Maria Pia Selvaggio
Maria Pia Selvaggio, docente, drammaturga e scrittrice.
Biografia
Maria Pia Selvaggio nasce a Telese Terme (BN).
La sua prima opera nel 2006 “Il Sapore del Silenzio”. A seguire la raccolta di racconti “Borgofarsa” (2007); “L’Arcistrea” (2008) dedicato alla janara beneventana Bellezza Orsini; “Lei si chiama Anna” (2010), romanzo ispirato alla tragedia di Via Puccini (Roma), che ha visto protagonisti Anna Fallarino ed il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino; nel 2011 partecipa a varie antologie con i racconti “Larissa” e “Le Sette Ore” ispirato ad una vicenda vera.
Nel 2012 edita il romanzo “Ai Templari il Settimo Libro” che pubblica con il gruppo Publiedi-Raieri-Panorama-Si di Giuseppe Angelica. Intanto inizia la stesura del romanzo “Le Padrone di Casa”.
Nel 2014 entra a far parte di un progetto europeo che la vede impegnata con il teatro attraverso le opere “Hamida” rappresentata in Belgio e Francia; ancora nel 2016 la seconda opera drammaturgica “Kariclea” messa in scena a Viterbo, Firenze, Grecia, Spagna e Bruxelles. Nel 2017 decide di dare in stampa con la casa editrice Edizioni 2000diciassette, di cui è direttrice editoriale, “Le Padrone di Casa”.
Riflessioni di Maria Pia
Capita di risentire i rumori di un tempo, magari portati a galla dal mare, mentre si falciano con le gambe le schiume gonfie. Una imperfezione dei suoni, una scarsa coordinazione delle onde, la risacca che si sbrodola birichina.
Combinazioni. Le nuvole che scricchiolano aggrovigliate, come coperte in un letto; i lampi che slabbrano il cielo, stracciandolo come un lenzuolo secco di sole, un braccio teso a cercare una fenditura dura. Il ricordo di “quel” rumore antico arriva all’improvviso, crepitando sul collo umido, pesante come uno “scappellotto”.
” U’ saccone”…Il materasso, quel materasso, fatto di “sbreglie”. Quelle grosse foglie di granturco essiccate al sole, gracchianti ad ogni movimento, dall’odore intenso, deposte a suon di braccia nel “saccone”, dal colore azzurro damascato cucito a mano, fierezza della mia giovane madre povera.
“Uno schiaffo? Una carezza? Un bacio in viaggio nel tempo? Il percorso difettoso di un rumore confuso tra il mare, la pioggia, un cielo arrabbiato e la mia corsa verso un “riparo?” Un riparo. Magari lì, nel “saccone…”.
Maria Pia Slvaggio
Il 23 agosto del 1926 moriva Rodolfo Valentino, Rudy, a 31 anni, per un’appendicite. Si organizzarono due cortei funebri, uno a Hollywood ed uno a New York, a cui parteciparono donne velate e piangenti. In quel giorno una trentina di donne si suicidarono…
Il mito dell’uomo bello e dalla figura mitologica e scultorea, misto tra virilità e femminilità resiste ancora. Il fascino de ” il bello ambito e stronzo”, che fa impazzire e soffrire le donne è scolpito nel Tempo; Ulisse, Giasone, Enea, Faone, D’Annunzio. In effetti, anche per noi donne valgono gli adagi: in amor vince chi fugge…e: l’erba (la restoccia) della vicina …
La lirica greca destinata al Simposio fu appannaggio di una cerchia aristocratica e ristretta di poeti: Archiloco, Tirteo, Solone, Saffo, Alceo, tutti con una propria individualità poetica e modernità di argomenti. Alceo, in questo frammento, si sofferma sull’estate e sul mese di agosto, quando le donne sono più calde e voluttuose, invece gli uomini più “fiacchi” per colpa di Sirio (canicula) e dell’afa…Auguro a tutti un sereno ferragosto e non dovrà mancare il vinello (rigorosamente sannita,con percoca), il canto e l’ardore, se Sirio non disseccherà il cervello e le ginocchia…
L’ESTATE (Alceo, frammento 347 V.)
“Bagna i polmoni di vino, giacché il sole declina; è gravosa la stagione e sotto la calura tutto ha sete.
Canta dalle foglie dolcemente la cicala… fiorisce anche il cardo e ora le donne si fanno assai ardenti, mentre fiacchi sono gli uomini, perché Sirio dissecca il cervello e le ginocchia.”.
L’ unico uccello che osa beccare un’aquila è il corvo. Si siede sulla schiena e ne morde il collo. Tuttavia, l’aquila non risponde, né lotta con il corvo; non spreca tempo né energia con il “corvo”. Semplicemente apre le sue ali e inizia ad alzarsi più in alto nei cieli. Più alto è il volo, più è difficile respirare per il corvo, che cade per mancanza di ossigeno.
Smettila di perdere tempo con i corvi. Portali alle tue altezze e svaniranno…Quando vuoi sbarazzarti di “zavorra”, alza il “livello”, vola!
Continua