La ruzzola del formaggio a Pontelandolfo
A Pontelandolfo il Carnevale viene celebrato, oltre che come tradizione che si rinnova e sano divertimento, come momento sacrale delle manifestazioni mitiche.
Lo storico locale Daniele Perugini, nella sua Monografia del 1878, colloca il gioco “del cacio”, il tiro alla palla, la lotta ed il pugilato (attività non praticate più nel paese) fra le rievocazioni ludiche in onore del mitico Ercole, dio della cultura romana. Misurare la forza e l’abilità era non solo sfoggio di vigore e salute fisica, ma era anche dimostrazione di benevolenza e protezione del dio Ercole.
Per capire meglio questa sagra della “Ruzzola del formaggio” ci avventureremo nella descrizione delle regole essenziali, facendo riscoprire il fascino del pittoresco linguaggio. Il gioco consiste nel fare “ruzzolare” una forma di formaggio, e ciò comporta una certa forza ma ancor più una grande abilità.
La sfida si consuma fra due, quattro o sei giocatori, lungo un percorso predeterminato e fissato ormai da secoli. La sagra si svolge dalla Piazza Roma alla cappella di San Rocco, defilandosi lungo il Viale dell’impero.
Le regole sono le stesse da sempre: ad ogni lancio il posto raggiunto dal formaggio viene segnato; chi fà il tiro più corto dovrà (nel secondo tiro) tirare per primo; colui che copre l’intero percorso (di andata e ritorno) coi minor numero di lanci è il vincitore.
Ai giocatori veri e propri si possono unire nel gioco ‘I’ vaccarèll’ ” che, parteggiando per una squadra, ne seguono la sorte: in caso di vincita partecipano alla divisione del formaggio, nel caso di sconfitta ne partecipano al pagamento. Sono costoro gli “ultras del gioco” che fanno sentire le loro grida ad ogni tiro, rimbrottando, sbeffeggiando, criticando ed osannando ora l’una ora l’altra squadra, rincorrendo la forma di formaggio con l’eterno grido esortativo “lelè… lelè… la pezza r’ f’rmagg’… lelè… a vuia lota… lelè…”.
RENATO ROGERO ci invia la traduzione in Portoghese dell’articolo:
EM PONTELANDOLFO, O CARNAVAL É COMEMORADO, ALÉM DE UMA TRADIÇÃO RENOVADA E DIVERTIDA, COMO UM MOMENTO SAGRADO DE EVENTOS MÍTICOS.
O historiador local Daniele Perugini, em sua monografia de 1878, coloca o jogo de cacio, tiro com bola, luta e boxe (atividades que não são mais praticadas no país) entre as encenações lúdicas em homenagem ao mítico Hércules, deus da Cultura romana.
Medir força e habilidade não era apenas uma demonstração de vigor e saúde física, mas também uma demonstração da benevolência e proteção do deus Hércules.
Para entender melhor este festival da “Ruzzola del cheese”, nos aventuraremos na descrição das regras essenciais, redescobrindo o charme da linguagem pitoresca.
O jogo consiste em fazer um queijo rolar, o que implica uma certa força, mas ainda mais uma grande habilidade.O desafio ocorre entre dois, quatro ou seis jogadores, por um caminho pré-determinado e fixo por séculos. O festival acontece da Piazza Roma até a capela de San Rocco, profanando ao longo da Viale dell’Impero.
As regras sempre foram as mesmas: a cada lançamento, o local atingido pelo queijo é marcado; quem faz o tiro mais curto deve (no segundo tiro) disparar primeiro; quem cobre a rota inteira (ida e volta) com o menor número de jogadas é o vencedor.
Os jogadores reais podem participar do jogo ‘I’ vaccarèll ‘, que, ao lado de uma equipe, segue seu destino: no caso de ganhar, eles participam da divisão de queijos, no caso de derrota, participam do pagamento.
Eles são os “ultras do jogo” que fazem seus gritos serem ouvidos a cada tiro, repreendendo, zombando, criticando e elogiando agora um agora o outro time, perseguindo a forma do queijo com o eterno grito exortador “lele … lele” … a peça r ‘f’rmagg’ … lelè … a vuia lota … lelè…”.
FOTO DI Domenico Vignone (Mimì)
Forza e abilità sono almeno alcuni dei requisiti per partecipare al tradizionale gioco della “RUZZOLA DEL FORMAGGIO ” di Pontelandolfo che si svolge nel periodo Carnevalesco.