25 aprile 1945: Il libro dei “Perché irrisolti”.
Non riuscirò mai a capire quale sia il motivo per cui i governanti, che si succedettero nell’amministrare questa povera Italia, abbiano riempito di fatti e storie inverosimili i libri di Storia.
Ieri ricorreva l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Io c’ero, avevo 13 anni e salutavo, con altri giovani, donne e anziani, l’arrivo della colonna anglo-americana che si di dirigeva a Trieste. Tra la folla anche un giovanotto col fazzoletto rosso al collo e un “mitra” in mano. (quanti partigiani dell’ultima ora!) I dubbi si riaccesero quarant’anni fa, quando gli impegni di lavoro mi portarono in giro per l’Italia.
Il primo Cimitero di guerra anglo-americano in cui m’imbattei fu nei pressi di Firenze: 10.489 croci! A Nettuno 7.861, più 3.095 dispersi. Poi a Ravenna, Ancona, Cassino. Nelle lapidi i nomi di caduti provenienti da ogni parte del mondo: Americani (e oriundi Italiani) Polacchi, Canadesi, Neozelandesi, Indiani, Pachistani e di tanti altri Paesi. Nel primo sbarco in Sicilia ne morirono 22.000. Altri 313.000, tra morti e dispersi, nel resto d’Italia. I 10.000 soldati e ufficiali italiani, dimenticati dalla storia, di stanza a Cefalonia ricevettero l’ordine dal comando supremo italiano (Badoglio e re Vittorio Emanuele III fuggiti eroicamente tra le braccia dei liberatori anglo-americani) di resistere all’esercito tedesco! Non ricevettero alcun aiuto! 6854 furono massacrati e i rimanenti finirono nei campi di concentramento nazisti.
A questi, che si opposero e combatterono lo stesso “nemico”, non viene riconosciuto alcun merito!
Le cronache riportano che Garibaldi, il 5 dicembre 1861 a Torino, definì i Mille “… tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra, e tranne poche eccezioni, con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto …” eppure quel migliaio di sbandati e indisciplinati combattenti, sbarcati in Sicilia, la Storia insegna che sbaragliarono un esercito formato da 50 mila soldati, ben addestrati.
Alle volte la realtà supera la favola!
Antonio Baudino