Pietro Paolo Fusco
Pontelandolfo (Benevento), 16 Marzo 1880 – Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 24 Gennaio 1918
Biografia
Figlio del maestro e sindaco di San Lorenzello (Benevento) Raffaele Fusco e della maestra di origine comasca Giuseppina Romerio, dopo gli studi presso il Seminario diocesano di Cerreto Sannita e il Liceo Giannone di Benevento si iscrisse alla Facoltà di medicina dell’Università di Napoli, dove si laureò nel 1905 e dove ottenne successivamente vari attestati di specializzazione in igiene, ostetricia e bromatologia.
Desideroso di approfondire gli aspetti psicologici e psichiatrici della natura umana, dopo la laurea si recò a Parigi, per seguire i corsi di Jean-Baptiste Charcot.
Intrapresa poi la carriera di medico condotto nei comuni di San Lorenzello e San Lupo, si trasferì nel 1906 a Cerreto Sannita, dove nel dicembre dello stesso anno inaugurò con il farmacista Umberto Franco un pubblico dispensario medico-chirurgico gratuito. Nel 1907 mise a frutto i propri interessi poetici e letterari fondando il giornale L’Eco del Sannio, che ebbe una forte diffusione grazie alla numerosa pubblicità finanziata dalle piccole imprese della zona.
Nel 1911 uscì una delle sue opere più importanti: Psicologia della morte o le ultime sensazioni della vita, in cui analizzando gli stati psichici dei morenti, sostenne che “la morte, evento naturale al pari della nascita, sopraggiunge come questa nell’incoscienza completa della vita” e che “l’ingresso nell’al di là non è quell’orribile passo che ci fu insegnato a temere sopra ogni altro”.
Nel 1912, dopo aver ottenuto il diploma di perfezionamento in sanità marittima e igiene navale (1910), vinse un concorso e si trasferì a Tripoli, dove fu assunto come assistente unico nel reparto di medicina dell’Ospedale civile Vittorio Emanuele III. Qui prestò servizio anche nel reparto degli alienati e negli ambulatori, occupandosi inoltre del laboratorio. Nel 1914 ottenne un diploma di benemerenza della Croce rossa italiana per il servizio gratuito prestato come direttore dell’Ambulatorio della Dhara Grande. Nello stesso anno sposò Bianca Mazzacane, figlia del banchiere e politico cerretano Pasquale, fondatore della Banca circondariale del Sannio.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, nel maggio 1916 rientrò in patria e partì volontario per il fronte, prima in qualità di tenente e poi di capitano medico della Croce rossa. Alla fine di giugno si stabilì a Malo (Vicenza) con l’ospedale militare 62 “Tripoli”, al seguito del quale ripartì nel luglio 1917 per Santa Caterina di Tretto (Schio), proseguendo poi per Posino in zona di guerra, Santa Maria La Longa, Percoto e l’Altopiano della Bainsizza. Nel novembre 1917 fu assegnato al servizio sul treno-ospedale n. 16 della Croce rossa, dalla quale fu insignito nel 1918, dopo la morte, della medaglia di bronzo al merito.
Morì tragicamente, travolto da un treno alla stazione di Santa Maria Capua Vetere, in circostanze mai chiarite.
Tra le sue opere si ricordano: Rendiconto del pubblico dispensario medico chirurgico (1908); La lotta contro la tubercolosi nel Mezzogiorno d’Italia (1908); La chirurgia napoletana a Parigi (1909); Fisiologia del profumo (1910); Il salicilato di sodio nella cura della tubercolosi polmonare (1910); Gravidanza extra-uterina seguita da aborto (1911); L’unicità batterica delle infezioni intestinali e loro cura moderna (1912); Clima e salute pubblica in Tripolitania (1912); I versi di Bianca (1914); Fegato e cirrosi dispeptica in Tripolitania (1916).
Opere
Si riporta un elenco parziale di opere poetiche e scientifiche:
• Biografia dei Laurentini (1893);
• L’ira di Dio (a partire dal 1895);
• L’Eco del Sannio (a partire dal 1907);
• Ode alla luce elettrica (1908);
• Rendiconto del pubblico dispensario medico chirurgico (1908);
• La chirurgia napoletana a Parigi (1909);
• Psicologia della morte o le ultime sensazioni della vita (1911);
• Fisiologia del profumo (1912);
• Clima e salute pubblica in Tripolitania (1912);
• Fegato e cirrosi dispeptica in Tripolitania (1916).
Bibliografia
Associazione Pro Malo (1998). Malo nella grande guerra. Vicenza: Edizioni Istituto San Gaetano.
Piscitelli, R. (1969). Pietro Paolo Fusco nella Cerreto del primo ‘900. A.B.E.T.E.
Vigliotti, N. (1998). San Lorenzello e la Valle del Titerno. San Lorenzello: Cerza.
Zazo, A. (1973). Dizionario bio-bibliografico del Sannio. Napoli: Fausto Fiorentino.
PREFAZIONE
Questo lavoro è nato dalla lettura dell’intera raccolta de « L’Eco del Sannio n, giornale fondato e diretto da Pietro Paolo Fusco.
In verità inizialmente il mio interesse allo studio sul Fusco era rimasto quasi soddisfatto dalle notizie ricavate da « L’Eco del Sannio » e ne nacque un articolo destinato ad un periodico beneventano. Ma poi il maggiore approfondimento sulla vita e sulle altre opere di Pietro Paolo Fuoco e il 50° della sua morte, mi indussero a scrivere la presente monografia che mi auguro riesca gradita ai cerretesi ed ai laurentini: ai primi perchè il Fusco visse a lungo e diede forse il meglio di se stesso a Cerreto, ai secondi perchè, se pure non nato a S. Lorenzello, portò con sè sempre vivo il ricordo del paese dei suoi Padri (Pontelandolfo).
Un vivo ringraziamento va al prof. Enrico Maria Fusco ed alla Signora Licia Fusco La Rocca per avermi donato la raccolta de « L’Eco del Sannio »; al Sindaco di San Lorenzello, dott. Pietro Martone, per avermi fornito la fotografia del Fusco esistente in quel Palazzo Comunale; al Sindaco di Cerreto, avv. Carlo Montefusco, per avermi fatto consultare gli atti esistenti nell’Archivio Comunale e infine all’ing. Giuseppe Ricciardi, il quale mi ha dato in visione l’« Opera omnia » del Fusco che gelosamente conserva.
RENATO PESCITELLI
In occasione dell’inaugurazione (il 23 maggio 1908) dell’impianto elettrico di illuminazione pubblica a Cerreto Sannita (BN), Pietro Paolo FUSCO scrisse l'”Ode alla luce elettrica”.
Pietro Paolo Fusco era un giovane medico, dinamico, brillante giornalista e poeta dalla vena facile. Nacque nel 1880 a Pontelandolfo (BN), ma risiedé a San Lorenzello (BN) e sposò una cerretese.
Lampione a forma di caciocavallo. Egli volle così esprimere il suo sentimento poetico per qualcosa di strabiliante che incantò tutti: l’avvento della “luce elettrica”.
L’impianto elettrico a Cerreto Sannita fu realizzato su progetto del famoso Alfonso Sellaroli da Guardia Sanframondi (paese confinante con Cerreto S.), conosciuto non soltanto come “mago degli orologi”, soprattutto da torre, ma anche come costruttore di ”sismografi”,, ”telefoni” ed ”impianti elettrici” di ogni genere.
Sellaroli con l’orologio di Gerusalemme
ODE ALLA LUCE ELETTRICA
Testo dialettale
Com’è bégl’ C’rrit’ agliumèt’
cu la glièttrica mezza a la via,
pære addò agg’ fatt’ i suldèt’
e chiù bégl’ d’ Napugl’ sarrìa
`nnanz’ cæs’, Madonna, che abbàgl’!
Uah! Che abbàgl’, frató p’ Gesuèl’!
Hann’ miss’ nu cuæs’cavàgl’
ca fa luce p’ cént’ cannél’.
E p’ tutt’ è gliu stéss’ splennór’
da p’ tutt’ t’ pó cunzulà
Dall’Addàlia a gliu cuæp’ da for’
verament’ se po’ passià.
I agg’ ditt’ a muglièrma Carmèna,
d’associàrm’ all’illuminazión’,
e m’ha ditt’ ca è megl’ a cannél
p’ parìcchi’ e divers’ ragión’;
ca, i che saccie, dentr’ a l’ogl’ s’ammolla
i capigl’ e s’allécc’ le dét’,
e si manca, s’arrost’ a braciòl’
`ncopp’ a ciamm’ d’ glium’ de crét’..
Patratè! Ch’ ragión’ so cchéss’
d’ muglièrma? Ch’ pozz’ arraggià!
Song n’om’ d’ scienz’ e prugrèss’,
teng’ i puézz’, e ma ogl’ accattà.
Testo in italiano
Come è bello Cerreto illuminato
con la luce elettrica lungo le strade,
mi sembra (di stare) dove ho fatto il soldato
e più bello di Napoli appare
davanti casa, Madonna, che abbaglio!
Oh! Che abbaglio, “fratello, per Giosuè”
hanno installato (un lampione che ha la forma di) un caciocavallo
che fa la luce di cento candele.
Dappertutto è lo stesso splendore,
dappertutto ti puoi consolare
Da casa Dalio (estremità inferiore del centro abitato) al “capo di fuori” (°)
veramente si può passeggiare.
Ho detto a mia moglie Carmela,
di voler diventare socio per avere l’illuminazione (in casa),
e mi ha detto che va meglio la candela
per parecchie e diverse ragioni;
che so, nell’olio si bagna
i capelli e si lecca le dita,
oppure si arrostisce la braciola
sulla fiamma di lume di creta…
Oh Padreterno! Che ragioni son queste
di mia moglie? Ch’ella possa prendere la rabbia!
Sono un uomo di scienza e progresso,
ho i soldi, e me la voglio comprare (la luce elettrica).
(°) – cuæp’ da for’, ossia la “testa di fuori” (sporgente). Si tratta del nome di una località alla periferia Nord/Est del centro abitato di Cerreto Sannita, così denominata perché, terminando in quel luogo il centro abitato, è possibile osservare la campagna cerretese sporgendo semplicemente la testa oltre l’ultimo fabbricato.
Ecco chi era Pietro Paolo FUSCO l’autore dell’ode alla luce elettrica (Com’è bégl’ C’rrit’ agliumèt’, …….).
Pontelandolfo la Via Ricetta casa di nascita diPietro Paolo Fusco