Ricevo oggi l’avviso di convocazione dell’assemblea ordinaria del Fondo Pensione per il Personale dell’ex Banca di Roma.
Non so “che ci azzecca” (come dice l’ex magistrato Tonino) io sono solo un ex dipendente del Banco di Roma, sempre Banco di Roma, con contratto Banco di Roma, pensionato Banco di Roma il cui Fondo Pensioni, quando lo lasciai nel lontano 1989, era ancora Banco di Roma e aveva in bilancio, di solo patrimonio immobiliare, rivalutato al valore attuale in Euro, di circa un miliardo. Per mascherare la scarsa redditività del capitale investito, i miei colleghi amministratori inserivano in bilancio gli immobili al valore storico (di acquisto) Poi decisero di svenderli… e acquistare le Lehman Brothers…
Il Comitato Elettorale di questo ennesimo, sconosciuto, anonimo Fondo, diluito nel tempo da una lunga successione di società (Banco di Roma, Banca di Roma, Capitalia, accorpando una serie di altri Istituti di Credito, confluiti in parte (?) in Unicredit…) Il “mio” Fondo Pensioni Banco di Roma ha affinità con il gioco delle tre carte, o delle società offshore che confondono le idee e spariscono nel nulla. Ho ricevuto la lettera di un Consiglio di Amministrazione composto da sconosciuti, che “motu proprio” nominano uno sconosciuto Comitato Elettorale… al quale dovrei consegnare l’approvazione di un bilancio… che non è mio, non è più di quello sconosciuto Banco di Roma. Signor Presidente, Signori Consiglieri, Signori membri del Comitato Elettorale, i miei soldi sono spariti da tempo, Voi lo sapete e giustamente avete deciso di ridurmi quel poco che rimane della pensione del Bamco di Roma! Lasciatemi in pace. Dimenticaremi. Depennatemi dai Vostri registri. Le vostre giustificazioni giuridico-contabili sull’appropriazione dei miei soldi da altri sconosciuti, non mi interessano. Consideratemi morto… così potrò vivere in pace. Amen!