Sub specie aeternitatis
È tutta questione di… consapevolezza.
Spinoza ipotizza che l’uomo, attraverso l’intelletto, possa guardare la realtà “sub specie aeternitatis“, così come la vede Dio, in maniera totalizzante e assoluta.
La ragione, dal canto suo, stabilisce soltanto corrette connessioni causali, procedendo discorsivamente, ma non giunge mai alla comprensione unitaria del reale. L’intelletto invece – operante intuitivamente – rivela che tutte quelle cause colte dalla ragione sono effetti di una causa infinita, da cui tutto deriva: Dio.
La superiorità dell’intelletto sulla ragione risiede, secondo Spinoza, nella capacità del primo di cogliere la realtà nella sua interezza attraverso un colpo d’occhio intuitivo (dal latino “intueor“, vedo), pur senza smarrire le infinite differenze che la animano.
Siamo dunque di fronte ad una visione in cui è assente l’opposizione tra ragione e fede, e il filosofo empirista inglese John Locke la riconferma, seppure con argomenti diversi rispetto a Spinoza.
Per l’empirista inglese, la ragione è infatti la facoltà in virtù della quale riusciamo a cogliere le concordanze o discordanze tra le idee, non solo tra quelle immediatamenteforniteci dai sensi (esterni ed interni) e dall’intuizione, ma anche tra quelle che in media si acquisiscono per associazione e per deduzione.
In Locke i concetti di esperienza e idea vengono messi chiaramente a fuoco. Egli intende per idea tutto ciò che sia oggetto dell’intelligenza: quando un uomo pensa, ossia tutto ciò che si intende con nozione, idea, o tutto ciò (di qualunque cosa si tratti) intorno a cui può essere impiegata la coscienza nel suo pensare.
La critica lockiana all’innatismo delle idee è la permessa fondamentale di ogni filosofare analitico, basato sull’esperienza psicologica e storica dell’umanità. Al tempo stesso è la premessa di ogni sano empirismo. Tale critica non si limita alle questioni conoscitive e scientifiche, ma riguarda ancor prima e ancor più la morale, la religione, la vita pratica, il costume, i rapporti sociali, etc.
Ecco: vi ho scritto quello che penso in questo periodo di riflessione, in vista delle prossime elezioni nazionali. E, proprio quella base delle considerazioni che avete letto, io deciderò come comportarmi il 25 settembre prossimo.
Con questo articolo, dunque, mi piacerebbe sapere cosa pensate voi, frequentatori del blog, delle mie meditazioni pre-elettorali e che sono la mia realistica risposta al tipo di campagna elettorale alla quale stiamo assistendo.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).