Correva l’anno 1959 e l’unico sindacato aziendale che informava i lavoratori su stipendi e pensioni, pubblicava, regolarmente, le tabelle degli aumenti di Scala Mobile. Pochi ricordano le tabelle del “Nuovo Trattamento Previdenziale Aziendale del Banco di Roma:
Ricordo che in quei tempi il nuovo Fondo Pensioni, che sostituiva la vecchia Cassa Mutua rimasta con 300 milioni di lire supersvalutate, aveva proposto d’integrare la pensione aziendale dei vecchi impiegati (entrati al Banco fin dal 1899!) di oltre il 25%. Noi giovani fummo pienamente d’accordo. In quei tempi i colleghi, tutti, potevano presentarsi candidati al Consiglio di Amministrazione del Fondo. Erano tutte persone oneste, facilmente controllare da tutto il personale del Banco. Non potevano rubare, assegnare o assegnarsi appartamenti che il fondo stava acquistando, favorire amici… e amiche negli affitti, organizzare società di comodo per lucrare sulle imprese di pulizia o, addirittura, chiedere “mazzette milionarie” a incauti palazzinari, o acquistare a prezzo pieno immobili privi di abitabilità. Dopo il 20 maggio del 1970. “Lo Statuto dei Diritti dei Sindacalisti”, le cose precipitarono, e l’ultimo “scorno” per i colleghi, fu l’acquisto “fuori tempo massimo” dell’ex Hotel du Lac, sede della D.C. del Banco, effettuato dal Fondo per mandarlo definitivamente a fondo! Tutti noi del Banco di Roma accogliemmo a braccia aperte i “nostri padri”, dalla classe 1899 in poi, per aiutarli nella loro vecchiaia. Oggi i disamministratori dei nostri risparmi, dopo una gestione demenziale e colpevole, hanno annullato i sacrifici di una vita…
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