Io, invece, la penso così:
Blocco alla cementificazione del territorio, divieto del passaggio da terreno agricolo, boschivo ad area edificabile. Prima di continuare a cementificare il territorio, per risolvere il problema abitativo occorre risanare e ristrutturare l’enorme patrimonio immobiliare obsoleto.
A ogni Provincia dovrebbe essere assegnato un esperto geologo e, se del caso, un vulcanologo. Il tecnico dovrebbe dipendere direttamente da un organismo governativo centrale e operare in piena autonomia in conformità alle direttive emanate dal centro. I tecnici dovrebbero sorvegliare i piani regolatori locali, rilevando eventuali anomalie incidenti sul territorio di competenza: costruzioni civili e industriali, ponti, viadotti, capannoni, gallerie. In base a una mappatura generale di tutto il territorio nazionale (con i mezzi attuali a disposizione la rilevazione dovrebbe già essere in atto), questi tecnici, per il controllo e la messa in sicurezza del territorio, potrebbero disporre dei rilevamenti necessari per varare un piano per la prevenzione contro le calamità naturali: allagamenti, alluvioni, smottamenti, frane, controllo dell’alveo di fiumi e torrenti, sismicità…
A questi professionisti dovrebbe essere affiancato un tecnico laureato, esperto nella tutela e conservazione dei beni archeologici, culturali e paesaggistici (geografia del paesaggio e dell’ambiente), dipendente dal Ministero dei Beni culturali. Tutte leggi e norme emanate dai vari governi dagli anni ’46 in poi, volte a modificare la legge del 1939, dovrebbero essere riviste, modificate o abolite. Sono provvedimenti e modifiche che, snaturando la legge del 1939, hanno decentrato responsabilità primarie sul controllo ambientale e paesaggistico, a Regioni e Comuni privi di competenze specifiche, condizionati o ricattati da interessate lobby o mafie locali. Dissesto idrogeologico, deturpazione del paesaggio, abusivismo edilizio, crollo di siti archeologici è la conseguenza di quest’annunciata, irresponsabile devastazione del territorio…..
.Si dovrebbe: colpire l’abusivismo edilizio senza alcuna possibilità di condono o concessioni in deroga; eseguire una supervisione delle delibere effettuate dalle Commissioni Locali di Controllo istituite nel 2009; demandare a tutti gli organismi operanti sul territorio (polizia locale, forze dell’ordine, polizie municipali…), i compiti di verifica del territorio, perseguendo penalmente i responsabili di eventuali illeciti o dei mancati accertamenti effettuati. Inoltre, ci dovrebbe essere l’obbligo, per gli enti distributori di servizi (acqua, gas, energia elettrica, telefonia, fognature, televisioni, ecc.), di richiedere preventivamente ai Comuni di competenza la regolarità catastale degli immobili per i quali sono chiesti gli allacciamenti. Tutto questo dovrebbe essere realizzato in collaborazione tra Comuni, (Province), Regioni e riguardare anche l’inquinamento e sversamento o sotterramento di materiali abusivi, inquinanti. Per attuare questo programma vi è la necessità di dare priorità assoluta a un puntuale aggiornamento del catasto urbano, dare precedenza alla banda larga, all’informatizzazione dei servizi e il collegamento in tempo reale dei vari uffici interessati. In 65 anni di repubblica si è evitato di mettere ordine a questa materia e siamo arrivati al punto in cui siamo: occupazione abusiva di terreni demaniali, distruzione di zone archeologiche, paesaggistiche, costiere. In molti Comuni, con la benevola compiacenza del potere centrale, le tenzoni politico-elettorali si svolgono proprio per favorire la speculazione edilizia, e le modifiche ai piani regolatori…
Tutto questo lo scrivevo ancora nel 2013 (pag. 223 e seguenti)
“Da Garibaldi ai Giorni Nostri”
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