“La politica è una tavola imbandita dove tutti bramano di sedersi per mangiare. Qualcuno riuscirà ad entrare, altri resteranno fuori. Sarà importante, per coloro che attendono all’esterno, affamati, che i convitati all’interno, non abbiano troppa “fame”. (Si badi al ” bramano di sedersi per mangiare” e “affamati”. Le categorie sono differenti). Buon sabato anime belle…
M.P.
A volte l’ ipocrisia l’abbiamo al nostro fianco, senza accorgercene. Mangiamo insieme e dormiamo insieme a lei. “Culturalmente” (tra virgolette) parlando ritroviamo gli ipocriti nell’Inferno, Sesta bolgia, ottavo cerchio: «Là giù trovammo una gente dipinta che giva intorno assai con lenti passi, piangendo e nel sembiante stanca e vinta.» Spesso, attaccare sempre gli altri significa difendere preventivamente se stessi dalle proprie colpe e spostare il problema. Meditate!
M.P.
“Un essere perfettamente ridicolo, un punto e virgola”. Questa affermazione è di Pablo Neruda ed è l’unica confidenza reale sull’argomento, che lui fa ad un’amica, descrivendo la figlia, abbandonata dapprima da lui e poi dalla moglie, morta all’età di otto anni. I poeti troppe volte ci appaiono come esseri superiori, capaci di galoppare le trame del destino, poiché eletti e con un animo “superiore”, sensibile; ma non sempre è così. Il premio Nobel per la letteratura, romantico e pregno di poesia, amato smisuratamente dalle donne, che ha celebrato l’Amore al di sopra di ogni altra cosa, non è stato capace di amare la sua bambina, Malva, idrocefalica, morta dopo una piccola vita fatta di fame, di stenti e di abbandono. Donne, politica, poesia. I suoi versi sublimi e colanti di sentimento, possibile nascondessero un animo cinico ed egoista? Non parlerà mai di Malva; si destreggerà abilmente entro figure retoriche, ricami e note, corredo alla parola “Amore”. Vi dedico una sua poesia. Emblematica.
(Esisterà mai l’Amore, in una qualche dimensione? O sono solo scosse “idrauliche” che servono a rigenerarci?).
M.P.
Poesia “Se tu mi dimentichi” di Pablo Neruda
Voglio che sappia
una cosa.
Tu sai com’è questo:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti a poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui affondo le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne n‚ si oblia,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscir dalle mie.