Rifflessione di Maria Pia

Più della dittatura delle armi, mi spaventa la dittatura del pensiero.

Stiamo precipitando in un abisso senza fondo, ingoiati dalla nostra stessa ignoranza. Non amo la politica, né quella di destra, né quella di sinistra, ma coloro che hanno “spinto” la Molisana a chiedere scusa, fanno parte dell’estremismo più becero. Meditavo: oltre alle “abissine” e alle “tripoline”, non ci sarebbero da eliminare altri prodotti?Non solo del cinema (Grease), ma anche della Letteratura?
“Verga” per esempio (il cognome è immorale e duplice); oppure altri formati di pasta: ditalini rigati, quelli che vi scaldano la gola, quando siete raffreddati, scendendo come rivoletti caldi; oppure un vino (passerina), che allieta le vostre serate con gli amici, rendendovi brilli ma non troppo, ma che è fortemente sessista. Non sto ad elencarvi i cognomi che andrebbero cambiati, e dovremmo eliminare il termine “Capo”, poichè rimanda al “Kapo o Kapò” di storica memoria. Non dovremmo neanche più usare i termini: rasatura e verniciatura, anch’essi di storica memoria. Vogliamo parlare di Dante e le sue parolacce? “Di merda lordo (Canto XVIII, 116); Puttana (Canto XVIII, 133); Le natiche bagnava per lo fesso (Canto XX, 24); Avea del cul fatto trombetta (Canto XXI, 139)… Ovviamente, la mia è una provocazione e una preoccupazione, una forte preoccupazione. Un monito: attenzioniamo il “presente”, per non ripetere gli errori del passato, credo che ancora oggi ci siano delle “dittature”, vestite da “nonnine”, come in Cappuccetto rosso.
m.p.

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Rispondo a chi ha avuto da ridire sul mio post precedente.
Ribadisco che la Storia va studiata, per non fare, né ripetere, errori…(dopodiché taccio, ma poi torno…).
Smettiamola con il gratuito linciaggio della “Molisana”, colpevole solo di non aver controllato l’operato di “ghostwriters” a digiuno di studi storici.
Assabesi, bengasini, abissini, e tripolini sono formati di pasta diffusi da tempo e i cui nomi ricordano l’imperialismo straccione dell’Italia pre-fascista. Pre-fascista.
Sono residui lessicali di un “Imperialismo straccione”, simpatica definizione affibbiataci da Francia e Inghilterra (due paesi ancora oggi coloniali; ma dovrei aggiungere: neocoloniali?) a ridosso dei secoli XIX e XX.
Gli “assabesi” ricordano addirittura un’impresa privata (per quanto appoggiata politicamente dall’Italia): l’affitto del porto di Assab da parte della Compagnia di navigazione genovese Rubattino, nel 1869. Fra l’altro, nessuno ha chiesto agli eritrei e agli assabini che cosa pensano dell’unione forzosa all’Etiopia verificatasi nel decennio 1952-1962… La presenza delle ricordate denominazioni di pasta nelle attuali produzioni delle aziende italiane (La Molisana non è la sola) ovviamente non ha nulla a che fare con le colonie. Trovo quindi gravissimo l’incivile linciaggio di un’azienda, che è rea solo per non aver accertato eventuali lacune nell’ignoranza di qualche suo creativo. Perché anche l’ignoranza, sappiatelo, è creativa.
Ciò detto, se proprio si vuole perseverare in questa pruderie vittoriana che chiamiamo il “politically correct”, ecco, tra il serio e il faceto, quarantanove altri formati di pasta che sono da cancellare immediatamente (tra parentesi ho inserito la motivazione per cui vanno cancellati) perché non “politicamente corretti”.
1) Abbotta pezziente o sfamapezzenti (poco in linea con il concetto di solidarietà sociale)
2) Avemarie (l’Italia è un Paese laico)
3) Barbagiuai, o Pasta della Festa dell’Addolorata (l’Italia è un Paese laico).
4) Bastardui o Lasagne bastarde (la discriminazione in ragione dei natali è un codificato crimine internazionale)
5) Bertù o Pasta di nostra Signora del Rosario (celebra la vittoria della cattolicità a Lepanto contro i turchi, nel 1571; non a caso ha un ripieno di cotechino…)
6) Cadunsei, o pasta di Sant’Anna (l’Italia è un Paese laico)
7) Cajubi, o pasta dei poveri (intollerabile che un formato di grano arso per i poveri sia diventato uno dei migliori e più costosi piatti gourmet pugliesi)
8) Candele o pasta del Corpus Domini (l’Italia è un Paese laico)
9) Cappellacci dei Briganti (inutile che spieghi a chi mastica un po’ di Storia dell’Unità d’Italia perché vanno aboliti…con buona pace degli amici di Jelsi e di Formello)
10) Cappieddi ’i prieviti o cappelli del prete (l’Italia è un Paese laico; certo ciò implicherebbe anche la scomparsa del “Cappello da prete”, un ottimo vino ben strutturato).
Cazzarieglie (devo spiegare perché gli amici di Vastogirardi dovrebbero eliminare questo formato?…)
12) Cazzellitti? (devo spiegare perché vanno aboliti?…)
13) Cecatelli molisani di San’Antonio (L’Italia è un Paese laico; ma per la loro cancellazione dovrete passare sul mio cadavere…)
14) Fagottini della “Bella Rosina”, dal nome dell’amante di Vittorio Emanuele II (poco in linea con le attuali relazioni “inter-gender”)
15) Falloni (devo spiegare perché questo formato va abolito?…)
16) Fregnacce (Devo spiegare perché vanno abolite?)
17) Fusi istriani (evocano nazionalismo, sciovinismo, darwinismo, dannunzianesimo. Evocano il Sommo Poeta: «Si com’ a Pola, presso del Carnaro / ch’Italia chiude e suoi termini bagna…»)
18) Gloria Patri (l’Italia è un Paese laico)
19) Gnocchi (densamente evocativo della venustà femminile e di regali concubinati. Cito dalla “Gnoccheide” di Angonio Ferrero da Valdieri, edita nel 1774: «Imbalsamati che saranno gli gnocchi con bianca toma e con butir gialletto, un cibo resterà non da pitocchi, ma per Colui che sortì regio letto»).
20) Lagane (ricordano la colonizzazione romana dell’Etruria)
21) Mafalde, nate nel 1902 in onore della Principessa Mafalda di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III (l’Italia è una Repubblica dal 1946)
22) Manate (evocano la colonizzazione normanna della penisola italiana…)
23) Marubini (evocano i capitani di ventura alla conquista dell’Italia)
24) Mescuetille di Altamura di San Giuseppe (l’Italia è un Paese laico)
25) Minchjaleddi (devo spiegare perché questo formato dovrebbe scomparire?…)
26) Natalin liguri (l’Italia è un Paese laico)
27) Offelle (evocano i riti pagani dei colonizzatori romani)
28) Orecchiette (simbolo della colonizzazione angioina della Puglia…ma dovrete passare sul mio cadavere per eliminarle)
29) Paccheri (evocano giochi di mani, giochi di villani)
30) Paccozze dell’Ascensione di Castelbottaccio (l’Italia è un Paese laico)
31) Parmatielli della Domenica delle Palme (l’Italia è un Paese laico)
32) Paternoster (l’Italia è un Paese laico)
33) Penchi (evocano le violente scorribande dei nobili rampolli delle più grandi famiglie degli antichi Stati italiani)
34) Perciatelli (è la pasta della Restaurazione del Regno delle Due Sicilie)
35) Pisarei, o piselloni (devo spiegare perché vanno aboliti?)
36) Pizzoccheri (pasta dedicata alla condanna di sette eretiche da parte di papa Bonifacio VIII)
37) Ravioli (evocano la colonizzazione araba del Meridione d’Italia …ma dovrete passare sul mio corpo per eliminarli)
38) Sagne (la popolare superstizione ha loro attribuito un indimostrato potere taumaturgico)
39) Signorine (non usa più: tutte le donne sono Signore, compiuti i 18 anni)
40) Slicofi istriani (evocano imprese nazionalistiche italiane oltre Adriatico)
41) Strozzapreti (evocano un clero satollo e grasso)
42) Tagliolini (furono inventati per Lucrezia Borgia e a lei dedicati)
43) Tajarin (li faceva personalmente la “Bella Rosina” per il Re d’Italia)
44) Trenette avvantaggiate (esempio di classismo: contenevano più grano per saziare i ricchi, rispetto alle trenette normali destinate ai poveri)
45) Turtej cu la cua di San Giovanni Battista (l’Italia è un Paese laico)
46) Vincisgrassi (evoca le scorribande delle grandi potenze europee in Italia; le inventò il generale austriaco Windisch-Graetz nel 1799, stazionando in Italia con le sue truppe durante le guerre napoleoniche)
47) Zavardouni (“donna malmessa”; non è carino per il sesso forte…)
48) Zengarielle (non è carino verso i Rom)
49) Ziti (si servivano quando le donne cessavano di essere zitelle…preferirei ribattezzarli “single”) Se vi ha colto la curiosità di controllare le mie fonti, andate all’ ”Encyclopaedia of Pasta” di Oretta Zanini De Vita (Berkeley-Los Angeles, University of California Press, 2009), dove troverete tutte le informazioni del caso.

Ciò detto, smettiamola con questo irrazionale linciaggio della “Molisana” che ha il solo torto di essersi affidata a comunicatori inefficaci e, soprattutto, ignoranti. E che ha chiesto scusa per tutto questo.
Smettiamola con questo moralismo d’accatto che fa uso della Storia un tanto al chilo. Anche perché, lo si ricordi, la storia di ogni popolo e di ogni Paese non è sempre “politically correct”.

m.p.