ARTICOLO TRATTO DALLA RIVISTA “SAMNIUM” n.4 settembre-dicembre 1952
pag. 195-196
BRIGANTAGGIO NEL PRINCIPATO ULTRA E NEL MOLISE NEL XVIII SECOLO:
– Due « dispacci » di Ferdinando IV Borbone, il primo del 20 febbraio 1793 e l’altro del 30 agosto 1796 ci rivelano l’imperversare dei malviventi e il diffuso brigantaggio che sullo scorcio del XVIII secolo affliggevano le popolazioni del Regno e particolarmente quelle del Principato Ultra e del Molise. E non senza interesse sono gli straordinari provvedimenti presi per fronteggiare la grave situazione: « Il Re sente con orrore che le carceri dei tribunali provinciali e delle corti regie e baronali, non siano sufficienti e capienti per i tanti ladroni e scorritori presi e che la spedizione dei delegati straordinari non ha impedito che altri ne sorgano da ogni parte, giacchè quasi ogni giorno fuggono i condannati dalle galere e immediatamente divengono scorritori di campagna e capi di comitive di ladroni.
Nello scorso mese di gennaio [1793] costoro scassarono la carcere di Ariano estraendone 16 ladroni in accrescimenti della comitiva; altri di giorno, trucidarono in Santomenna tre testimoni della causa delle loro condanne: altri minacciano ed insidiano la vita del caporuota di Chieti, Mastellone, per aver contribuito alle condanne contro di essi: ed i due di Isernia che evitarono la morte alla quale la Vicaria li aveva condannati, sono già capi di formidabile comitiva in quelle contrade. Vede quindi Sua Maestà la necessità di ripari più efficaci e che quindi la Legge deve, dispensare dalle formalità contro i fuggitivi di galera condannati a vita, che possano questi da ciascuno impunemente perseguitarsi, sterminarsi, distruggersi ed uccidersi. Che i condanati alla stessa pena che oltrepassi il decennio, disertando e fuggendo, possano da ogni persona perseguitarsi per arrestarsi e consegnarsi alle forze della giustizia per subire la stessa pena durante la vita, nei forti più lontani. E che lo stesso possa eseguirsi contro i fuggitivi condannati in galera a pena minore del decennio per subirla per vent’anni negli stessi forti ». Più draconiane le disposizioni del 1796 quando è noto – Ferdinando IV si preparava a difendere il Regno dall’offensiva francese di Bonaparte e le diserzioni dei così detti « volontari » erano numerose e preoccupanti, come preoccupante era divenuta la situazione finanziaria, con ripercussioni facilmente prevedibili: Il “regale dispaccio” del 30 agosto 1796 affermava: « Le relazioni venute in questo mese di agosto dal Delegato straordinario nella provincia di Montefusco, fiscale Corabi, dalli presidi di Salerno e di Catanzaro; dalle udienze di Trani e di Lucer, ed anche dal presidente di Foggia, che descrivono le numerose comitive di ladroni e di malviventi le quali scorrendo da paese a paese e da provincia a provincia, portano il terrore e lo spavento da per tutto, commettendo omicidi, furti e ricatti, con aumentarsi sempre più dalli disertori e dai fuggitivi dalle pene di galera, ha fatto con dolore conoscere al Re che l’invio dispendioso di delegati straordinari, benchè avesse riparato all’urgenza, non fu sufficiente a togliere dalla radice il male, quantunque molte centinaia di tali scellerati si fossero sterminati o mandati alle forche ed altre asprissime pene. E non permettendo le attuali circostanze spiccare partite di truppa, S. M. trova necessarie, che li baroni aumentando il numero delle loro famiglie armate, tengano purgato il territorio dei loro feudi, con perseguitare i ladroni e malviventi e le comitive dei disertori e fuggitivi di galera che scorrono uniti oltre il numero di tre che lo stesso facciano con tutto zelo, le Corti Regie dei paesi demaniali, allodiali, farnesiani, medicei o dei Siti reali, unendo cacciatori coraggiosi alle rispettive Famiglie armate con procurare ciascuno nel proprio territorio la persecuzione ed arresto dei ladroni, malviventi, disertori e condannati fuggitivi…
Vuole inoltre S. M. e comanda che le Regie Udienze passino subito la rivista delle rispettive compagnie di campagna e facciano ed eseguano lo scarto degli individui imperosi, viziosi ed inabili e da non potersi neppure addire alla custodia delle carceri accordando la giubilazione col mezzo soldo a quegli inabili che abbiano ben servito oltre il decennio; e rimpiazzino con altrettanti cacciatori coraggiosi e robusti non solo il numero degli individui mancanti della Compagia di campagna, che il numero dei fucilieri di montagna prima destinati in ogni provincia, col soldo di ducati sei al mese…