100° Della Prima Guerra Mondiale

Le cause della Prima Guerra Mondiale
A cura di: Roberta Praderio
Il 28 giugno 1914, quando il panslavista serbo Gavrilo Princip uccide a Sarajevo l’Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie, la storia europea arriva ad una svolta cruciale: l’Impero Austro-Ungarico – e i Balcani in particolar modo – erano da tempo in una grande agitazione etnico-politica, dovuta alle tensioni sorte in quella che era definita la “polveriera d’Europa”. In più, l’Impero sta conoscendo, già sotto il regno di Francesco Giuseppe, un fase di lungo e lento declino, iniziato con l’indipendenza di Italia e Germania tra 1860 e 1870 ed inasprito dall’emergere della questione slava (a partire dalle due guerre balcaniche) e dalle spinte rivendicatrici delle diverse popolazioni sottomesse all’interno dei suoi confini; a ciò s’aggiunge la debolezza dell’esercito, la paralisi dell’apparato burocratico e gli squilibri nello sviluppo economico-industriale.

L’attentato del giugno 1914 diventa allora il pretesto per scatenare una guerra di portata “mondiale”: la Germania è ormai una grande potenza europea, dall’impetuoso sviluppo tecnologico ed economico, e la Weltpolitik del Kaiser Guglielmo II mira ad accrescere ulteriormente il peso tedesco sullo scacchiere europeo e mondiale. Ciò suscita naturalmente la preoccupazione di Francia e Gran Bretagna e dà vita ad una complessa ragnatela di alleanze diplomatiche e trattati segreti (come la Triplice Alleanza o la Triplice Intesa) tra le maggiori forze europee. I piani di guerra tedeschi (come quello di Schlieffen) sono pronti da anni ed attendono solo l’occasione migliore: all’ultimatum austriaco alla Serbia (23 luglio 1914) fa seguito la dichiarazione di guerra (28 luglio), la mobilitazione generale della Russia (30 luglio), l’ingresso in campo di Germania (1 agosto), Francia e Gran Bretagna (4 agosto). La Prima guerra mondiale è ormai scoppiata.

La Prima guerra mondiale: riassunto della prima fase (1914-1916)

A cura di: Roberta Praderio
Allo scoppio del primo conflitto mondiale, le operazioni militari si indirizzarono su tre fronti (cui s’aggiunge presto il mare del Nord): quello occidentale (Belgio e Francia), quello orientale (Galizia e Polonia) e i Balcani. Nelle prime fasi della guerra, il centro delle operazioni è il fronte occidentale: sconfitti gli anglo-francesi nella “battaglia delle frontiere” (21-23 agosto), i tedeschi guidati da Van Moltke sembrano avere la strada aperta fino a Parigi, ma la controffensiva anglo-francese ordinata da Joffre respinge i tedeschi, bloccandone l’avanzata sulla Marna. È la fine della guerra di movimento e l’inizio di un’estenuante guerra di logoramento. Nonostante i tentativi tedeschi di espugnare la cittadella di Verdun (1916), e le offensive inglesi sulla Somme (luglio-novembre 1916), la situazione sul fronte occidentale rimane di fatto invariata. Sul fronte orientale i tedeschi sconfiggono facilmente i russi, mentre gli austriaci incontrano grosse difficoltà, perdendo definitivamente la Galizia nel 1916. Nei Balcani gli inglesi compiono una fallimentare operazione militare nei Dardanelli (1915), che ha come unico risultato l’entrata in guerra della Bulgaria. Nel 1916 anche la Romania decide di entrare in guerra al fianco dell’Intesa, ma viene ben presto conquistata dai tedeschi. La guerra navale infine, vede fin da subito le schiaccianti vittorie inglesi presso l’isola di Helgoland (28 agosto 1914) e alle Falkland (8 dicembre 1914), e l’inizio del blocco navale ai danni della Germania.

Durante il conflitto vengono utilizzate su larga scala nuove armi, alcune delle quali (come i gas tossici, i carri armati e gli aerei da guerra) sono sperimentate per la prima volta. Anche l’artiglieria viene notevolmente potenziata, e fondamentale diventa l’utilizzo della mitragliatrice, dei cannoni a tiro rapido e dei sottomarini. All’interno degli Stati la guerra portò ad alcuni significativi cambiamenti: gli Stati intervengono in maniera diretta nell’economia, controllando le industrie strategiche, i prezzi dei prodotti agricoli, arrivando pure alle requisizioni forzate e al razionamento dei beni di prima necessità. A livello politico, gli esecutivi si rafforzano sempre di più a scapito dei Parlamenti, per la necessità, nelle convulse vicende belliche, di prendere decisioni immediate e spesso segrete. Infine, si inizia a utilizzare massicciamente la propaganda, attraverso cui accrescere il coinvolgimento dell’intera popolazione nel conflitto e compattare così il fronte interno.

La vita dei soldati al fronte è magistralmente raccontata da molti autori, che, partecipando al conflitto, ne scoprono l’orrore e l’inutilità, ma anche dalle molte lettere dei fanti semplici alle famiglie. Ovunque emerge in senso di precarietà e di impotenza davanti a una guerra che sembra non avere fine, e insieme la scoperta, nel quotidiano rapporto con la morte, dell’umanità del nemico, non più feticcio da uccidere, ma quasi fratello e compagno. Tra le “voci” che sono giunte fino a noi sulla Prima Guerra mondiale, Erich Maria Remarque (Niente di nuovo sul fronte occidentale), Emilio Lussu (Un anno sull’altopiano), Giuseppe Ungaretti (Allegria di naufragi), Ernest Hemingway (Addio alle armi), Carlo Emilio Gadda (Giornale di guerra e di prigionia), Aldo Palazzeshi (Due imperi… mancati), Piero Jahier (Con me e con gli alpini), Paolo Monelli (Le scarpe al sole).


Dalla disfatta di Caporetto al Trattato di Versailles
A cura di: Roberta Praderio

Il 1917 è l’anno più difficile e drammatico della Prima guerra mondiale: il diffuso malcontento tra la popolazione civile (sfociato in manifestazioni di piazza un po’ ovunque negli Stati belligeranti, cui si reagisce con la repressione violenta o l’attività di propaganda), gli episodi di insubordinazione al fronte, lo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre e i timori delle potenze occidentali di una rapida diffusione del “morbo” socialista. L’ingresso in guerra degli Stati Uniti (6 aprile 1917), in risposta alla guerra sottomarina dei tedeschi, sposta tuttavia gli equilibri in campo a favore delle forze alleate, e i quattordici punti del presidente Woodrow Wilson (tra abolizione della diplomazia segreta, riduzione armamenti e abbassamento dei dazi doganali, il principio di nazionalità) prefigurano già gli assetti del mondo post-bellico, anche se la Società delle Nazioni non sarà l’elemento di equilibrio e di soluzione delle tensioni internazionali che Wilson aveva sperato.

L’Italia conosce poi nel 1917 la fase più grave e dolorosa della guerra con l’Austria: alla durezza dei metodi di Cadorna si somma la sconfitta di Caporetto (24 ottobre 1917) che costa all’esercito italiano 650.000 uomini tra morti, feriti, prigionieri e sbandati. Il riordino delle truppe sotto Armando Diaz e la controffensiva di Vittorio Veneto (24 ottobre – 3 novembre 1918) portano alla capitolazione dell’Impero Austro-ungarico (armistizio di Villa Giusti, 3 novembre). Tuttavia, le complesse trattative di pace di Parigi (gennaio-agosto 1920, cui però non vengono ammessi i vinti), non risolvono affatto le gravi questioni sul tavolo, ponendo anzi le basi sia per la dittatura nazista in Germania, per il Ventennio fascista in Italia e, più in là, per la Seconda guerra mondiale.


Cronologia della Prima Guerra mondiale (1914-1918)

A cura di Rachele Jesurum
1914

28 giugno: l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria viene assassinato a Sarajevo dal nazionalista serbo Gavrilo Princip.

28 luglio: dopo l’attentato di Sarajevo e un ultimatum caduto nel vuoto (23 luglio), l’Austria-Ungheria muove guerra contro la Serbia.

1 agosto: la Germania, alleata dell’Austria e dopo la mobilitazione delle truppe dello zar alla frontiera, dichiara guerra alla Russia.

2 agosto: i tedeschi mirano all’attuazione del Piano Schlieffen, che prevede l’apertura di un fronte occidentale contro la Francia: occupano il territorio del Lussemburgo e procedono verso il Belgio, violandone la neutralità.

3 agosto: dichiarazione di guerra della Germania contro la Francia, alleata della Russia; l’Italia, pur essendo alleata nella Triplice Alleanza di Germania e Austria, persiste nella scelta della neutralità.

4 agosto: anche la Gran Bretagna, alleata della Francia, dichiara guerra alla Germania.

6-13 agosto: le reciproche dichiarazioni di guerra (della Serbia e della Francia contro l’impero austro-ungarico e dell’Austria-Ungheria contro la Gran Bretagna) definiscono il confronto tra le forze della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Impero russo) e della Triplice Alleanza (Austria-Ungheria, Germania e l’Italia per ora neutrale). Il 23 agosto il Giappone dichiarerà guerra agli Imperi centrali, ampliando la dimensione “mondiale” del conflitto.

agosto-settembre: le truppe tedesche registrano i primi successi, occupando Bruxelles sul fronte occidentale e bloccando l’avanzata dei francesi presso il Reno; sul fronte orientale, i generali Ludendorff e Hindenburg ottengono considerevoli vittorie sui russi a Tannenberg (17 agosto – 2 settembre) e ai Laghi Masuri (7 – 14 settembre).

25 agosto: la Germania bombarda Anversa e dà il via all’assedio della città. Caduta la città, il Belgio si arrenderà a ottobre.

2 settembre: il governo francese ripara a Bordeaux, dato che l’esercito tedesco è arrivato a 40 km da Parigi.

12 settembre: i francesi bloccano l’avanzata tedesca nella prima battaglia della Marna; finisce la guerra di movimento (o “guerra-lampo” dal tedesco Blitzkrieg) e si passa alla guerra di trincea. Il comando delle truppe tedesche ad ovest passa da Von Moltke a Von Falkenhayn.

31 ottobre: anche l’Impero ottomano entra nelle ostilità, alleandosi all’Austria-Ungheria e alla Germania.

8 dicembre: i britannici sbaragliano la flotta tedesca presso le Isole Falkland.
1915

26 aprile: dopo il fallimento delle trattative con l’Austria (cui l’Italia chiede compensazioni territoriali per entrare in guerra a fianca degli Imperi centrali) il governo italiano stipula segretamente e all’insaputa del Parlamento il Patto di Londra, con il quale l’Italia accetta di entrare in guerra di lì ad un mese alleandosi con la Triplice Intesa, ottenendo, in cambio di vittoria, il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria, la Dalmazia (eccetto Fiume), la base navale albanese di Valona e il riconoscimento di sovranità sui possedimenti del 1912 nel Dodecaneso.

3 maggio: denuncia italiana della Triplice Alleanza.

7 maggio: l’affondamento del transatlantico Lusitania, ad opera di un sottomarino tedesco, è il primo passo per l’entrata in guerra degli Stati Uniti.

24 maggio: dopo le pressanti manifestazioni di piazza dei nazionalisti – alla cui testa si pone Gabriele D’Annunzio – affinché l’Italia entri in guerra, si arriva alla dichiarazione formale di guerra contro l’Austria.

giugno-dicembre: le prime quattro battaglie dell’Isonzo (23 giugno-7 luglio; 18 luglio-4 agosto; 18 ottobre-4 novembre; 10 novembre-2 dicembre) lungo il fronte italo-austriaco portano minimi avanzamenti territoriali, ad un prezzo altissimo in termini di vite umane.
1916

21 febbraio: i tedeschi iniziano la controffensiva contro i francesi a Verdun. Si tratta di una delle principali battaglie sul fronte occidentale, che vede contrapposti francesi e inglesi da una parte e tedeschi dall’altra in una logorante guerra di posizione dagli ingenti costi umani.

11-19 marzo: quinta campagna dell’Isonzo. Nello stesso anno ne seguiranno altre quattro (4-8 agosto, con la durissima conquista di Gorizia; 14-17 settembre; 9-12 ottobre; 31 ottobre-1 novembre).

15-31 maggio: l’esercito austriaco dà il via alla Strafexpedition (cioè “spedizione punitiva”) contro l’Italia per accerchiare le truppe schierate sull’Isonzo. Nonostante il grande impegno di uomini, la spedizione fallisce.

31 maggio-2 giugno: scontro navale tra la flotta britannica e quella tedesca nella storica battaglia dello Jutland.

27 agosto: la Romania dichiara guerra all’Austria-Ungheria. Il giorno successivo l’Italia muove guerra contro la Germania e quest’ultima contro la Romania.

21 novembre: Carlo I d’Asburgo succede a Francesco Giuseppe.
1917

3 febbraio: gli Stati Uniti, in reazione alla guerra sottomarina tedesca, interrompono le relazioni diplomatiche e si preparano all’ingresso nelle ostilità.

12 marzo: nella Russia zarista, scoppia la “rivoluzione di febbraio” (secondo il calendario giuliano, è il 23 febbraio), che costringe Nicola II all’abidicazione e porta all’instaurazione di un governo provvisiorio.

2 aprile: gli USA muovono guerra contro la Germania.

12-28 maggio: sull’Isonzo, si combatte la decima battaglia tra Italia e Austria.

27 giugno: anche la Grecia entra in guerra, schierandosi contro Bulgaria, Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano. Il 14 agosto la Cina dichiara guerra alla Germania e all’Austria-Ungheria, seguita il 26 dal Brasile.

17-31 agosto: undicesima battaglia dell’Isonzo.

24 ottobre: le truppe austriache e tedesche sfondano il fronte italiano a Caporetto (dodicesima battaglia dell’Isonzo), causando notevolissime perdite all’esercito italiano e portando la linea dei combattimenti lungo il fiume Piave. Si tratta del momento più drammatico per l’Italia nel corso di tutto il conflitto.

6 novembre (24 ottobre nel calendario russo): con la “Rivoluzione di Ottobre” i bolscevichi prendono il potere e instaurano il Congresso dei Soviet.

8 novembre: dopo la disfatta militare di Caporetto, il generale Diaz sostituisce Cadorna, noto per i suoi duri metodi repressivi nei confronti delle truppe.
1918

8 gennaio: il presidente americano Woodrow Wilson presenta i quattordici punti il suo programma per l’assetto mondiale post-bellico.

3 marzo: con il trattato di Brest-Litovsk, la Russia comunista firma la resa verso gli Imperi centrali.

luglio-agosto: offensiva dell’Intesa lungo il fronte occidentale

24 ottobre-3 novembre: con un’offensiva sul Piave e sul Grappa le truppe italiane conquistano Vittorio Veneto. L’Austria-Ungheria , stremata e al collasso su tutti i fronti, chiede l’armistizio.

4 novembre: armistizio fra Italia e Austria-Ungheria.

11 novembre: con l’armistizio fra il resto degli alleati e la Germania, si conclude il primo conflitto mondiale. La Conferenza di pace di Parigi (18 gennaio 1919 – 21 gennaio 1920) e il Trattato di Versailles definiranno i nuovi assettti territoriali europei.