Ufficiale: l’olio extravergine d’oliva è una medicina
nel titolo Fotografia: Ansa Foto
A confermarlo è la severissima Food and Drug Administration, la quale ha ridefinito il prodotto d’eccellenza italiano come un vero e proprio medicinale. Per contrasto e prevenzione di malattie, il millenario “oro verde”, può essere considerato un farmaco e – come tale – necessita di precauzioni nell’assunzione e nella conservazione.
Che l’olio extravergine d’oliva faccia bene non solo al palato non è proprio una novità, diranno in molti.
Specialmente chi vive nel bacino del Mediterraneo ed ha nel cuore e nel DNA questo antichissimo alimento sa bene quanto possa essere benefico un suo assaggio.
Tuttavia, nel nostro tempo di scienza e prevenzione, appare sempre più necessaria una conferma empirica di ciò che già da tempo è dato per assodato.
Così, anche per il nostro atavico amico, sembra essere arrivata una importante certificazione.
L’ente americano Food and Drug Administration (FDA) – ormai da anni un’istituzione internazionale in fatto di sicurezza e salute – vigila severamente sui prodotti alimentari e farmaceutici da distribuire sul suolo statunitense da più di un secolo.
Proprio la FDA ha deciso di elevare il “nostro” olio extravergine d’oliva, cambiando la sua definizione da “alimento salutare” a “medicinale“.
Gli studiosi ed esperti americani hanno dunque ceduto alle numerosissime evidenze scientifiche che da centinaia di anni dimostrano come Mr. EVOO (pseudonimo usato dagli anglosassoni per l’olio extravergine) produca effetti benefici per il corpo umano.
Perché “extravergine”?
L’olio d’oliva viene definito “extravergine“ quando la sua estrazione è di tipo esclusivamente meccanico.
Anche se questo tipo di lavorazione è la più antica – o meglio, forse proprio per questo – ciò consente al prodotto finale di mantenere un’acidità bassissima, che non superi la soglia dello 0,8%.
Tant’è vero che l’acidità, ovvero la concentrazione di acidi grassi liberi, è uno dei parametri fondamentali per valutare qualitativamente l’olio ai sensi della normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91), la quale ha fissato gli standard che l’olio d’oliva deve rispettare per poter essere commercializzato con la dicitura “extravergine”.
L’oro verde: una storia antica
L’olio extravergine d’oliva, si sa, è un’eccellenza italiana. Di fatto la sua esportazione è contrassegnata dal celebre marchio “Made in Italy”, il quale gli conferisce una certa sicurezza qualitativa in tutto il mondo.
Sebbene sia ormai globalmente considerato come un prodotto tipico del Bel Paese, bisogna dire che il rapporto tra l’uomo e l’olivo è di matrice ben più antica e leggermente più orientale.
Le prime tracce dell’albero d’olivo sono state rinvenute in Israele – più precisamente ad Haifa – e sono state fatte risalire al V millennio a.C.
Tuttavia, le prime tecniche attestate di produzione, lavorazione e conservazione di olio (ovviamente extravergine) sono associate alle antiche civiltà greca e romana.
Le tecniche di lavorazione – rimaste invariate per secoli – come anche la diffusione stessa della pianta, sono esclusivamente merito di questi due grandi popoli, i quali, nell’espansione dei propri imperi, esportarono l’oro verde in gran parte dell’odierna Europa.
Nelle regioni dal clima più mediterraneo (attuali Francia e Spagna in particolare), l’olivo trovò velocemente terreno fertile e di fatto si impose nei secoli a venire come prodotto locale anche di questi Paesi.
Prevenzione e cura
Come si è già detto in apertura, da tempo sono noti gli effetti benefici dell’olio extravergine d’oliva sul corpo umano.
Si va, infatti dalla prevenzione di malattie letali cardiovascolari e deficit cognitivi senili alla riduzione del rischio del diabete mellito di tipo II.
L’assunzione giornaliera di olio extravergine è utile, inoltre, a ridurre il rischio di cancro alla mammella, grazie alle sue grandi proprietà anti-infiammatorie e nutrigenomiche.
Mr. EVOO riduce fortemente i livelli sierici di colesterolo totale e colesterolo LDL, che sono tra le principali cause di aterosclerosi
Di recente è stato riscoperto anche come unguento lenitivo per la protezione della pelle.
Insomma l’antico oro verde delle tavole di tutto il mondo è anche, in realtà, un medicinale a tutti gli effetti.
Ed in quanto medicinale bisogna avere cura di seguire le indicazioni sulla sua assunzione e conservazione.
Assunzione
La FDA stabilisce che è sufficiente ingerire, entro massimo 12/18 mesi dall’estrazione, 2 cucchiai (23 grammi) al giorno di olio extravergine d’oliva – crudo e lavorato a freddo – per garantire al nostro organismo l’assunzione di almeno:
- 17.5 grammi di acido oleico, un acido grasso monoinsaturo della famiglia degli omega 9;
- 4.5 milligrammi di vitamina E, un antiossidante liposolubile;
- 10 milligrammi di efficaci polifenoli, modulatori dell’espressione di geni protettivi che abbondano in alcune varietà di olivo, come quelle pugliesi Coratina e Ogliarola, le toscane Maurino e Moraiolo, la spagnola Cornicabra o la californiana Mission.
Conservazione
Al fine di preservare tutte le qualità benefiche dell’olio extravergine d’oliva bisogna:
- conservare il prodotto ad una temperatura compresa tra i 14 e i 18 gradi;
- custodire l’olio in piccoli contenitori (massimo 500 millilitri) ben chiusi, sempre puliti, di vetro (opaco o scuro), di porcellana o di acciaio inox, in luoghi freschi e lontani da contaminazioni aromatiche. Evitare assolutamente la plastica;
- evitare il contatto con l’ossigeno e, di conseguenza, evitare di lasciarlo in contenitori semivuoti (anche se ermeticamente sigillati).
Insomma, oggi, grazie agli americani, abbiamo una conferma scientifica importantissima di ciò che già sapevamo da millenni, come d’altronde innumerevoli fonti ci ricordano…
Il vino che rallegra il cuore dell’uomo,
l’olio che gli fa risplendere il volto.
(Il libro dei Salmi – Antico Testamento)
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