Il 12 giugno rappresenta la memoria dello sfruttamento minorile.
Dal baule della verità storica estraggo i “valani”. La mia ricostruzione non ha motivo di svilire la città di Benevento, di papalina memoria, pregna di cultura, sede del premio Strega e di tante menti eccelse, nicchia aristocratica e “valorosa”, ma tant’è che fino agli anni ’70, esisteva un “mercato” non propriamente dignitoso: quello dei “valani”, o ‘ualani, dedicato ai bambini dai sette ai dodici anni. Ogni anno, il 15 agosto, giorno della Madonna dell’Assunta, nella piazza Orsini di Benevento, di fronte al Duomo, o nei pressi dell’ufficio di collocamento, avveniva la compravendita dei bambini, che venivano venduti come merce in cambio di grano e per una misera manciata di soldi. Destinati come pastori o stallieri, obbligati a compiere qualsiasi tipo di incarico il padrone (‘u mastr’) avesse richiesto.
Il “bambino” veniva prelevato l’otto settembre, giorno della natività della Madonna, che venne destinata a “protrettrice” di questi piccoli lavoratori, ironia del “buoncostume”. Le mete più certe e facili erano la Puglia e la Basilicata e i bambini giungevano a Benevento, accompagnati dai genitori, da tutta la provincia. I piccoli venivano sfruttati, messi a pane e acqua, costretti a vivere nelle stalle e non potevano rivedere la famiglia se non una volta all’anno. Cosimo, un superstite, racconta: “«Ho visto con i miei occhi il padrone che guardava nelle nostre feci. Con un pezzo di legno, cercava di capire cosa avessimo mangiato. Rovistando vide che c’erano dei semi d’uva e picchiò un bambino e poi tutti gli altri».
L’avvocato Francesco Romano, con un articolo del 1950 dal titolo: “Bambini venduti per un sacco di grano” rese di dominio pubblico quello che molti sapevano ma che nessuno osava dire. Vito, un altro bimbo valano, nel 1950 smise di andare a padrone: aveva venti anni, decise di fare il bracciante, e s’iscrisse alla Cgil. Tre anni dopo scese con il sindacato a piazza Orsini: “Riuscimmo a impedire il mercato della carne, in quel 1953, anche se ci fu ancora per molto tempo”. La sofferenza dei valani, a Castelpoto, uno dei paesi della provincia, fu lievito puro per la crescita del Pci, che si mosse per l’abolizione delle compra-vendite, ma il mercato dei valani, seppure in forma clandestina, continuò a imperversare fino alla fine degli anni ’60, quando il resto d’Italia viveva già il miracolo economico. Benevento è una città inquieta. Volevo precisare: le streghe a Benevento non sono mai esistite…le Janue si, ma erano tutt’altro! (ma questa è un’altra storia, e poi torno).
M.P.