RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL GIORNALE “IL VERIDICO” N. 14 FIRENZE 29 N0VEMBRE 1862
Da pag.56 E 58
INORRIDITE !
Un testimone di vista scrive all’Osservatore Romano il seguente fatto accaduto nel comune di S.Germano.
Dae soldati sbandati dell’esercito borbonico che si erano resi renitenti a presentarsi, dopo gli ordini emanati dal governo piemontese, per non vedere languire nel carcere i loro parenti arrestati, secondo il nuovo dritto inaugurato dai ristabilitori dell’ordine morale, spontaneamente la mattina di detto giorno si presentarono al maggiore piemontese comandante il battaglione colà stanziato. Costui, mentre il Re Galantuomo nella sua conosciuta clemenza, accordava ai suoi felici sudditi amnistie pei disertori, renitenti, e sbandati, decretava la fucilazione immediata dei due mal capitati, senza alcuna formalità di processo. Di fatti, nelle ore pomeridiane, fatto schierare il battaglone nel largo detto di S.Antonio, alla cui testa egli stava a cavallo, si vide venire un distaccamento di soldati che conduceva sopra di un carretto i due infelici desdinati alla morte. Passando fra la moltitudine, mentre in quel giorno si tiene mercato in detto comune, una delle vittime piangendo e gridando che era innocente, pregava il popolo perchè lo raccomandasse a S.Antonio ed alla Vergine Santissima di liberarlo da quell’ingiusta morte. Fra la generale commozione alcune donne piangendo, gridarono figlio! figlio! bastò questo perchè i soldati di scorta si scagliassero loro addosso, e con pugni e calci le obbligassero a tacere. Proseguirono il cammino e giunti in un punto dove il corso di un canale di acqua impediva il passaggio del carretto scesero a terra quei due infelici uno dei quali semivivo restò steso a terra; per lo che gli sgherri piemontesi presolo per i piedi lo passarono all’altra sponda, trascinandolo come un maiale al luogo del supplizio , e immediatamente una scarica di fucilate lo privò di un resto di vita se pur ne avea. L’altro nel passare il canale si buttò nell’acqua, da dove trattò dai soldati coi più feroci modi fu condotto nel luogo dove giaceva il compagno estinto. Egli però sempre gridando di essere innocente, e di non aver nulla commesso, colle più commoventi parole si raccomandava alla Vergine Santissia del Carmine, ed ai Santi e cercava sempre tenersi vicino ai soldati per liberarsi dalla scarica che gli stava preparata. Il maggiore intanto gridava çoraggio ai soldati, i quali respingendo con urti il paziente, al fine di farlo allontanare onde evitare che la scarica avesse offeso loro stessi, non vi riuscivano, perchè il disgraziato tornava sempre ad addossarsi a loro. Allora lo stesso maggiore ordinò che, si fosse legato ed essendoglisi scagliati sopra vari soldati, lo gettarono a terra, ma lo svelto, e robusto giovane, potè rialzarsi, e colle braccia aperte corse verso il maggiore, implorando da lui, in nome di Dio e della Vergine, misericordia: Questo straziante spettacolo che commoveva tlltti gli spettatori serviva invece ad aiuare la ferocia del valoroso maggiore,il quale con parole minacciose se la prese cogli ufficiali e soldati: allora un uffiziale, cavato un revolver,ne scaricò tutti i colpi contro l’infelice, che per altro sembrò rimanesse illeso. I soldati gli furono nuovamente sopra, e buttatolo a terra gli fecero una scarica, la quale neppure l’uccise.
Finalmente al rialzarsi della vittima i soldati al comando del maggiore di ucciderlo, volti i fucili coi calci dei medesimi lo mazzolarono, e così atterrto e reso cadavere compirono la formalità della fucilazione, con una scarica numerosa di fucilate.
Questo orrendo fatto consumato alla presenza di migliaia e migliaia di spettatori, atterri tutti, vedendo uomini trucidare un loro simile, ed inferocire perchè domandava pietà, e lo scrivente se ne sentì per l’orrore rizzare i capelli sulla testa.
pag 58
CIVILTA’ PIEMONTESE
Nel secolo dei lumi e della civiltà universale!! i Piemontesi fanno uso di una civiltà tutta propria. A cactiare i briganti da un paesello di Capitanata tra Foggia e Crignola chiamato Oria popolalo di oltre a due mila abitanti, le truppe Piemontesi incendiarono il paese, che fu il ventottesimo dei paesi incendiati dal Governo che vuol fare l’Italia! Almeno Pulcinella, quando volle punire un fornaio, ordinò che si chiudessero tutti i forni, ma non che si distruggessero. Il Governo Piemontese ne sa più di Pulcinella, chi lo nega ?
Altro tratto di civiltà, = In un paese delle Puglie tra Cassano e Amendorala fu trovato in pezzi un busto di Vittorio Emmanuelle. Le truppe piemontesi a vendicare
l’oltraggio incendiarono il paese, che è il ventinovesimo degl’incendiati finora dai civilissimi rivoluzionari. Ecco il vero modo di fare l’Italia !
RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL GIORNALE “VERIDICO” N. 15 ROMA 6 DICEMBRE 1862
Da pag. 1
I RUMORI DELLE CAMERE DI TORINO
Era quell’ora in cui li bottegari
Chiudono le botteghe e vanno a letto;
Cominciavano già li lampionari
A illuminar la piazza e il vicoletto;
E già col zeppo in mano e’l lanternino
Iva girando il trovator meschino:
Quando io…… persona prima singolare
Appoggiate le mani sotto al mento
Andava ripensando al battagliare
Che fanno i Deputati al Parlamento,
I guai sono arrivati fino al segno
D’alzare i pugni e fremere di sdegno.
Scampana l’onorevole Presidente,
Chiama all’ordine, strilla e sarrovella;
Ma allora più che mai tutta la gente
Bisbiglia e fa tacere chi interpella;
Di voci si la Camera risuona
Che muta è al paragon Piazza Navona.
A sinistra rumori prolungati,
Scoppiano a destra grida clamorose,
Insultan le tribune ai deputati,
Si dicono nel centro mille cose;
Cresce il tumulto, grida generali…
Ecco le relazioni dei giornali.