Spagna: Il termine “islamista” si configura come un incitamento all’odio?
di Soeren Kern
27 aprile 2019
Pezzo in lingua originale inglese
Traduzioni di Angelita La Spada
Vox, un partito populista spagnolo in rapida ascesa, si presenta come un progetto politico socialmente conservatore volto a difendere i valori tradizionali spagnoli dalle sfide poste dalla migrazione di massa, dal multiculturalismo e dal globalismo. La dichiarazione d’intenti di Vox afferma che il partito è dedito alla democrazia costituzionale, al capitalismo di libero mercato e allo Stato di diritto. Nella foto: Santiago Abascal, presidente di Vox, partecipa a un raduno del partito, a Granata, in Spagna, il 17 aprile 2019. (Fonte dell’immagine: David Ramos/Getty Images) |
La procura spagnola avvia un’indagine penale per determinare se il segretario generale di Vox, un partito populista spagnolo in rapida ascesa, sia colpevole di incitamento all’odio per aver messo in guardia contro una “invasione islamista”.
L’istruttoria, basata su una denuncia da parte di un gruppo di attivisti musulmani, sembra finalizzata a reprimere le critiche nei confronti dell’Islam prima delle elezioni generali del 28 aprile. Più in generale, tuttavia, il caso rappresenta una minaccia potenzialmente incommensurabile all’esercizio della libertà di espressione in Spagna.
I procuratori di Valencia, la terza città più grande della Spagna, hanno detto che stanno indagando su Javier Ortega Smith, il numero due di Vox, per un presunto reato di odio, dopo aver ricevuto una denuncia da parte di un gruppo musulmano chiamato “Musulmani contro l’islamofobia” (Musulmanes Contra la Islamofobia).
Durante un comizio tenuto a Valencia il 16 settembre 2018, Ortega Smith ha dichiarato che “il nemico comune” dell’Europa è “l’invasione islamista”:
“La Spagna fa fronte a minacce da nemici interni ed esterni. I nemici interni sono perfettamente identificabili: i separatisti [catalani], gli amici dei terroristi [baschi], coloro che vogliono fare a pezzi la nostra nazione…
“I nemici esterni vogliono dirci come gestire il nostro paese (…) Angela Merkel e i suoi compagni di viaggio, George Soros, le mafie dell’immigrazione credono di poterci dire chi possa o meno entrare nel nostro paese. Esigono che le nostre imbarcazioni prendano in mare i cosiddetti naufraghi, li trasferiscano nei nostri porti e che li riempiamo di soldi. Chi pensano che siamo? Adesso basta!…
“Uniremo la nostra voce a quelle di milioni di europei che si oppongono. Queste voci dicono, lunga vita alla Germania, alla Svizzera, alla Francia, alla Gran Bretagna. Questi europei comprendono la necessità di rispettare la sovranità nazionale e l’identità nazionale. Non hanno intenzione di essere diluiti nel magma del multiculturalismo europeo.
“Insieme saremo più forti contro il nemico comune che ha un nome preciso. Non smetterò di dirlo. Il nostro nemico comune, il nemico dell’Europa, il nemico della libertà, il nemico del progresso, il nemico della democrazia, il nemico della famiglia, il nemico della vita, il nemico del futuro è chiamato invasione islamista.
“Ciò che è in gioco è ciò che comprendiamo o conosciamo come civiltà ed è gravemente minacciata. Non siamo soli. Sempre più europei si oppongono, perché nelle loro città, nelle loro strade e nei loro quartieri soffrono a causa dell’applicazione della legge della Sharia. Non sono disposti ad assistere alla distruzione delle loro cattedrali e a vederle sostituite coercitivamente con le moschee.
“Non sono disposti a far sì che le loro donne si coprano il volto con una panno nero e siano costrette a camminare dieci passi indietro – a essere trattate peggio dei cammelli. Non sono disposti a estinguere ciò che intendiamo per civiltà e per rispetto dei diritti e della libertà”.
Il fondatore del gruppo “Musulmani contro l’islamofobia”, Ibrahim Miguel Ángel Pérez, ha affermato che i commenti espressi da Ortega Smith sono “assolutamente falsi e minano la pace e la convivenza sociale incoraggiando la creazione di un’atmosfera di paura e di rifiuto delle comunità musulmane”. Pérez, un convertito spagnolo all’Islam, ha aggiunto:
“Riteniamo che il contenuto del video, che circola su internet, sia altamente allarmista e potrebbe minacciare la convivenza e la pace sociale, motivo per cui abbiamo deciso di agire, per determinare se il contenuto potrebbe costituire un presunto crimine d’odio”.
I procuratori devono ora stabilire se Ortega Smith è colpevole di un crimine d’odio come sancito nell’art. 510.1 del Codice Penale, che prevede pene detentive da uno a quattro anni per coloro che sono riconosciuti colpevoli di “fomentare pubblicamente, promuovere o incitare, direttamente o indirettamente, odio, ostilità, discriminazioni o violenze contro un gruppo […] per motivi razzisti, antisemiti o di altro genere associati all’ideologia, alla religione o alle convinzioni”.
Ortega Smith ha detto che sarebbe “felice” di spiegare ai procuratori cosa significhi “invasione islamista”, ossia “il tentativo di porre fine alle libertà, al rispetto della famiglia, della vita, delle donne e della democrazia”. Se il procuratore ritiene che vi sia un presunto crimine “non ci sarà alcun problema a spiegare che l’Europa e la Spagna stanno fronteggiando un tentativo di invasione islamista, a causa degli stessi europei e delle loro politiche errate riguardo ai confini nazionali e al loro controllo”, egli ha aggiunto.
Vox, fondato nel dicembre 2013, in risposta alla degenerazione del conservatorismo spagnolo, ha subito un’impennata di consensi nei sondaggi – in larga misura perché sta colmando un vuoto politico creato dal Partito popolare (Pp) di centro-destra, che nei recenti anni ha virato a sinistra ed è stato accusato da molti elettori spagnoli di aver abbandonato il suo ruolo di portabandiera dei valori conservatori.
Spesso deriso dall’establishment mediatico e politico spagnolo come partito di “estrema destra”, Vox non calza il tradizionale paradigma sinistra-destra. Durante le elezioni regionali in Andalusia, nel dicembre del 2018, ad esempio, Vox è stato catapultato nel parlamento andaluso dagli elettori di tutti gli schieramenti politici: il 45 per cento di chi ha votato per Vox nel 2018 appoggiava il Pp nel 2015; un altro 15 per cento degli elettori di Vox aveva in precedenza appoggiato il Partito di centro Ciudadanos; e un clamoroso 15 per cento dell’elettorato di Vox precedentemente aveva optato per i partiti di centro-sinistra e di estrema sinistra.
Vox (che prende il nome da una parola latina che significa “voce”) si presenta come un progetto politico socialmente conservatore volto a difendere i valori tradizionali spagnoli dalle sfide poste dalla migrazione di massa, dal multiculturalismo e dal globalismo. La dichiarazione d’intenti di Vox afferma che il partito è dedito alla democrazia costituzionale, al capitalismo di libero mercato e allo Stato di diritto. In politica estera, Vox è pro-Israele, filo-americano e pro-NATO. I leader del partito hanno chiesto alla Spagna di raddoppiare la propria spesa per la difesa per far fronte agli impegni assunti nei confronti dell’alleanza transatlantica. In politica interna, la priorità dichiarata da Vox è quella di attuare riforme costituzionali volte a evitare la disgregazione territoriale della Spagna a causa delle minacce del nazionalismo basco e del separatismo catalano.
Il crescente fascino di Vox si basa anche sul fatto che è l’unico partito politico in Spagna a eludere la correttezza politica. I leader di Vox parlano con una franchezza e una assertività inusuali da tempo nella Spagna multiculturale.
“Non siamo né un partito fascista né di estrema destra, non mangiamo bambini né siamo totalitari”, ha di recente dichiarato Ortega Smith in un’intervista al programma televisivo Espejo Público. “Siamo l’unico partito che difende la Costituzione e la democrazia [contro i separatisti catalani]”.
Vox potrebbe essere definito “civilizzazionista”, un termine coniato dallo storico Daniel Pipes per descrivere i partiti che “amano la cultura tradizionale dell’Europa e dell’Occidente e vogliono difenderla dall’assalto dei migranti aiutati dalla sinistra”. In un saggio titolato “I partiti civilizzazionisti europei”, Pipes ha scritto:
“I partiti civilizzazionisti sono populisti, contrari all’immigrazione e all’islamizzazione. Essere populisti significa nutrire risentimento verso il sistema e sospetti verso una élite che ignora o denigra tali preoccupazioni. …
“I partiti civilizzazionisti, guidati dalla Lega italiana, sono contrari all’immigrazione, cercando di controllare, ridurre e persino invertire l’immigrazione degli ultimi decenni, in particolare quella di musulmani e africani. Questi due gruppi si distinguono non a causa del pregiudizio (“l’islamofobia” o il razzismo), ma per il fatto che sono meno assimilabili degli stranieri per una serie di problemi a essi associati, come l’attività lavorativa e criminale e per timore che essi imporranno la loro visione all’Europa.
“Infine, questi partiti sono contrari all’islamizzazione. Man mano che gli europei imparano a conoscere la legge islamica (la Shari’a) focalizzano sempre più l’attenzione sul suo ruolo rispetto alle questioni riguardanti le donne, come l’uso del niqab e del burqa, la poligamia, i taharrush (gli assalti sessuali di massa), i delitti d’onore e le mutilazioni genitali femminili. Altri motivi di preoccupazione riguardano l’atteggiamento dei musulmani nei confronti dei non musulmani, tra cui la cristofobia e la giudeofobia, la violenza jihadista e l’insistenza con cui si sottolinea che l’Islam gode di uno status privilegiato nei confronti delle altre religioni”.
Dalla creazione di Vox, i leader del partito hanno messo in guardia contro l’islamizzazione strisciante. Nel dicembre 2014, il presidente di Vox Santiago Abascal criticò la decisione del governo spagnolo di approvare una legge che promuove l’Islam nelle scuole pubbliche spagnole. In un saggio dal titolo “Cavallo di Troia”, Abascal ha scritto che il governo concede un “privilegio pericoloso” all’Islam:
“Lo Stato spagnolo sta permettendo alla comunità musulmana di predicare nelle scuole e proporre Maometto come esempio. (…) Questa legge, secondo gli esperti, è stata elaborata nella sua interezza dai capi della comunità musulmana in Spagna, e il ministero competente ha effettuato pochi controlli. La legge sorprende per il suo carattere nettamente confessionale in ciascuno dei suoi articoli, e sviluppa una vocazione proselitista, coprendo con tolleranza gli aspetti più controversi di un rigoroso sistema teocratico. La controversa predicazione degli imam nelle nostre moschee, che spesso sconfina nel criminale, è ben nota. E noi tutti siamo a conoscenza della mancanza di libertà, o addirittura delle persecuzioni dirette, subite dalle donne e dai cristiani nei paesi islamici, mentre qui godono della generosità caratteristica della libertà, della democrazia e della reciprocità, tutte cose che negano sistematicamente. …
“Sappiamo già che una parte del mondo occidentale è determinata a suicidarsi e molti governi sanno che, a tal fine, devono distruggere le loro stesse fondamenta. Il bellissimo multiculturalismo del mito progressista – riflesso in sciocchezze come l’Alleanza delle Civiltà o i falsi concetti di convivenza pacifica delle ‘Tre Culture’ in al-Andalus – è alimentato soprattutto dal disprezzo per la propria cultura. Il miglior alleato dell’intolleranza è il relativismo di coloro che non hanno principi.
“Oggi, dobbiamo affrontare due fondamentalismi che, come stiamo vedendo, sono alleati: l’islamismo e il laicismo radicale. Ogni giorno, sembrano meno in contrapposizione tra loro e più complementari”.
Dopo che i membri della comunità musulmana hanno accusato Abascal di essere “antidemocratico”, “islamofobico” e “reazionario”, Abascal ha così replicato:
“È alquanto curioso che la Commissione islamica spagnola mi accusa di cercare di ‘creare una confusione permanente’ identificando la dimensione politica dell’Islam con la dimensione religiosa, quando, appunto, la combinazione dell’ambito religioso e di quello politico è così palesemente essenziale nel mondo musulmano. Vale la pena ricordare a questo proposito che, mentre la nostra civiltà cristiana è stata costruita proprio sulla separazione tra l’ambito politico e quello religioso, non si può dire lo stesso della vostra. …
“Ovviamente, non tutti coloro che professano l’Islam condividono le espressioni più estreme dell’intolleranza islamista né sostengono il terrorismo; ma è anche vero che il fallimento del multiculturalismo è chiaramente visibile in tutta Europa. Ribadisco che esistono civiltà migliori e peggiori, una visione che sono certo che condividete. Come ho detto, metterle tutte allo stesso livello sta solo aprendo la strada alla barbarie.
“Infine: voi fate riferimento al ‘mito’ dell’invasione (suppongo che riguardi l’anno 711), prova storica che sembrate dubitare, in linea con il revisionismo storico più oscuro. Noi spagnoli, tuttavia, sappiamo molto bene che tale ‘mito’ è una incontestabile realtà storica, per cui dobbiamo ringraziare la creazione di un profondo senso di identità nazionale forgiato in otto secoli di lotta per riprenderci la patria dei nostri antenati”.
In un’intervista dell’agosto 2017, giorni dopo gli attacchi jihadisti a Barcellona e nei pressi di Cambrils, in cui 14 persone rimasero uccise e più di 130 ferite, ad Abascal fu chiesto se la Spagna fosse in guerra. Replicò come segue:
Risposta: “Siamo in una guerra globale. Ci hanno dichiarato guerra. Non è una guerra tra eserciti regolari. È una guerra distinta e molto differente dalle guerre che abbiamo conosciuto fino ad oggi. È una guerra globale contro l’Islam radicale”.
Domanda: “La Spagna è responsabile? Gli spagnoli sono responsabili? Gli europei sono responsabili? Dobbiamo chiedere perdono per qualcosa?”
Risposta: “Coloro che devono chiedere perdono sono i politici per la loro incapacità di proteggerci. I politici sono colpevoli per aver accettato la massiccia invasione islamica, per non aver valutato l’importanza dei confini, per aver fornito ai migranti l’assistenza economica pagata dai contribuenti spagnoli”.
Domanda: “Siamo responsabili delle persone che non vedono altra opzione se non quella di immolarsi?”
Risposta: “Siamo responsabili perché vogliono ucciderci?”
Domanda: “Un deputato del partito di estrema sinistra Podemos ha detto che dobbiamo assumerci la responsabilità”.
Risposta: “Non siamo responsabili. I miei figli non sono responsabili. Non accetterò che i miei figli debbano inchinarsi verso la Mecca. Non accetterò che le mie figlie siano costrette a indossare il velo. Se all’estrema sinistra piacciono questi tipi, faccia pure. Se a loro piacciono questi jihadisti dovrebbero invitarli a casa loro e costringere le loro figlie a indossare il velo. Questi politici non hanno il coraggio di difendere i nostri confini e non hanno il coraggio di difendere gli spagnoli”.
Domanda: “Che ne pensa dell’islamofobia?”
Risposta: “Il pericolo è l’islamofilia. Sono stanco di questa costante preoccupazione per l’islamofobia. I musulmani non affrontano persecuzioni in Spagna. Non mi piace che i musulmani non siano in grado di fare una distinzione tra religione e politica. Non mi piace il modo in cui trattano le donne. Non mi piace il loro concetto di libertà. Non mi piace. E per dire questo vengo definito un islamofobo. Posso criticare un comunista e non mi accusano di essere un comunistafobo. Se critico i separatisti, non mi chiamano separatistofobo. Ma se critico un musulmano perché non mi piace la loro visione del mondo, mi chiamano islamofobo.
In un’intervista radiofonica del novembre 2018, Abascal ha commentato il crescente sostegno popolare per Vox:
“Sono molto consapevole della responsabilità che ci stiamo assumendo. Sempre più persone si fidano di noi. La gente è amareggiata perché delusa da altri partiti. Noi siamo stati in grado di entrare in contatto con persone che dicono nelle loro case le stesse cose che affermano pubblicamente. Questa è la chiave del grande sostegno che stiano ottenendo. Sappiamo che le persone che partecipano ai nostri incontri non lo fanno per Vox, ma perché sono preoccupate per il paese e perché non ci vergogniamo di parlare della Spagna.
“Vox non si vergona di usare parole come ‘Reconquista’. In larga misura, il successo che stiamo raccogliendo è dovuto al fatto che abbiamo recuperato parole che sembravano vietate. In una prospettiva storica, la Reconquista non è una cosa negativa. Al contrario, abbiamo evitato l’islamizzazione e viviamo in libertà”.
Ibrahim Miguel Ángel Pérez, l’uomo che ha denunciato Ortega Smith alla procura spagnola, afferma di essere impegnato a consegnare alla giustizia coloro che, a suo dire, “rivolgono discorsi d’odio contro l’Islam”. Pérez, che ha sposato una donna marocchina prima di convertirsi all’Islam, è un membro del partito di estrema sinistra Podemos. Si è vantato degli sforzi compiuti per far chiudere gli account di decine e decine di persone che sui social media hanno criticato l’Islam.
Un blogger di nome “Elentir” ha scritto quanto segue in merito al significato delle accuse di crimine d’odio mosse contro Ortega Smith:
“Da tempo la sinistra tiene due pesi e due misure riguardo alle questioni religiose: promuove l’odio verso il Cristianesimo, definendolo retrogrado e macho, mentre è amichevole nei confronti dell’Islam.
“Con la stessa facilità con cui ti accusano di ‘micro-machismo’ se fai dei complimenti a una donna, la sinistra difende l’uso del velo islamico e non osa criticare le atroci discriminazioni a cui vengono sottoposte le donne nei paesi musulmani.
“Mentre qui in Occidente la sinistra fa tutto il possibile per sradicare il nostro retaggio cristiano, la sinistra ritiene che sia rispettabile che ci siano paesi che hanno l’Islam come religione ufficiale e che trattano le minoranze religiose come cittadini di seconda classe o addirittura le sottopongano a persecuzioni.
“Allo stesso modo, la sinistra difende ogni offesa gratuita, anche la più orrenda, contro i cristiani come ‘libertà di espressione’. Allo stesso tempo, il mero fatto di criticare l’Islam viene etichettato come ‘islamofobia’.
“Va notato, che Ortega ha parlato di ‘islamista’, un aggettivo usato per riferirsi all’estremismo islamico.
“A quanto pare, ora non vogliono solo che smettiamo di criticare l’Islam: non vogliono che ci opponiamo alla versione più estrema. Il 4 aprile, molti media hanno riportato la notizia che la Procura indagherà su Ortega per verificare se sussiste un tale ‘crimine d’odio’.
“Vale a dire che le risorse pubbliche saranno utilizzate per indagare se una persona ha avuto l’audacia di interferire con l’Islam.
“Questa è ancora la Spagna o siamo in Iran?
“Era prevedibile che prima o poi alcuni musulmani avrebbero cercato di trasferire in Spagna un ambiente di intolleranza a qualsiasi critica nei confronti dell’Islam come quello che esiste nella maggior parte dei paesi islamici.
“Quando un’associazione musulmana cerca di censurare una critica all’islamismo, la sinistra politica e mediatica rimane in silenzio come una tomba. E c’è di più: ieri, i media progressisti hanno caricato il loro inchiostro non contro l’associazione denunciante, ma contro il politico denunciato.
“Ogni volta che l’Associazione degli avvocati cristiani fa una denuncia contro atti di cristianofobia, i media di sinistra parlano di un ‘gruppo ultra-cattolico’. Ieri, nessun progressista ha usato il termine ‘gruppo ultra-islamico’ per definire un’organizzazione che sta cercando di pregiudicare il diritto di criticare l’islamismo.
“Piuttosto, la notizia sembrava fosse destinata a dare l’impressione che il semplice fatto di essere indagato dalla Procura rende già Ortega colpevole. Nessuna presunzione di innocenza, nessuna libertà di espressione o tolleranza. Quando si parla di Islam la sinistra cambia il relativista ‘tutto è permesso’ in un autoritario ‘chiudi la bocca’”.
Intanto, il sostegno popolare per Vox è più elevato che mai, secondo il Centro de Investigaciones Sociológicas, CIS, un istituto di ricerca spagnolo. Da un recente sondaggio è emerso che Vox è proiettato a ottenere circa il 12 per cento dei consensi nelle prossime elezioni generali del 28 aprile. Vox guadagnerebbe tra i 29 e i 37 seggi nel nuovo parlamento, facendo sì che il partito assuma una posizione influente in ogni potenziale coalizione governativa di centro-destra.
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.