Il primo studio fatto dagli scienziati su questo rapporto è di “correlazione geografica”, cioè si sono confrontate le incidenze di determinati tipi di tumori nelle diverse aree del globo, sottolineando le differenze, che in molti casi sono veramente notevoli.
In pratica si è visto che in Giappone il cancro dello stomaco è 25 volte più frequente rispetto all’Uganda, che il cancro del fegato in Mozambico è addirittura cento volte più frequente che nel Regno Unito o che il cancro dell’intestino risulta 10 volte più diffuso negli USA rispetto alla Nigeria.
Queste differenze risentono certamente di molti fattori, ma il principale responsabile è sicuramente il cibo. Non sono differenze legate alla genetica di un popolo perché negli studi comparati di popolazioni rimasti nel loro Paese con quelli emigrati in altri Paesi, si è visto che questi ultimi si discostano dal Paese d’origine in frequenza del cancro, assomigliando di più alla popolazione che ospita. Per fare un esempio si è visto che i nigeriani che vivono negli USA sono più soggetti al cancro del colon di quelli che vivono nel loro Paese.
Semola di grano con ceci, pasta e fagioli accompagnata da verdure, miglio e arachidi, sono esempi di pasti nazionali delle regioni più povere del globo, in cui la gente muore meno di cancro. In occidente purtroppo i piatti sani della tradizione hanno lasciato il posto a raffinatissimi prodotti industriali che, intrisi di grassi idrogenati, non esistenti in natura, o di esaltatori di sapidità, godono di largo consumo pur essendo poverissime di sostanze nutrienti e antiossidanti.
Con l’avvento dell’industria alimentare e chimica le famiglie hanno cominciato a consumare cibi a base di farine molto raffinate e di zuccheri, spesso di natura chimica. Dall’America sono arrivate sempre le novità alimentari più dannose che possano esistere, infatti la popolazione americana è quella che presenta il più alto tasso di obesi, ipertesi, diabetici e malati di cancro. Grassi idrogenati, sciroppo di glucosio, hamburger insieme a salse con alta percentuale di grassi chimici e conservanti, sono gli ingredienti più usati dai giovani che frequentano locali che propinano cibi fast.
I nostri figli e spesso anche noi rischiamo di nutrirci quotidianamente di cibi che in natura non esistono affatto, come certi grassi presenti nelle margarine.
Questo comportamento alimentare, dice la scienza, ha contribuito grandemente allo sviluppo delle malattie oggi più note e più costose in salute e in costi sociali: l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’infarto cardiaco, l’osteoporosi, l’ipertrofia prostatica e molti tipi di tumori tra cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata. Continuando così si potrebbe giungere alla conclusione che l’alimentazione potrebbe essere responsabile di una percentuale altissima di malattie, disturbi funzionale e, indirettamente, di tutte le malattie oggi esistenti. Non è esagerato affermarlo perché, se scientificamente si riesce a dimostrare che una cattiva alimentazione mette in pericolo le nostre difese, è logico pensare che anche le malattie infettive, le micosi, le parassitosi sono fortemente condizionate da ciò che mangiamo. Sia chiaro che una sana alimentazione deve far parte di una stile di vita, come ho ribadito più volte, che proponga ogni giorno attività fisica, attività mentale e un ambiente sano in cui si opera.
Parlando di alcuni tumori si è constatato che, pur assumendo una ricca varietà di verdure che contengono sostanze ad azione protettiva sul cancro e si fuma, non può esserci cambiamento nella possibilità di ammalarsi di cancro al polmone; forse se ne ritarderà la comparsa! Quindi stile di vita sano e non solo alimentazione sana. Aggiungerei che lo stile di vita sano è fatto anche di sani pensieri, quindi correggiamo le tendenze alla collera, al risentimento, all’eccesso di paura; lavorare affinché queste cose siano trasformate in pensieri sani così come si fa con il cibo.
Per malattie importanti, come il cancro, sono necessari dai 10 ai 20 anni perché si abbia una certa sicurezza di protezione. Il vero traguardo è iniziare dal grembo materno ad alimentarsi bene, infatti gli esperti dicono che sono necessari da 15 ai 60 anni affinché si manifestino i benefici nella popolazione di questo cambiamento di vita. Non sono poi tanti anni se si pensa che i cambiamenti importanti nella storia sono avvenuti in tempi molto più lunghi.
Qualcuno può dire : “ma come faccio a capire che un cibo è sano?”, certamente si può essere ingannati da truffe anche acquistando il biologico, in questo caso recatevi da un venditore di fiducia per le verdure e la frutta, anche se non è biologica, l’importante che non sia trattata con pesticidi; al supermercato leggete gli ingredienti e se avete dei dubbi non acquistate alimenti che hanno più di 5 ingredienti, mantenetevi nelle corsie laterali e non acquistate nulla che sia negli scaffali centrali, dove vengono depositati i prodotti industriali; fate un salto veloce solo per prendere le farine integrali, i cereali, il caffè, il latte vegetale e l’olio d’oliva. Per la pasta e il riso usate solamente quella integrale, il pane fatelo voi a casa. Se non avete tempo trovatevi un buon panettiere che non vende per pane integrale quello fatto da farina bianca con l’aggiunta di crusca ed assicuratevi che utilizzi il lievito madre, ricavato da un impasto precedente e conservato a lievitare.
Questa tabella mostra con grande chiarezza gli effetti dell’alimentazione su 9 tipi di tumore che sono attualmente tra i più diffusi.
– favorito dal fumo e da ambiente professionale
– favorito da sale e grigliate nel 66% al 75%, da Helicobacter pylori
– favorito da: Grassi, Alcol, Obesità dal 33 al 50%
– favorito da: Grassi, Alcol, dal 66 al 75% Patrimonio genetico
– favorito da: Alcol, Grigliate, dal 33 al 50% Fumo, Tabacco masticato
Collo dell’utero – favorito da: Obesità, dal 10 al 20% HPV (Papilloma virus), Fumo
– favorito da: Alcol, dal 50 al 75% Fumo
Ecco le raccomandazioni dettate nel 1997 dalla World Cancer Research Found e dall’American Institute for Cancer per uno stile nutrizionale che favorisca la prevenzione del cancro e di altre malattie croniche, con particolare riferimento alla cultura italiana e mediterranea e che sono tuttora validissime.
1) Scegliete prevalentemente alimenti di origine vegetale, con un’ampia varietà di verdure e di frutta, di legumi e di alimenti amidacei non o poco raffinati.
2) Mantenete il peso-forma e non appesantitevi troppo nell’età adulta (non più di 5 chili).
14) Nelle donne vegetariane è stata riscontrata una maggior perdita di estrogeni endogeni con le feci ed una consensuale riduzione del loro livello ematico, pertanto è stato ipotizzato che l’effetto carcinogenetico degli stessi a livello degli organi bersaglio (soprattutto mammella) ne fosse contestualmente ridotto.
15) Preferire alimenti ricchi di folati.
La seconda linea di ricerca è quella degli studi “di intervento”. In questo caso si tratta di convincere un gruppo di persone a sperimentare la dieta che la ricerca scientifica ritiene protettiva nei confronti del tumore. L’indagine più importante di questo tipo è lo Women Health, uno studio americano che si propone come primo obiettivo di verificare gli effetti preventivi sul tumore della mammella esercitati da una dieta povera di grassi e ricca di verdure.
Da InSalute Marzo-Aprile e Maggio-Giugno 2012
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Consulente Specialista Ospedale FBF Benevento
Tel. 3405378217