Alluvioni, incendi boschivi, smottamenti, slavine, tornado, mareggiate… terremoti
Delitti di Stato! No, non è vero! In Italia lo Stato non c’è, non è mai esistito! I politici non lo vogliono. Troppe responsabilità. Meglio Governi ballerini, ammucchiate inconcludenti tra diversi in modo tale da usufruire dei benefici elargiti da Montecitorio e da Palazzo Madama, evitando responsabilità dirette, e godere così di lunghi periodi di transizione nei quali prolungarci in interminabili discussioni su modifiche costituzionali, presentare leggi elettorali conflittuali, eludendo gli interessi dei cittadini. Tanto quelli non capiscono e non contano nulla. E le catastrofi naturali continuano, ci perseguitano periodicamente, anzi oggi si susseguono con frequenza e intensità maggiori, il che fa gioco. È importantissimo approvare una legge elettorale proporzionale, evitare assolutamente ballottaggio e premi di maggioranza che potrebbero assicurare un governo stabile per un’intera legislatura, e alla fine, se ha operato male, mandarlo a casa per sempre. Meglio il provvisorio, un governo incerto, in bilico… favorire le finte “baruffe chiozzotte” parlamentari e modificare i provvedimenti ad hoc già approvati da Governi provvisori precedenti… È un brutto sogno, ma si avvicina moltissimo alla realtà! Alberto Fiorillo, di Legambiente, dieci anni fa sosteneva che c’è un sottile calcolo della politica a cui “le emergenze convengono”. Si potrebbe dire che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sulle emergenze. Sono trascorsi sessant’anni dall’ultima sistematica rilevazione di una carta dei siti ad alto rischio di dissesto idrogeologico. Nel 2007 il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio si lamentava che negli ultimi trent’anni lo Stato, a causa dell’inefficienza parlamentare, aveva speso 100 miliardi per interventi dovuti a calamità naturali. Con un’azione preventiva sul territorio avremmo potuto risparmiare dal dieci al cento per cento! In quel tempo Legambiente aveva censito 13 mila punti di criticità. I ministeri si decisero di redigere la “Carta delle aree a grave rischio di disseto idrogeologico”. Comprendeva 6.633 comuni (l’81% del totale) di cui 1.492 per alluvioni; 2.023 per frane; 3.118 per alluvioni e frane.) Il 9,8% del territorio (29.517 Km quadrati) potrebbero essere devastati, e su questi (il 6,8%) le varie amministrazioni hanno autorizzato la costruzione di fabbriche, centri urbani, infrastrutture. Sono trascorsi altri dieci anni senza che i nostri politici prendano in considerazione l’emergenza delle emergenze: la sicurezza dei propri cittadini. Dal 2007 in poi abbiamo dovuto assistere a un degrado politico inusuale: Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi… governi e opposizione, saltimbanchi e parolai, nessuno ha preso in considerazione i problemi che dovrebbero assillare ogni buon padre di famiglia: sicurezza del territorio e lavoro. E così ancora morti causate dal continuo dissesto del territorio, morti e suicidi di cittadini ridotti sul lastrico per aver perso il lavoro a la loro azienda a causa dell’imbecille decisione di trasformare tutte le banche in Spa e in centri di speculazione finanziaria che oggi, in dispregio alla Costituzione, hanno punito il risparmio e abolito, di fatto, il credito al consumo.
La Corte Costituzionale ha dichiarato improponibile, addirittura incostituzionale, il “ballottaggio”. Molte democrazie mondiali, più antiche della nosta, lo adottano da sempre. Secondo questi magistrati è giusto che gruppuscoli, che godono la simpatia di molti costituzionalisti e alle elezioni raccolgono solamente il 2 – 3 – 4 – 5% del consenso popolare, abbiano accesso al Parlamento, favoriscano la formazione di ammucchiate eterogenee e con il loro ostruzionismo impediscano il regolare processo parlamentare.
Mettiamola così: è giusto e sensato che minoranze di cittadini appartenenti a piccoli movimenti d’opinione condizionino il destino di un’intera comunità? Un giorno nelle liste elettorali potremmo trovare il simbolo della bocciofila, del club di caccia e pesca o dei raccoglitori di funghi o del tartufo! Avrebbero, sicuramente, un gradimento popolare maggiore di certe liste ammesse oggi alle competizioni… ed è proprio per questa non democrazia inconcludente che il 50% degli italiani non va più a votare…
Antonio Baudino