Caro Renato, i giorni trascorsi a Pontelandolfo nell’agosto del 2011 rimangono vividi. Era la conferma dei dubbi giovanili, quando negli anni ’30 la Storia insegnataci nelle scuole dai governanti in carica raccontava che 1.000 falsi disertori, sprovveduti patrioti e avventurieri di professione avevano sbaragliato un agguerrito esercito formato da 50.000 soldati di professione. In prima media chiesi al professore come fu possibile un’impresa così straordinaria. Mi tacitò con poche parole: “…erano degli eroi! Non si discute…” Purtroppo, a sentire i nipotini, la fasulla storia dei “Mille”non è cambiata. Oggi si parla e si commemorano, giustamente le stragi nazi-fasciste. Delle stragi che provocarono la mancata nascita di un sentimento unitario nel popolo italiano… silenzio assoluto. Pontelandolfo “Città Martire”, Casalduni, Montefalcione, San Marco, Rignano, Bronte per i governo repubblicani non esistitono. Per sondare le conoscenze storiche dei miei interlocutori, spesso chiedevo cosa ricordava loro il nome di quei Paesi e Città: sempre la medesima risrosta “Nulla!” Tornato a Torino nell’agosto del 2011, ho nviato una lettera al sindaco in carica, sottolineando la splendida cerimonia promossa dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio in carica, per ricordare la “Città Martire”, richiamando la significativa presenza di una rappresentanza dell’Esercito Italiano. Proprio dalla città di Torino, da cui partirono le iniziative di occupazione, saccheggio e stragi di quelle popolazioni poteva nascere un tangibile riconoscimento di solidarietà e vicinanza a quelle popolazioni,. Nessuna risposta. P.S. Nel lasciare Pontelandolfo (alloggiavo vicino alla piazza centrale, in via Vittorio Emanuele III, alzando lo sguardo vidi… che il nome di quel re… era sparito! Divertito mi feci una solenne risata. Ciao Renato! Un sincero abbraccio a te e a tutti i tuoi concittadini… La vera Italia si respira proprio a Pontelandolfo… chissà
Antonio Baudino