Stuprare funziona ancora…
È tutta questione di… educazione permanente.
Intanto, vi prego di leggere questo articolo e quindi le mie considerazioni in merito, ovviamente, se volete.
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Lo stupro di gruppo che sta creando molte polemiche in Sudafrica
Otto donne sono state violentate mentre stavano girando un video vicino a una miniera abbandonata: la polizia ha arrestato 120 persone
Un gruppo di persone manifesta davanti al tribunale di Krugersdorp contro il presunto stupro di gruppo, primo agosto (AP Photo/ Shiraaz Mohamed)-
La polizia sudafricana ha arrestato più di 120 uomini sospettati di essere coinvolti nello stupro di gruppo di otto donne che stavano lavorando sul set di un video musicale nella zona di Krugersdorp, a nord-ovest di Johannesburg, nel nord del paese. Tutti gli uomini arrestati sono “zama-zamas”, minatori irregolari che spesso provengono da paesi esteri e che in diverse occasioni sono stati accusati dalla popolazione locale di violenze e comportamenti illegali.
Quando sento affermare che siamo nel 2022, come se l’evoluzione della specie fosse qualcosa di relativamente veloce, non solo sorrido in nome dell’ignoranza che tale affermazione contiene in sé, ma mi rendo anche conto quanto sia difficile in questo periodo storico produrre un pensiero che sia frutto di scienza e conoscenza.
Inoltre, sarebbe necessario ricordare che la velocità dell’evoluzione non è assolutamente costante, come è ampiamente dimostrato dalla fisica classica. Nulla, in questo mondo, procede a velocità costante, perché le cose, come le persone e le situazioni, subiscono inevitabili accelerazioni e decelerazioni.
Quando noi crediamo di vivere nella contemporaneità, non ci rendiamo conto che stiamo parlando in modo assolutamente convenzionale, perché il concetto di contemporaneità non è applicabile alla globalizzazione nella quale siamo inseriti. Un italiano non è affatto contemporaneo, nelle sue azioni, nei suoi pensieri e nelle situazioni, a un malgascio, oppure ad un africano o australiano aborigeni. E il fatto raccontato nell’articolo dimostra esattamente questo.
Ogni forma di discriminazione che l’essere umano mette in atto non è mai legata ad una situazione in particolare, ma rappresenta l’espressione specifica di uno stile cognitivo generale, all’interno del quale le differenze sono valutate secondo la gerarchia migliore-peggiore.
In altre parole, essere diversi significa in qualche modo cercare di stabilire chi in questa diversità è migliore, rispetto a qualcun altro che è peggiore.
Abbiamo bisogno di stabilire una gerarchia di valore fra le diverse specificità, proprio perché non siamo in grado ancora, come specie umana, di gestire i paradossi che le diverse culture, nel momento in cui vengono a contatto, manifestano le une verso le altre.
In quasi tutte le culture del mondo occidentale industrializzato, gli esseri umani maschi sono considerati migliori, forti e dotati di potere, rispetto agli esseri umani femmine, deboli, fragili e in grado di procreare (quest’ultima caratteristica fisiologica è ambita e odiata nell’universo maschile occidentale, industrializzato e tribale). E non si tratta semplicemente di affermare l’esistenza di società patriarcali, ma della totale mancanza di formazione, educazione e scolarizzazione rispetto ad una serie di differenze naturali e biologiche che dovrebbero rendere il maschile e il femminile perfettamente compensati.
I singoli stati nazionali, all’interno di questo pianeta, dovrebbero quindi condurre politiche di educazione e formazione che potrei definire martellanti, rispetto a questo problema, altrimenti continueremo ad assistere a queste manifestazioni che superano persino gli atteggiamenti animaleschi più turpi (senza offendere gli animali…).
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).