Riflessioni di Antonio: 15 gennaio
Medici, psicologi, commentatori si affannano a spiegare i tragici motivi che hanno indotto un ragazzo sedicenne a programmare il massacro dei propri genitori. É l’eterna questione del rapporto tra l’evoluzione (?) umana e il progresso, economico e scientifico moderno. La ferocia di Saladino, di Gengis Kan e della tratta dei negri… sono espressione di degrado della mente umana più o meno grave rispetto a chi, senza sporcarsi le mani con il sangue altrui, usa la bomba atomica o il gas nervino? La ferocia, dell’uomo che si copriva con la pelle di un orso o di una tigre è più o meno grave confrontata con quella dell’uomo in “loden”? Nei miei scritti lo ho ripetuto più volte. La risposta la dava Platone 2500 anni or sono:
“Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole sino a ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffa di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una sola pianta: tirannia”.
Aveva ragione Platone! Se tutti questi paramentri non sono rispettati le tragedie aumentano e si ripetono…