Un vagone come culla tra rovine e miseria

Ecco la Milano “smart”: un vagone come culla tra rovine e miseria

A poche fermate dal centro, una famiglia cresce il figlio su un binario abbandonato
Alberto Giannoni – Dom, 23/10/2016

Nella Milano scintillante dei grattacieli e dell’Expo, c’è un box azzurro dentro un treno arrugginito e abbandonato, fermo su un binario morto.

Fa pensare, e fa un po’ soffrire, la foto scattata durante un sopralluogo dei consiglieri comunali allo scalo ferroviario di Lambrate.

È la città più «smart» d’Italia, questa Milano. Si dice così oggi, smart, intelligente e tecnologica. E poi è veloce, sempre più locomotiva d’Italia, tanto che in poche decine concentra un’enorme fetta dell’export e della manifattura tricolore. Eppure a poche fermate di metrò da un centro che non è mai stato così cool, alla moda e di tendenza, c’è forse una famiglia che, probabilmente suo malgrado, fa crescere il suo bambino in mezzo a rottami e stracci.

Ne sono convinti i consiglieri di Forza Italia che hanno partecipato al sopralluogo: «In una zona adibita alla manutenzione dei treni ci si è presentata davanti una situazione incredibile – spiega Alessandro De Chirico, vice capogruppo azzurro in Comune – le foto sono emblematiche. E la stessa situazione, materassi eccetera, l’abbiamo vista allo scalo Farini. E allo scalo Romana altre «presenze». Ho sollevato la questione, mi rispondono che faccio polemica. In questo caso non sono nomadi secondo me, io ne ho visti tanti campi rom, sono senzatetto, disperati che dormono dentro vagoni abbandonati, tutti arrugginiti, in una situazione pericolosa, c’è anche una condizione di insicurezza, ma si fa finta di non vedere».

Lambrate non è una periferia derelitta, ma patisce l’emergenza delle occupazioni abusive. Insicurezza e degrado delle periferie sono il tema, a Milano. La sinistra prima ha sottovalutato, come se fossero solo polemiche degli avversari. Le elezioni di giugno hanno confermato che non erano «ossessioni» o «percezioni». Le periferie di Milano hanno lanciato un grido d’allarme chiarissimo nelle urne. E continuano a lanciarlo. I cittadini chiedono due cose: da un lato le divise per prevenire gli episodi criminali e dall’altro interventi contro il degrado. La gente, nelle assemblee dei quartieri, racconta i disagi del degrado ma anche lo strazio di vedere donne e bambini per strada. «È evidente che c’è un emergenza sociale – prosegue De Chirico – i centri di accoglienza sono al collasso. Ci sono italiani che dormono in auto e immigrati in stazione, le strutture sono occupate e non ci sono spazi per accogliere persone disagiate. Ovunque ci siano portici si vedono persone che cercano rifugio. Ora arriva il freddo, e queste persone dove andranno?».