Lancio del Formaggio – XII Meeting delle Province – V Trofeo “Padre Pio”
Sabato 29 e Domenica 30 settembre, i lanciatori di formaggio delle province di Benvento, Perugia, Fermo, Arezzo, Chieti, Frosinone e Lucca sono pronte a scendere in strada per dare inizio all’XI Meeting delle Province – 5° Trofeo “Padre Pio”, gara nazionale individuale nelle categorie kg. 1, 3, 6, 9 e 20-22. La manifestazione sportiva è organizzata dall’ASD Ruzzola del Formaggio Pontelandolfo in collaborazione con la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali (FIGeST) e con il patrocinio del Comune e dell’Associazione Pro-Loco di Pontelandolfo. Sulle strade della storica località Sorgenza si terrà nella mattinata di sabato 29, con ritrovo degli atleti alle ore 7,30 per la consegna delle forme di formaggio, la fase eliminatoria di tutte le categorie in calendario. Se il lancio di una forma di formaggio a Pontelandolfo ha origini antichissime, ancora più antiche sono le orme lasciate da civiltà sepolte nell’amena piana di Sorgenza bagnata dal torrente Alenticella e un tempo remoto dal capriccioso Resicco. Qui insisteva una volta un florido e ridente Pago: il “Pagus Herculaneus”, o “Villaggio di Ercole”. Questo distretto rurale dell’antico territorio romano, abbellito di marmi, di vetri, di mosaici di affreschi, di statue, di templi, di acquedotto, di fontane e di terme, ebbe vita in quella piana, l’anno 572 di Roma – 180 a.C. – a seguito della deportazione nell’Alto Sannio di 40.000 capifamiglia di Liguri Apuani, detti Bebiani dal console conduttore Marco Bebio, che furono distribuiti in più Paghi. Che tanto sia verità si è potuto ricavare dalla Tavola di bronzo, o Tavola alimentaria rinvenuta, l’anno 1833, nelle vicinanze di Circello, dal cav. Giosuè D’Agostino di Campolattaro, che descrive i fondi assegnati per alimentare la Colonia Bebiana, e, tra i vari Paghi, nomina il Pagus Herculaneus. Come finì questo Pago, e con esso i suoi preziosi monumenti dell’arte fiorita nel corso di un millennio, non è del tutto noto. Ma i segni divoratori del fuoco, rimasti impressi sulle antichità rovinate dalla furia dei barbari, fanno credere, con ogni fondamento, che esso finì con tutti gli altri Paghi, quando Sauwdan, il feroce capo dei Saraceni, nell’anno 880, devastò e mise a fuoco ogni cosa intorno a Benevento. Sepolto il Pago nelle rovine, non venne, però, abbandonato da quei coloni addetti alla coltura delle terre, che restarono ad abitare la spianata in cui erano depositate le ceneri dei loro antenati; e, cancellando per sempre il nome pagano di Pagus Herculaneus, diedero origine al cristiano Casale di Santa Teodora, forse dal nome della Chiesa Matrice dedicata a questa Santa nel mezzo dell’antico Pago distrutto. I luoghi suggestivi dove si disputeranno le gare sono ricchi di storia passata, dunque, una storia che ha lasciato tracce indelebili dei popoli che vi hanno abitato per secoli. Non meno suggestiva è la location delle finali programmate per la successiva domenica nel centro urbano del paese, con inizio alle 8,30, lungo il canonico percorso cittadino del periodo carnevalesco, con partenza dal selciato di pietra bianca di piazza Roma, dominata dalla imponente torre merlata fatta erigere nel XIV secolo dai Gambatesa, e via a sfrecciante andatura delle forme di formaggio sull’asfalto dello sterminato viale Europa. I lanciatori promettono spettacolo e spettacolo, come sempre, sarà!
Gabriele Palladino