LA TIROIDE-Parte I
Oggi diamo inizio ad una serie di articoli riguardanti alcune delle patologie endocrine più frequenti: le malattie della tiroide. Tali patologie sono abbastanza diffuse nella nostra provincia di Benevento.
Infatti, in uno studio svolto dal 1993 al 1996, da parte dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale e dall’Agenzia Regionale Sanitaria della Campania, è stata misurata l’escrezione urinaria di iodio (EUI) su campioni raccolti da 3480 soggetti (sia adulti che bambini) di un vasto territorio della regione che comprendeva aree urbane ed extraurbane. La media dell’EUI è risultata significativamente più bassa nei soggetti residenti in paesi della provincia di Benevento, Avellino e Caserta rispetto a Napoli. Questo dato confermava che in molte aree della nostra regione è presente una deficienza di iodio lieve-moderata e che quindi necessario era prendere in considerazione un programma di iodoprofilassi.
La tiroide è una ghiandola endocrina, a forma di farfalla, situata nella regione anteriore del collo subito al di sotto del pomo d’Adamo (Fig.1).
E’ una ghiandola di tipo follicolare (costituita cioè da tanti “palloncini” pieni di un liquido chiamato colloide contenente la tireoglobulina (Tg) che può essere considerata un “magazzino” in cui sono conservati gli ormoni tiroidei e da dove sono liberati a seconda delle esigenze dell’organismo.
La tiroide è in grado di sintetizzare e produrre l’ormone tiroideo sotto forma di tiroxina (T4) e triiodiotironina (T3); quest’ultima è la forma attiva dell’ormone.
Le azioni di questi ormoni sono estremamente ampie e vanno dallo sviluppo del sistema nervoso centrale, all’accrescimento corporeo, al controllo di numerose funzioni metaboliche. Possiamo dire che la tiroide regola il numero di giri di numerosi motori del nostro organismo. Ci accorgiamo facilmente delle sue importanti funzioni quando la tiroide funziona troppo o troppo poco, come vedremo in seguito.
L’apporto di quantità adeguate di iodio rappresenta un requisito essenziale per la normale produzione di ormone tiroideo. Lo iodio è un elemento presente negli alimenti e nelle acque in quantità variabile. La carenza iodica nel suolo e di conseguenza negli alimenti costituisce un fattore predisponente alla patologia tiroidea. Lo iodio assunto con l’alimentazione viene assorbito e captato dalla tiroide che lo immagazzina all’interno della colloide nei follicoli.
La funzione della ghiandola è controllata dall’ipofisi mediante un ormone detto TSH ( acronimo dell’inglese Thyroid-stimulating hormone ); se l’ormone tiroideo si abbassa , il TSH comanda la sua liberazione dalla tiroide; se invece circola troppo ormone tiroideo , l’ipofisi mette a riposo la ghiandola tiroidea.
Questo meccanismo di regolazione , simile a quello di molti altre ghiandole endocrine, è definito “feed back negativo” o di contro regolazione ( Fig.2 ).
Le patologie che più frequentemente interessano la tiroide e che tratteremo nei prossimi articoli sono rappresentate dai noduli, dalla infiammazione acuta o cronica ( tiroiditi acute o croniche ), dall’iperfunzione ( ipertiroidismo ), dalla ipofunzione ( ipotiroidismo ) e dal cancro.
Prima di parlare un po’ più in dettaglio di queste patologie dobbiamo parlare dell’ autoesame della tiroide.
Infatti con tale tecnica, sviluppata dalla “Associazione Americana degli Endocrinologi Clinici” (AACE: American Association of Clinical Endocrinologists ), si può essere in grado di identificare un problema tiroideo, così da richiedere una specifica diagnosi al proprio medico.
Una ghiandola tiroidea aumentata (gozzo) o una protuberanza (nodulo) è spesso il solo ed unico segno di un problema tiroideo. La presenza di un nodulo determina la necessità di una precisa diagnosi che, se fatta con accuratezza e tempestività, consente poi di curare in maniera appropriata e risolutiva la malattia, prevenendo lo sviluppo anche di un cancro della tiroide.
La patologia nodulare tiroidea è molto frequente: è stato stimato che oltre il 5% della popolazione generale sia portatrice di noduli clinicamente significativi a carico della ghiandola tiroidea. Tale percentuale sale fino al 50% se si considerano i noduli clinicamente “silenti”, identificati incidentalmente nel corso di esami ecografici del collo. A fronte di una elevata prevalenza di noduli, la percentuale di forme maligne è bassa (circa il 5-10%). Tali dati si traducono in termini assoluti nella presenza di almeno 200.000 pazienti affetti da carcinoma tiroideo nella sola Europa. Studi epidemiologici suggeriscono che tali numeri sono in progressiva crescita: negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento dell’incidenza annua delle forme tumorali tiroidee di circa l’8,1% nelle donne e di circa il 6,2% negli uomini. Tale andamento sembra essere dovuto soprattutto alla maggiore sensibilità dei mezzi diagnostici, più che ad un reale impatto dei fattori ambientali.
La prognosi dei tumori della tiroide resta globalmente favorevole.
Dal momento che l’estensione di malattia al momento della diagnosi ha un impatto sfavorevole sulla sopravvivenza, è di fondamentale importanza arrivare ad una diagnosi precoce del tumore tiroideo.
Per fare l’autoesame della tiroide tutto quello di cui si ha bisogno è:
• un bicchiere d’acqua
• uno specchio da tenere in mano
Mantenere lo specchio con la mano e, guardare la parte del collo subito al di sotto del pomo d’Adamo e immediatamente al di sopra del giugulo: la tiroide è situata in questa zona:
1. Guardando questa zona del collo, chinare leggermente indietro il capo.
2. Prendere un sorso d’acqua e ingoiare.
3. Ingoiando, guardare il collo: fare attenzione ad ogni rigonfiamento o protrusione in questa zona mentre si ingoia.
Ricordare di non confondere il pomo d’Adamo con la tiroide: questa è situata più
in basso nel collo, vicino al giugulo. Si può ripetere questo esame più volte.
4. Se si nota un rigonfiamento o una protuberanza in questa zona, contattare il proprio medico in quanto si potrebbe avere una tiroide ingrandita o un nodulo tiroideo che necessita di uno studio ulteriore ( Fig.3 ).
Nel prossimo articolo parleremo dei “Noduli tiroidei”