Il naufragio del piroscafo Oria nel febbraio 1944

Il naufragio del piroscafo Oria nel febbraio 1944 Una tragedia (quasi) dimenticata
Luisa Ciardi – Fondazione CDSE

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Monumento ai caduti del piroscafo Oria

MONUMENTO (11)

“Mamma ti voglio bene ritornerò. Vaiano. 1922. D.M.”
Queste poche criptiche parole incise su una gavetta rimasta impigliata nelle reti di pescatori greci negli anni ‘80 sono il primo, casuale, tassello di una grande storia dimenticata che la Fondazione CDSE e il Comune di Vaiano (Po) hanno contribuito a far riemergere e approfondire. Tutto iniziò (per il CDSE) con una telefonata dalla Puglia, era l’ottobre 2011: il Comune di Surbo (Le) contattava quello di Vaiano per chiedere notizie, cercare agganci in merito a poche frasi sconnesse incise su una gavetta ripescata in fondo al Mar Egeo. Il quadro che si prospetta appare drammatico, ma allo stesso tempo interessante: deportazioni tedesche, un naufragio, 4200 soldati italiani dispersi, una tragedia dimenticata… con grande impegno e passione si inizia la ricerca nei registri delle anagrafi e qualcosa viene trovato. Un nome, un ragazzo: all’atto n° 24 si scopre un aggancio, D.M. Dino Menicacci, nato a Vaiano il 27 febbraio 1922 e disperso in Mar Egeo l’11 febbraio 1944. Dopo quasi settant’anni la gavetta sommersa ritrova il suo soldato. La Fondazione CDSE inizia a fare le prime ricerche documentarie e d’archivio: si richiede il foglio matricolare e caratteristico al CEDOC, si contattano i discendenti del soldato ancora residenti sul territorio e si riesce a ricostruire una storia, sconosciuta anche ai familiari stessi.

Ministero  12 febbraio 2015 – Saronicco (Grecia)
Commemorazione del 71° anniversario del naufragio del piroscafo Oria
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Un momento della cerimonia

Il giorno 12 febbraio u.s., al chilometro 60 della strada statale Atene-Sunio di fronte all’isolotto di Patroklos luogo ove avvenne il naufragio il 12 febbraio del 1944, si è svolta una breve cerimonia presso il Monumento dedicato ai Caduti del piroscafo Oria in commemorazione del 71° anniversario dalla tragedia.

La cerimonia è stata presenziata dal Col. Antonio Albanese, Addetto per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia in Grecia.

L’ “Oria” era partito da Rodi con 43 ufficiali, 118 sottufficiali, e 3885 graduati e militari italiani. Il Piroscafo navigando sotto costa, si andò ad infrangere per le avverse condizioni meteorologiche contro gli scogli dell’isolotto e solo pochi ebbero la possibilità di salvarsi. Dopo il naufragio, ne furono tratti in salvo 21, assieme a 6 tedeschi e a un greco; costò la vita a oltre 4000 soldati italiani.

I Caduti erano tra coloro che non aderirono al nazismo e alla Repubblica Sociale Italiana dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e provenivamo dai campi di internamento di Rodi. Prigionieri, diretti verso i campi di concentramento in Germania, come tanti altri militari che subirono la medesima sorte.

Tra i soldati italiani oltre cinquanta erano sanniti e come risulta dalla lista degli imbarcati, tre furono i pontelandolfesi coinvolti nella tragedia: Fusco Nicola nato il 9 maggio1922, Paternostro Nicola nato il 1° agosto 1918 e Rinaldi Nicola nato il 28 dicembre 1921, che dovevano essere trasferiti come forza lavoro nei lager del Terzo Reich.

Il luogo del naufragio è considerato, secondo la convezione dell’UNESCO, Sacrario del Mare, custode dei resti mortali di chi è ivi sepolto e riposa.

Nei Sacrari del Mare presenti nei mari della Grecia riposano circa 15.000 nostri soldati per affondamento di navi. Di molte di queste, ancora non sono stati ritrovati elenchi delle persone imbarcate, qualora esistenti.

La cerimonia si è chiusa con la deposizione di una corona di alloro.

IN FONDO AL MARE (5)

IN FONDO AL MARE (1)

The sinking of the ship Oria
The forgotten graveyard of 4200 Italians

On February 12, 1944, the Egean Sea was the theatre of one of the biggest naval disasters of the Mediterranean. The ship Oria, which had departed from Rhodes on February 11, sank amidst a storm off Sounion Cape, carrying more than 4000 Italian PoWs and about 90 German soldiers.

Very few survived: about 50 among Italian and German soldiers. Given the very high human cost, the sinking of the Oria is considered one of the worst naval disasters ever. In spite of its gravity, this tragic incident is to this day still little known. In recent years, thanks to the Internet, relatives of the dead and a few Greeks that took the matter at heart began discussing it. They reconstructed the events and asked the intervention of the Italian authorities in order to compile a thorough report of the events and to make it officially public.

The main objective, however, is to recover what is left of the disaster and can still be seen on the sea floor near Patroklou Island, theatre of the accident.

We hope the Italian authorities will contribute to the effort of bringing together the remains of our fallen soldiers. Some could still be recovered; some others were buried on various sites along the coast of Keratea Attica; and some others were transferred to the Memorial for the Fallen Overseas (Sacrario dei Caduti d’Oltremare) in Bari, in the 50s.