Vota la solita canzone
È tutta questione di… politica.
Siamo in una situazione critica in Italia? Direi di sì, ma non è una questione esclusivamente nazionale. Penso che la situazione sia critica per il mondo intero. È sufficiente leggere le notizie che provengono dalle diverse parti del globo, sulle politiche sconsiderate verso la Natura e il pianeta, dai media che si dedicano a cose inutili e circensi (senza nessuna offesa verso la tradizione di questi grandi artisti…).
Tutto questo ci fa pensare alla nota frase di Mark Twain: “Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare“. E sembra che la nostra situazione sia un grande esempio di questa frase. Solita casta, solite facce (che hanno girato tutti i partiti in trent’anni e più di Parlamento), alcune persino mummificate (e mi sembra strano che non si sia candidata anche Ornella Vanoni, l’ultimo mausoleo della canzone italiana…), ridicole promesse certamente disattese nel post-voto, linguaggio da bar (senza nessuna offesa per i frequentatori di questo locale…).
Ecco, questa è la situazione reale. I giovani certamente non hanno nessuna intenzione di fare qualche rivoluzione per lasciare tutte le cose come stanno, come ricorda il grande Tommasi di Lampedusa. Noi più cresciuti non abbiamo certamente la forza né la voglia, anche se dovremmo fare qualcosa perché, visto come stanno le cose, non ci arriveranno le pensioni.
Quindi, la reazione più immediata sarebbe quella di non recarsi alle urne. Eppure, no. Invito tutti noi a fare non tanto il nostro dovere, ma a produrre l’esercizio della nostra disperazione! Nella speranza che non vi siano brogli elettorali. E non ne sono poi del tutto convinto.
Ricordo a tutti noi una sola cosa. Andate a navigare in Internet per scoprire gli atti parlamentari di quest’ultima legislatura. E verificate con attenzione quali sono le compagini politiche che hanno votato a favore del vitalizio. Potrebbe essere un utile criterio per poter decidere razionalmente. Tutto sommato, grazie a questo schifo etico, potrebbe rivelarsi facile scegliere.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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