Nei e sole. I consigli dell’esperto sotto l’ombrellone
Salute & Prevenzione 26 maggio, 2017
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Con la bella stagione possiamo finalmente dimenticare nell’armadio gli abiti pesanti e ripescare magliette, canotte e costumi. Il sole e il caldo ci aspettano, ma dobbiamo ricordarci di non compiere imprudenze sull’onda dell’entusiasmo per le vacanze che si avvicinano. Soprattutto, chi ha dei nei, dovrebbe prestare un’attenzione particolare all’esposizione solare e tenere sotto controllo la propria pelle sempre.
Occhio a ciò che c’è di nuovo
“Essendo meno vestiti, è più facile notare se sulla nostro pelle compare qualcosa di nuovo – spiega Paolo Gisondi, professore associato università Verona, clinica di dermatologia – La maggior parte dei melanomi, infatti, non è la trasformazione di un neo, ma una nuova lesione. Per questo l’auto-osservazione è fondamentale”. Ma quali sono le caratteristiche da monitorare?
Forma e dimensione
Prima di tutto il cambiamento: un campanello d’allarme può essere la comparsa di qualcosa di nuovo, oppure la mutazione dell’esistente per quanto riguarda forma e dimensioni: “Una lesione pigmentata che tende a ingrandirsi in modo irregolare, asimmetrico e che ha aree più chiare e altre più scure deve destare attenzione”, spiega il dermatologo. Se una donna è incinta, però, non deve preoccuparsi: “Durante la gravidanza i fattori di crescita per l’embrione hanno un’influenza anche sui tessuti e sugli stessi nei. Se durante la gestazione si osservano dei cambiamenti, questi non devono quindi allarmare”, rassicura l’esperto.
Zone “rosse”
Le zone del nostro corpo più a rischio per il melanoma sono il dorso per gli uomini e le gambe per le donne. “Oltre all’auto-osservazione, è fondamentale la prevenzione – ricorda Gisondi – La fascia d’età più colpita dal melanoma purtroppo è giovane e riguarda soprattutto il range 30-50 anni. Per questo è importante proteggersi prima di esporsi ai raggi del sole”.
Creme e vestiti anti UV
Sicuramente per proteggersi ci vogliono in primis le creme solari, il cui livello di filtraìo non dovrebbe essere inferiore a 30 e che, “anche se sono acqua-resistenti, andrebbero applicate più volte al giorno, anche dopo il bagno”, oppure ricorrendo a particolari magliette che contengono la protezione già nel tessuto: “Con questi indumenti si può andare anche in acqua e in questo caso la protezione è davvero totale: la maglietta scherma completamente la pelle dai raggi ultravioletti”. Cosa che non succede al 100% con le creme solari, nemmeno con quelle a protezione 50, il massimo previsto dalla legge: “Qualcosa filtra sempre e la protezione può diminuire dopo il bagno o sudando. Per questo è fondamentale ricordarsi di riapplicarla”.
Evitare il “fai da te”
Un occhio di riguardo va applicato anche al momento dell’acquisto della nostra protezione: “Andrebbe evitato il fai-da-te, magari con prodotti che si trovano in erboristeria – avverte Gisondi – Gli estratti vegetali contenuti al loro interno possono infatti scatenare effetti di sensibilizzazione irritando la pelle”. Il consiglio generale è comunque, al minimo dubbio, consultare il proprio medico ed eventualmente uno specialista: “Chi ha fattori di rischio come per esempio la familiarità o un fenotipo caratterizzato da pelle, occhi e capelli chiari dovrebbe fare una visita di controllo l’anno, mentre gli altri ogni 2 o 3”, conclude l’esperto.
Attilia Burke