“Attraversa l’anima”
Attraversa l’anima
come una lama
e ne sonda i paesaggi
ora mesti, ora bui
dove corvi neri come pece
gracchiano così forte
da grattarti le pareti del cuore.
Percorre deliziosi giardini
decorati da candide margherite
e scaldati da un tiepido sole primaverile.
Ma quando la sua linfa
Giunta all’apice scoppia
il foglio si macchia.
Unico tampone per tale ferita.
Charles Bukowski
“Lunga è la notte e senza tempo”
Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.
Peppino Impastato
“Mi insegni il privilegio di piangere ancora”
Mentre tu non dormirai più,
io non dormo ancora;
e non ho sonno,
ma ho alcuni piatti,
da lavare domani
e ho le cene che verranno,
cerchi alla testa
e vicini di casa;
ho dei martedì futuri da sperare;
ho mezza estate;
ho l’autostrada e l’asfalto,
anche se non portano più,
ho capito,
a vederti ridere.
Tu, dal canto tuo,
assomigli ancora ai gatti,
anche se sfuggi di più, adesso,
alle carezze di noi umani.
Mi hai insegnato,
da qualche giorno,
ad avere le spalle,
ad avere la tosse,
ad avere domani,
forse;
ad avere coraggio me lo insegni ancora;
Molte cose ho adesso,
per mano tua:
te la tengo stretta,
invisibile come ora è lei;
abbiamo incrociato le vite,
abbiamo incrociato le dita,
perché fosse breve
il male alle ossa
e andasse giù,
scorresse
veloce e diluito,
come l’ultimo
latte alle mandorle.
E ora andiamo,
ti accompagno,
come tu accompagni,
nell’essere stati qui
e oltre,
nelle nostre diverse notti;
mi insegni il privilegio
di poter piangere ancora,
di patire le mancanze,
di avere dei ricordi,
fiato per dirli,
di essere io quella che deve,
perché può,
ringraziare,
salutare,
volerti ancora e sempre
bene.
Beatrice Zerbini
“Pensando a te”
Ho creduto in sogni impossibili
abbracciato dimensioni sconosciute.
Ho sentito vibrare l’anima
e fermarsi il cuore, pensando a te.
Ho contato ore che ci separavano
ma che non ci appartenevano
sperando di trovarci uniti,
abbracciati ad un attimo fatto di noi.
Ho ascoltato il tuo immenso
per poi trovare niente
costruendo castelli di sabbia
mi sono infangata tra le onde del mare,
che tutto ha travolto e tutto si è ripreso.
Ed ora raccolgo frammenti
di ciò che speravo, di ciò in cui ho creduto
di ciò che poteva essere
di ciò che avrei voluto fosse.
Anche solo per un attimo
per un solo istante
per sentire i suoni della tua anima,
ne sarebbe valsa la pena.
Avrei voluto incrociare il tuo sguardo
passarti le mani fra i capelli
sentire l’odore della tua pelle
amarti, anche solo per un’ora.
Perché sarebbe stato amore
puro, limpido, cristallino
prezioso e forte come un diamante.
Un amore che nessuna
tempesta avrebbe spezzato.
Silvana Stremiz