppure, in tempi più recenti, ad un emigrato in cerca di fortuna all’estero.
La canzone si conclude con una breve filastrocca usata nel gioco del sega sega. Tale passatempo consiste nel mettere il bimbo a cavalcioni sulle gambe e, prendendolo alle braccia, farlo piegare in avanti e indietro al ritmo della filastrocca.
NINNA NANNA DI S. ANNA
di Anonimo. Canzone n. 7 del CD “Briganti di frontiera”

Sant’ Anna quannu jeva a iurticeju Piena di collera e di malinconia

S’ cc’assereva sottu n’ albereju V’reva iauceji fa ianuru

So auceji e fammu la famija
I che so donna n’ lla pozzu fane

Santu Nicola miu cunsulatore Addurm’m stù fiju nu paru d’ore

E si nu paru d’ore n’nci abbastunu Faccenne fane duj, tre i quattu.

Sega sega mastu ciccu
na pagnotta, na zauzicchia meza a me, meza a te, meza aiu fiju d’ iu rre

trad. Quando Sant’ Anna andava all’orticello/ era piena di collera e di malinconia/ si sedeva sotto un alberello/ vedeva gli uccelli fare il nido / sono uccelli e fanno la famiglia/ io che sono donna non la posso fare/ Santo Nicola mio consolatore/ fammi addormentare questo figlio un paio d’ore/ e se un paio d’ore non gli bastano/ fagliene fare due, tre e quattro.
Sega sega Mastro Ciccio/ una pagnotta, una salsiccia/ mezza a me, mezza a te, mezza al figlio del re.( e qui la matematica diventa un’ opinione avendo …tre metà di salsiccia)
famigliaDopo la resa della banda di Gasbarrone e l’arresto a Lenola, nel 1828, del brigante pluriomicida Francesco Del Greco, le autorità erano convinte di aver definitivamente sconfitto il brigantaggio. Questo, invece, esploderà di nuovo nel 1860, come effetto degli sconvolgimenti sociali e politici conseguenti l’Unità d’Italia.

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