Finisce la guerra per Italia e Austria-Ungheria
Dopo la disastrosa battaglia di Vittorio Veneto dell’ottobre-novembre 1918, l’Esercito Austro-Ungarico era allo sfascio. La sconfitta si trasformò in rotta non più arginabile e mentre le truppe tentavano di rientrare in patria, a Villa Giusti si firmava l’armistizio per far cessare il fuoco su tutto il fronte italiano.
La popolazione italiana apprese il mattino del sabato 2 novembre 1918 l’esaltante notizia:
TRAVOLTO DALL’ESERCITO ITALIANO, IL NEMICO CHIEDE A DIAZ L’ARMISTIZIO
Il giorno 3 il generale Badoglio, il generale Scipioni, il colonnello Gazzano, il capitano Maravigli, il comandante Accissi per la Marina Italiana furono nuovamente a contatto con i parlamentari. Si trattava di discutere la firma vera: la stipulazione dell’armistizio.
Il colloquio durò fino alle 18,39. Prima di uscire avvenne uno scambio di strette di mano, l’armistizio era firmato.” Sotto il titolone L’AUSTRIA HA CAPITOLATO il “Corriere della Sera” del 5 novembre pubblicava il famoso Bollettino della Vittoria.
In quanto alla Germania, il 4 novembre il generale Diaz telegrafò a Parigi: “Se la Germania non sottostarà condizioni armistizio che le saranno imposte da alleati, l’Italia interverrà per costringerla alla resa”.
Di fronte alla minaccia italiana alla sua frontiera meridionale, la Germania ormai boccheggiante cedette. L’8 novembre fu annunciata l’abdicazione del Kaiser. Lo stesso giorno, nella foresta di Compiègne, il generale Foch dettò ai delegati tedeschi le condizioni dell’armistizio. Esso venne firmato il giorno 11. La Prima Guerra Mondiale era finita.
Il Bollettino della Vittoria
IL TESTO INTEGRALE DEL BOLLETTINO DELLA VITTORIA
Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12
La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.
La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d’armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, dell’VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Armando Diaz