Viva l’Africa!
È tutta questione di… noia.
Premessa: leggerete ciò che ho scritto, ma non sarà facile comprendere ciò che penso. Mi direte: ma, perché scrivere qualche cosa che non è chiaro, nelle sue motivazioni profonde? Vi rispondo: perché adoro Amleto da sempre, e, ogni giorno che trascorro in questa nazione, fa sì che io ami in crescendo quel personaggio, antropologicamente emblematico.
È un articolo velenoso.
Potrete credere ciecamente che io pensi quello che scrivo, considerandomi un fomentatore di odio destrorso seriale; oppure credere, altrettanto ciecamente, che io parli seriamente, diventando io stesso un odiatore, perché i cittadini italiani non riceveranno mai il trattamento dei migranti, in quanto cittadini italiani.In entrambi i casi, potrei essere frainteso. Altri, invece, potrebbero divertirsi, secondo l’antico modello cinematografico italiano della tragicommedia. Fine della premessa.
Iniziamo.
Bene, ossia male, anche se gli italiani non ne hanno ancora preso coscienza. Ma, lo sappiamo da anni, che la consapevolezza italiana, quella popolare, è in mano alla De Filippi, la D’Urso e dunque a Di Maio e Conte. Questi ultimi sono la variante para-maschile del para-cervello femminile delle due grandi artiste del nulla. In fondo, sempre di nulla si tratta.
Dopo queste premesse, facciamo il punto della situazione.
Non solo il nostro PIL è un disastro, ma la situazione diventerà drammatica in autunno; è stato prorogato lo stato di emergenza, perché rappresenta la traduzione dell’emergenza elettorale nella quale si trova questo governicchio; non crediamo certo che questa destra finta sia estranea a ciò che sta accadendo, perché siamo di fronte ad una pantomima orchestrata a palazzo, per mantenersi tutti in vita, a scapito del futuro dei vostri figli (come sapete, io sono fortunato, perché non ho messo al mondo aborti in differita); le linee guida e il caos in cui versa la scuola sono la testimonianza della competenza cerebrale femminile stallatica, rivelando la sostanza concimante di un cambiamento urlato comicamente nelle piazze, e certo realizzato nella trovata economica del Reddito di Cittadinanza. Gli esercizi commerciali sono al collasso e stanno chiudendo, per non riaprire più ovviamente, e dare dunque la possibilità ai frugali europei di trattarci come hanno fatto con la Grecia, con la differenza che per noi sarà peggio, perché nella nostra nazione i prossimi pianti popolari saranno gestiti dalla Magistratura, la quale sta dando il meglio di sé stessa (dal caso Berlusconi, taciuto in tutta la stampa, al caso Palamara, che non porterà a nulla).
Ecco una brevissima cernita e sintesi di ciò che sta avvenendo in questa Italia.
Cosa fare, specialmente rivolgendomi ai giovani, che, se rimangono qui, ripeto, sono solo aborti evolutivi.
Avrei un’idea che mi è balenata questa notte, mentre pensavo ad un argomento estivo, per rendere le future vacanze agostane (forse le ultime possibili, e vissute da incoscienti italiani…) particolarmente succose, persino nel loro preludio (a tempo di marcia funebre, si intende).
Fate un regalo ai vostri figli, di circa tremila euro. Dovrebbero essere sufficienti. Invitateli a prendere un Ryanair (che sembra essere ancora abbordabile economicamente), diretti in qualche amena cittadina nordafricana della Libia, Algeria oppure Tunisia, a loro piacimento. Una volta giunti, è necessario vadano al mare tutti i giorni, almeno per otto ore, si divertano, facciano il bagno nelle meravigliose acque del mare nostrum, e socializzino il più possibile con gli autoctoni. A tempo debito, sapranno loro stessi, in quanto giovani preparati ma frustrati, trovare il modo di imbarcarsi in qualche carretta del mare, diretti verso le coste italiane (meglio della Sicilia, rispetto alle altre). Mi raccomando: è fondamentale che portino in vacanza il loro smartphone, per inviare qualche fotografia, postabile su Instagram alla crucca Karola Rackete e alla evoluta Gretina nordica, della traversata avventurosa. In questo modo, avranno quasi assicurata una ulteriore ridondanza nel main stream, tanto cara, per esempio, alla nostra Europa amica.
Certo, durante il viaggio possono rischiare di morire, ma almeno potranno dire di averlo fatto divertendosi come se fossero in un film di Sergio Leone.
Un volta sbarcati, se si sono abbronzati bene, si saranno talmente mimetizzati con gli altri colleghi africani autoctoni che saranno prontamente inviati in qualche centro di accoglienza, e dunque spediti in qualche parte d’Italia, mantenuti a vita.
Ecco, trovato il lavoro: fisso ed assicurato.
Buone vacanze.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
Scrivi una mail a Alessandro Bertirotti