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Comāera bella lāestate quando il caldo feroce non esisteva, la canicola era solo allāinferno, il solleone era uno spauracchio per tenere buoni i bambini.
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Tutto il caldo minuto per minuto
di Marcello Veneziani
21 Luglio 2023
Comāera bella lāestate quando il caldo feroce non esisteva, la canicola era solo allāinferno, il solleone era uno spauracchio per tenere buoni i bambini. Poi venne il terrorismo rosso, coi suoi bollini rossi e i suoi cartellini rossi e lo sciame di emergenze che producono sempre lo stesso invito: barricatevi in casa, eseguite le procedure indicate, rinunciate alla libertĆ per il vostro bene.
Eppure io mi ricordo comāera lāestate prima che ci fosse lāemergenza climatica.
In quel tempo al sud la principale occupazione delle giornate estive era la difesa contro il caldo, la conversazione intorno al caldo, le bevande e le consumazioni per lenire il caldo, la stasi e il rinvio di ogni attivitĆ per via del caldo; lāinsonnia e lāinappetenza a causa del caldo. Tutto il caldo minuto per minuto. Sud viene da sudare.
Cāerano le vestali del caldo, signore chiamate al mio paese Facaldone. Erano donnone chiattone dalle gambone e dalle coscione abbondanti, il viso arrossato dalla calura e sparsi segni di sudore lungo il corpo. A vederle soffrivi anche tu il caldo, emanavano calore alla distanza. Con un fazzolettone intriso di sudore, sedute a pianterreno ai bordi di una tenda appena mossa dal vento; o alle panchine della villa comunale a prendere uā frische sotto un albero. Le piĆ¹ abbienti occhieggiavano dalle persiane e dai balconi, munite di granita e di ventaglio. Erano le testimonial calienti dellāafrore, del calore, influencer del sudore.
Nellāera dellāaria incondizionata, i rimedi erano empirici: dai piedi nel bacile dāacqua fresca ai fazzoletti impregnati dāacqua e passati costantemente sul collo; dalla vita collettiva intorno alle fontane che giĆ al solo sguardo facevano star meglio, alle carovane famigliari che passavano giorno e notte al mare, tra tendoni improvvisati, piedi in acqua e cocomerate sulla spiaggia. O in campagna dove un trullo, un intreccio dāalberi, un āpareteā piĆ¹ alto, offriva ombra e refoli di vento. Vedevi individui pietrificati in posizioni innaturali e ti chiedevi il perchĆ©: zitto, ha trovato uno spiffero di vento, un poā di corrente, e se lo gode in estasi.
I balconi funzionavano alla grande dal tramonto a notte inoltrata, sovraccarichi di gente ai limiti del crollo. Notti passate al balcone in attesa del benedetto vento delle ore piccole che giungeva come una benedizione su corpi esausti dallāinsonnia e madidi di sudore. E quando arrivava ricominciavi a credere in Dio e in tutti i santi. Era vasta la comunitĆ degli insonni da caldo.
Il calore bestiale ridisegnava le topografia dei corpi e stabiliva nuove zone proibite: non i genitali ma le ascelle e i piedi. Se vedevi gente con lāalone sotto le ascelle, ti allontanavi temendo il loro afrore, minaccioso a vista dāocchio. Ma lāordigno piĆ¹ pericoloso erano i piedi: i piedi sudati, in scarpe e ciabatte affetisciute, erano unāarma letale. Toccare il corpo altrui col piede sudato era oltraggio alla dignitĆ umana. Cāerano piedi che sintetizzavano cassonetti dāimmondizia e cessi debordanti. Una forma di putrefazione dal vivo. Il piede sudato, con calzatura complice, era la Puzza proverbiale, allo stato puro, cioĆØ impuro.
Il caldo suscitava vari stati di malessere a ogni etĆ : le caldane delle mamme, la sudamina dei lattanti, il piccio dei bambini, il sangue o veleno adulto gettato a faticare, le smanie dei nonni e i loro mancamenti. Temibile lāimpasto di sudore e borotalco, sparso sul corpo allo scopo di lenire il caldo. Anche gli animali soffrivano come bestie, era tramortito il cane con la lingua extra large penzolante fino a terra, il mulo era spazientito dalle mosche e dal caldo e sferrava calci a chi si avvicinava, i gatti si lamentavano perchĆ© erano in calore, ma non solo di calore sessuale si trattava. Non vi dico le pecore con quel maglione giro collo di vera lana, o le capre con il dolce vita in piena estateā¦
La felicitĆ era un bicchierone di orzata, latte di mandorla, una granita di limone o perlomeno una bevuta dāacqua fresca da quellāotre che da noi chiamato ciccinato, frigorifero dellāantichitĆ , che teneva lāacqua fresca. Meglio ancora la bevuta alla spina, alle fontane, previo fila con spintoni perchĆ© cāera sempre chi non rispettava il turno o non spicciava mai di bere e restava attaccato alla cannella fino a che mani forzute lo sollevavano di peso. Nei giorni del calore meritavano speciale compassione gli sposi e soprattutto gli invitati ai matrimoni, vittime incolpevoli e paganti della memorabile giornata: li vedevi intabarrati nei loro costumi da festa in stato di avanzata liquefazione, mentre al bar di fronte con la canottiera e il calzoncino corto, si godevano la scena. E loro in giacca e cravatta, col cappellino e lo scialle, ostaggi del sadismo dei fotografi. E lui, la Vittima nuziale, con cravatta e polsini, giacca nera e faccia sofferente a godersi il piĆ¹ bel giorno della sua vita. I piĆ¹ provati erano i parenti venuti da Milano o dallāAlt-Italia (non ho mai capito se volessero dire Alta Italia o Altra Italia), discesi nella feroce canicola pugliese, che si aggiravano coi loro vestitini elegantini rispetto ai piĆ¹ rozzi parenti terroni. Che solagnata. La frase piĆ¹ diffusa da luglio e agosto era: si muore di caldo, cĆØ caloor. Che strano, eppure allora non cāera il surriscaldamento del pianeta.
Se eri un poā sadico e volevi godere della sofferenza altrui, ti affacciavi al campo sportivo del paese dove si giocava il torneo della canicola, che solo a citarlo ti fa andare ai sudori. Vedevi venticinque torce umane tra giocatori e terna arbitrale che compivano lāoperazione martirio, correvano sotto il sole e a ogni scatto gettavano a vista dāocchio il litro dāacqua che si erano appena tracannati. Paonazzi, puzzolenti, viscidi come anguille. Se la passavano meglio i gladiatori al Colosseo, il leone a volte fa meno male del solleone. Questo succedeva al tempo in cui non cāera terrorismo rosso nei media e nella sanitĆ sul Grande Caldo, non cāera lāemergenza climatica. In quel tempo, in estate non faceva caldo, cāera solo un gradevole tepore, una mite brezzolinaā¦
La VeritĆ ā 21 luglio 2023