Soliti Nipoti Rai?
È tutta questione di… trasparenza.
Per anni sono stato ospite di una trasmissione, questa su Radio Rai Uno, condotta in modo magistrale dalla ormai amica, Annalisa Manduca, visto che le voci radiofoniche da sempre diventano compagne di viaggio e di vita.
Ho sempre ammirato la professionalità e l’impegno da parte della redazione e della conduttrice, appunto verso un prodotto ben curato. Direi anche utile ai cittadini, con importanti approfondimenti su argomenti di attualità.
Gli ascoltatori da sempre hanno manifestato consensi verso Life, questo è il nome della trasmissione. Per testimoniarlo voglio segnalare l’opinione di una fedele ascoltatrice presa a campione: “Salve, per tutti coloro che come me seguono Annalisa da anni a Radio Uno: vi sembra giusto che Life, un programma interessante, condotto con garbo e professionalità, tanta passione sia stato confinato alla domenica mattina, presto, e non sia più in onda a metà mattinata, tutti i giorni? Penso proprio di no! Io non ci sto, soprattutto se sostituito dal nulla! Vi invito a mandare, come ho fatto io, una mail di protesta a life@rai.it. Se siete d’accordo con me per fare ritornare la nostra Annalisa ad un appuntamento quotidiano e in un orario accessibile a tutti. In Italia è sempre così: si lavora contro la bravura e la professionalità di pochi per premiare la cialtroneria! Annalisa Manduca, a mio giudizio, è una delle poche giornaliste e presentatrici (aggiungo artista) sempre rimasta vera e semplice. Una vera e propria professionista. Lunga vita a Rai Radio Uno!”.
Non posso certo sindacare i motivi che hanno portato la dirigenza a prendere una simile decisione, ma esprimo tuttavia la mia perplessità, specialmente per un motivo sostanziale. Una emittente pubblica dovrebbe, fra le altre cose, avere a cuore la salute dei propri radioascoltatori, che in questo caso sono persino cittadini italiani. Cittadini che, con la trovata del canone in bolletta, sono pagatori spontanei del canone Rai. In effetti, anni addietro, la Rai aveva come obiettivo questa priorità. Poi, con l’avvento della commercializzazione nella comunicazione, grazie alle reti private, anche la Rai, per sopravvivere (diciamo così…), ha dovuto adeguarsi.
Il sospetto, ancora una volta, è che per lasciare posto a qualche nipote, si sia dovuto fare uno dei soliti cambiamenti. Così, amici e parenti continuano ad arrivare alla meta, a discapito di chi ha fatto una gavetta e quel posto se lo è meritato, con l’impegno e la professionalità.
Se esiste un progetto editoriale che giustifica una scelta di questo genere, nulla da obiettare. Sarebbe utile, proprio come persone dotate di ingegno e volontà, riuscire a saperlo, tanto per farsi una ragione ulteriore sul declino voluto di questa nazione. Dunque, se qualcuno dei funzionari di Mamma Rai volesse rispondermi sarei felice di ascoltare o leggere.
Grazie e andiamo avanti così… tanto anche questo lo paghiamo noi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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