Egildo Gentile.
Egli nasce a Pontelandolfo, alla via Porta Castello, una delle cinque porte che nel lontano medioevo consentivano l’accesso al paese arroccato ai piedi della torre antica, il 15.11.1878 da Vincenzo e Rossi Maria Grazia. Dopo tanti decenni di impegno severo nelle sue attività professionali, dove dimostra un grande attaccamento al suo paese natio, si spegne alla veneranda età di anni 83 il 18.01.1961. Significativa la sua attività di ricercatore, di critico, di pubblicista, di docente della Scuola di Paleografia Diplomatica ed Archivistica di Napoli. Uomo di immenso spessore culturale, di nobile e generosa idealità ha rappresentato e rappresenta ancora tutt’oggi, certamente, uno dei figli migliori di Pontelandolfo. La sua attività di studioso di grande livello ha contribuito alla crescita sociale e civile di questa comunità, ha rappresentato un sicuro punto di riferimento per le diverse generazioni che con pazienza e con eterno amore per Pontelandolfo hanno saputo raccogliere i frutti migliori che l’antica terra sannita ha saputo generare.
Ha lasciato al patrimonio bibliografico del Comune un’opera importante sulla storia del paese: “Il Castello e la Terra di Pontelandolfo” edita nel 1905. Ristampata nel 2002 dall’Amministrazione Comunale, Egildo Gentile fa una descrizione minuziosa del monumento rappresentativo della comunità.“La torre – scrive Gentile – si leva di 21 metri dal suolo; ha le mura di basamento larghe metri 4,50, costruite a scarpa sopra un diametro di metri 14; e, dalla metà circa dell’altezza, dove un cordone di pietra bruna la cinge, si dirizza fino ai merli in forma perfettamente cilindrica. Quel cordone, tagliandola orizzontalmente, la distingue in due parti. L’inferiore comprende due vani: uno spazioso, chiuso tra il basamento e una volta di pietre, era adibito ad uso di cisterna, da cui, per un foro scavato nel muro dal lato sud-ovest, si attingeva l’acqua pel bisogno degli assediati; l’altro, dell’altezza d’un uomo, interposto tra la volta della cisterna e il pavimento superiore, diviso in quattro settori eguali, serviva per conservare le munizioni. La parte superiore, poi, chiusa pure da una volta di pietre, era separata da un assito in due piani, che comunicavano per mezzo di due botole. Una grossa cornice di pietra limita il vecchio edifizio; e, sebbene spezzata e distrutta in parte, evidentemente mostra che un giorno reggeva la merlatura, da cui potevano i difensori tirar frecce e pietre, e, per mezzo dei piombatoi, versar olio bollente e pece sugli assedianti.
Le riparazioni e le nuove costruzioni rendono oggi difficile un esame più minuzioso; e solo si può desumere che alla torre si accedeva dall’interno del castello mediante un ponte levatoio, il quale, partendo dalle mura del fabbricato che le si alzava di fronte, calava sulla soglia del finestrone che guarda a mezzodì. Oltre la mancanza di ogni altra possibile via di entrata, quel finestrone, di forma rettangolare, dalle spallette di pietra oscura, la cui costruzione è coeva alle mura della torre, è di troppo chiara eloquenza, perché si possa dubitare dell’uso a cui originariamente era destinato”. La nobiltà della famiglia Gentile ha continuato a dare lustro al paese anche dopo la scomparsa di Egildo, lasciando una traccia profonda nella storia di Pontelandolfo. La famiglia Gentile ha continuato a scrivere pagine significative nel campo della cultura, con grande senso del dovere ed impeccabile professionalità, che l’ha portata a diventare una delle famiglie più rappresentative del paese che il principe Longobardo Landolfo fece costruire oltre un millennio fa. Egildo Gentile è scritto nell’elenco di quei personaggi che più di tutti hanno caratterizzato il percorso di vita ultrasecolare della comunità sannita. Nel corso degli anni Cinquanta, fu proprio l’amicizia che legava in un forte legame l’arch. Gentile con Lucio Gregoretti, il padre del famoso regista Ugo, a segnare l’inizio della straordinaria avventura della famiglia Gregoretti a Pontelandolfo. Gregoretti, Presidente dell’azienda autofilotranviaria (ATAN) di Napoli e Vice Presidente della Confederazione Nazionale di Trasporti, in visita all’amico Gentile, restò stupefatto dalla imponenza della torre medievale di Pontelandolfo, che riuscì ad acquistare negli Sessanta quando i vecchi proprietari decisero di vendere. Il sodalizio dei Gregoretti con il paese dura fino al 1980, quando alla morte del vecchio Ugo, il monumento fu alienato dagli eredi. Ancora una volta, dunque, la famiglia Gentile aveva dato il suo contributo alla storia bella di Pontelandolfo, facendo nascere un affetto tra i Gregoretti e i pontelandolfesi, oggi sempre vivo e pulsante, grazie anche alle tante iniziative culturali realizzate dalla locale Associazione Pro-Loco e dall’Amministrazione Comunale insieme al maestro Ugo, tra l’altro cittadino onorario del paese. Ricordiamo Egildo Gentile con affetto. Un ricordo che il tempo non potrà mai cancellare.