Florence Nightingale, la prima infermiera moderna

Florence Nightingale, la prima infermiera moderna

Marco Boscolo

Il 3 novembre del 1854 Florence Nightingale sbarca a Scutari, poco lontano da Costantinopoli, oggi un distretto della parte asiatica di Istanbul. Le condizioni dell’ospedale militare sono terribili: sporcizia ovunque, infestazione di topi e altri parassiti. Mancano persino le attrezzature e le provviste di base per farlo funzionare. Il personale medico è sommerso da un gran numero di soldati feriti o malati che arrivano dal fronte in Crimea, dove l’Impero britannico assieme a Francia, Impero ottomano e Regno di Sardegna sta combattendo contro l’Impero russo per il controllo della penisola sul Mar Nero.

A rendere nel dettaglio l’idea di cosa era l’ospedale di Scutari è la descrizione che ne fa Henry Walter Bellew, giovane assistente chirurgo militare che vi prende servizio in quel primo inverno di guerra:

«Tutto brulicava di parassiti: enormi pidocchi strisciavano su persone e vestiti. Molti [soldati] erano sporchi di fango, sangue e polvere da sparo. Molti erano completamente prostrati dalla febbre e dalla dissenteria. La vista era penosa, come non avevo mai visto prima […]. In qualche modo si è verificata una inspiegabile trascuratezza nelle disposizioni per questo ospedale. Sul luogo, per diverse ore dopo l’arrivo degli uomini non vi erano provviste o addetti […]. Solo questo pomeriggio mi sono occupato delle ferite e dei bisogno di 74 uomini deboli e indifesi.»

Nightingale sa che il sollievo che può dare la medicina è soverchiato dalle conseguenze negative sulla salute e sulla guarigione che quelle condizioni determinano o aggravano. Proprio i dati da lei stessa raccolti dimostreranno che il tasso di mortalità tra i soldati ricoverati può essere ridotto dal 42% al 2% solamente migliorando l’igiene e le generali condizioni materiali dell’ospedale. Protagoniste di questa trasformazione sono le infermiere, cioè proprio quelle donne che la società vittoriana da cui proveniva indicavano come inadatte a ruoli attivi nella vita pubblica, e nella medicina, ritenuti affari per soli uomini.

Chi è Florence Nightingale

I genitori, due nobili inglesi, scelgono il nome ‘Florence’, Firenze in inglese, perché la loro secondogenita nasce proprio nella città toscana il 12 maggio del 1820. Il padre William Nightingale è innamorato della cultura italiana e di quella classica, al punto che la primogenita, nata durante un soggiorno napoletano e di appena un anno più vecchia di Florence, è chiamata Frances Parthenope in onore della madre (Frances Smith) e del nome greco di Napoli. La famiglia è ricca e colta, ma comunque tradizionale: William fa studiare le figlie, ma le vorrebbe entrambe indirizzate sulla strada di un buon matrimonio e di una posizione appartata. I suoi piani vengono parzialmente disattesi da Frances Parthenope, che in effetti si sposa con un baronetto di Buckingham, ma diventa anche una giornalista e scrittrice piuttosto nota. Si occupa soprattutto delle questioni sociali, come la povertà e le conseguenze delle guerre.

 

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Florence e Frances Parthenope Nightingale in un acquerello di William White del 1836 (Immagine: National Portrait Gallery).

A infrangere completamente i desideri paterni è Florence, che da adolescente dichiara di essere stata chiamata da Dio al suo servizio e a 24 anni annuncia alla famiglia che sarebbe diventata infermiera. A quell’epoca è un mestiere considerato alla stessa stregua della sguattera, decisamente poco adatto a una nobildonna dell’epoca vittoriana. E il nubilato, che c’entri o meno la religione, rappresenta per Florence la possibilità di non dover sottomettere la propria libertà a quella di un uomo che le possa impedire di seguire i propri desideri.

 

Guerra di Crimea e la nascita dell’infermieristica moderna

Quando decide di dedicarsi all’attività di infermiera, Florence Nightingale è consapevole della necessità di una riforma della pratica. Le infermiere dell’epoca erano pressoché inutili dal punto di vista dell’assistenza sanitaria: prive di formazione e spesso prede sessuali del personale medico o degli stessi pazienti, non avevano gli strumenti e le conoscenze per poter contribuire alla guarigione dei pazienti. Grazie alla rete di intellettuali e notabili che frequentano il salotto di famiglia le sue idee cominciano a circolare, non senza incontrare resistenza. Sono in particolare i medici e i chirurghi che ritengono le sue proposte un attacco alla propria professionalità. Ciononostante, allo scoppio della Guerra di Crimea (4 ottobre 1853 – 1 febbraio 1856), il Governo la nomina sovrintendente del corpo di infermiere degli Ospedali Riuniti inglesi in Turchia.

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“Florence Nightingale riceve i feriti a Scutari”, olio su tela di Jerry Barrett del 1856 (Immagine: National Portrait Gallery).

Le condizioni in cui sono ricoverati i feriti e i malati che arrivano dal fronte contribuiscono direttamente a ucciderne, o per lo meno a prevenirne la guarigione. Spesso sono abbandonati a se stessi per gran parte del tempo, una condizione a cui lei in prima persona si impegna a ridurre. Anche di notte, con la lampada a olio, “fa il giro” dei letti, guadagnandosi il celebre soprannome di “signora con la lampada“. Nightingale vuole capire meglio quanti sono i malati e i morti. Per tutta la sua permanenza registra il numero dei decessi e la loro causa. Il risultato della prima indagine statistica effettuata in una struttura ospedaliera è un grafico noto come “diagramma dei cunei”. Lo inventa la stessa Nightingale che lo allega alla propria relazione inviata alla regina Vittoria nel 1858.

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Ogni spicchio o cuneo rappresenta i deceduti nell’ospedale di Scutari in un mese. Il grafico, che si legge in senso orario partendo dalla figura di destra, mostra l’andamento dall’aprile del 1854 al marzo del 1856: in rosso sono i decessi per ferite riportate in combattimento, in azzurro i decessi dovuti a malattie curabili o che possono essere evitate con la prevenzione (come il tifo oppure il colera che John Snow sta studiando a Londra negli stessi anni) e in nero i rimanenti. Il forte messaggio è che la maggior parte dei soldati mandati al fronte per la guerra non muore in combattimento, ma perché il Governo britannico non è in grado di fornire una adeguata assistenza sanitaria nei propri ospedali. Purtroppo per i pazienti di Scutari, le analisi di Nightingale non saranno sufficienti a modificare le pratiche di gestione durante il conflitto. Gettano però le basi per una riforma del ruolo delle infermiere negli ospedali.

Una carriera sempre più pubblica

Il suo rapporto del 1858 impressiona per l’innovazione dell’applicazione pratica della statistica per comprendere il funzionamento di un’organizzazione umana. Perciò, lo stesso anno viene eletta, prima donna nella sua storia, nella Statistical Society of England, una posizione prestigiosa che lei utilizza per continuare la sua attività di pressione per la riforma del settore infermieristico.

Nel 1859 pubblica la sua opera più importante, Notes on Nursing (‘Note sull’assistenza infermieristica’), che diventa il principale libro di testo per la scuola infermieristica che lei stessa fonda grazie alle donazioni di alcuni nobili. Oltre alla lezione tratta dall’esperienza in Crimea, l’opera si basa sull’osservazione delle condizioni igieniche e sanitarie in cui si trovano i malati, delle loro abitudini alimentari e del loro comportamento. Si tratta di un punto di vista innovativo, contrario al paradigma medico dominante, in cui è la teoria a guidare l’intervento del medico. Secondo Florence Nightingale questo approccio deve almeno essere affiancato dall’analisi del ruolo che l’ambiente gioca sulla salute e sulla prevenzione, in quella che oggi chiamiamo salute pubblica.

Un nuovo modo di concepire il ruolo dell’infermieristica

>Per tutto il resto della propria esistenza, dopo l’esperienza cruciale in Crimea, Nightingale si dedica all’insegnamento nelle diverse scuole che fonda e viene interpellata da diversi governi, tra cui gli Stati Uniti, per sovrintendere alla costruzione di nuovi ospedali che fossero luoghi più efficaci di cura. Come scrivono Loreto Lancia e Cristina Petrucci (L’infermiere n.4/2005):

«La leadership di Nightingale deriva fondamentalmente dalle sue conoscenze. È soprattutto attraverso l’uso della statistica che ha ottenuto grandi risultati: il modo di costruire gli ospedali, di organizzare i reparti di ostetricia, di gestire le caserme era cambiato grazie a lei ed al suo amore per il ragionamento, alla sua capacità di mettere in discussione le ipotesi e di porre grande attenzione al processo di raggiungimento delle conclusioni. […] Nella convinzione che il Nursing [l’attività infermieristica, NdA] fosse un mezzo, il migliore, per salvare vite umane, nonostante la maggior parte del mondo medico di allora lo giudicasse inutile, Nightingale attribuì grande importanza alla formazione infermieristica.»

Usando la ragione e l’analisi, Nightingale ha dato battaglia ai dogmi della propria epoca. Alla sua scomparsa, il 13 agosto del 1910, alcuni di questi sono crollati, portando con sé anche alcuni stereotipi che riguardavano le donne e lasciando ben segnata la strada sulla quale continuare a innovare l’assistenza sanitaria.

 

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