Una porzione del nostro mondo

Una porzione del nostro mondo

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È tutta questione di… evoluzione.

Con l’immaginario l’uomo proietta la propria forza al di fuori dei condizionamenti contingenti del proprio tempo e territorio, trasportandola simbolicamente in un mondo infinito e perfetto. Tutto ciò avviene nel cervello umano grazie ad una costante e continua auto-organizzazione. La stabilità del sistema viene raggiunta attraverso una tendenza alla massimizzazione della complessità, incrementata dall’equilibrio tra continuità e flessibilità.

L’immaginazione si configura dunque come una ierofania della eterna lotta contro la putrefazione della morte e del destino.

Secondo Carlo Gustav Jung, il simbolismo è una attività spontanea e connaturata dell’uomo, non riconducibile esclusivamente al problema della repressione delle pulsioni istintuali e al conseguente travestimento all’atto del loro ripresentarsi alla soglia della coscienza, come invece sosteneva la teoria della rimozione di Freud.

In questa ottica, Dio è, nella nostra tradizione biblica, il Verbo, proprio perché crea con la parola, unione di suono e gesto, il significato. Il mistero risiede proprio nel simbolo in sé, ossia nella capacità che un determinato segno, sia linguistico che analogico, possiede nel richiamare alla memoria umana qualcosa che apparentemente non è contenuto nel simbolo stesso.

È proprio l’immaginario, inteso come il luogo della progettazione umana, che acquista in questa visione un ruolo fondamentalmente cognitivo, ossia legato ad una specifica attribuzione della mente, grazie alla quale pensiamo diversamente rispetto al dato reale nel quale ci troviamo.

Umanamente_01 Il sogno è un’attività del pensiero umano che ha interessato l’Uomo fin dai primordi della civiltà. L’individuo, mediante la rappresentazione fantastica del sogno, riscrive a proprio modo la realtà quotidiana, rivivendola nella modificazione dei fatti, alla luce dei suoi desideri più intimi.

Vi sono però luoghi, tempi e situazioni in cui la cultura permette e favorisce l’espressione di questi sogni ad occhi aperti. La forza evocativa della parola nel teatro riguarda le passioni umane, la vita e la morte. L’attore telematico, nel dare vita al personaggio interpretato, deve sottrarre l’azione alla ovvietà ed alla prevedibilità.

Questo è il mondo della Chat, del Blog e dei Forum.

Ma, l’attuale Clubhouse ci sta proponendo qualcosa di Nuovo/Antico e rivoluzionario.

 

 

 

alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).