Si ignora il genocidio dei cristiani in Nigeria

La comunità internazionale ignora il genocidio dei cristiani in Nigeria

di Raymond Ibrahim 17 luglio 2018

Pezzo in lingua originale inglese: International Community Ignores Genocide of Christians in Nigeria
Traduzioni di Angelita La Spada

Questi ultimi attacchi portano il bilancio delle vittime cristiane a oltre 6mila dall’inizio del 2018.

“Gli islamisti del nord della Nigeria sembrano determinati a trasformare la Nigeria in un sultanato islamico e a rimpiazzare la democrazia liberale con la sharia come ideologia nazionale. L’obiettivo è quello di soppiantare la Costituzione con la sharia come fonte di legislazione.” – Forum nazionale degli anziani cristiani, un’ala dell’Associazione cristiana della Nigeria.

Il governo nigeriano e la comunità internazionale, tuttavia, fin dall’inizio hanno fatto ben poco per affrontare la situazione. Questa mancanza di partecipazione non è sorprendente: non riescono nemmeno a riconoscere le sue radici, ossia l’intollerante ideologia del jihad.

In quello che l’Associazione cristiana della Nigeria definisce un “genocidio puro”, altri 238 cristiani sono stati uccisi e un certo numero di chiese sono state profanate dai musulmani alla fine di giugno, in questo paese dell’Africa occidentale. Questi ultimi attacchi portano il bilancio delle vittime cristiane a oltre 6mila dall’inizio del 2018.

Secondo una dichiarazione congiunta dell’Associazione cristiana, un’organizzazione ombrello di diverse confessioni cristiane, “non c’è dubbio che l’unico scopo di questi attacchi sia la pulizia etnica, l’appropriazione di terre e la rimozione forzata degli autoctoni cristiani dalla terra dei loro antenati e dalle loro radici”.

La dichiarazione ha condannato i recenti attacchi, “in cui più di 200 persone sono state brutalmente uccise e le nostre chiese distrutte senza alcun intervento da parte delle agenzie di sicurezza, nonostante le numerose richieste d’aiuto loro fatte”.

La nota congiunta aggiunge che la maggior parte dei 6mila cristiani massacrati quest’anno erano “principalmente bambini e anziani. (…) Ciò che sta accedendo in (…) Nigeria è genocidio puro e deve essere immediatamente fermato”.

I dettagli dell’uccisione di queste migliaia di persone, sebbene raramente riportati, sono spesso raccapriccianti: molti cristiani sono stati fatti a pezzi o decapitati con il machete; altri sono stati bruciati vivi (rinchiusi nelle chiese o nelle abitazioni); e le donne vengono spesso molestate o stuprate prima di essere massacrate.

Sia il governo nigeriano sia quello americano hanno a lungo cercato di presentare questo annoso jihad come una disputa territoriale tra ricchi (chiaramente sempre cristiani) e poveri (ovviamente sempre musulmani).

Nel 2012, ad esempio, il presidente Bill Clinton affermò che la “disuguaglianza” e la “povertà” sono “ciò che alimenta tutte queste cose” (le “cose” sono un riferimento al massacro dei cristiani in corso in Nigeria). L’ex sottosegretario di Stato americano per gli Affari africani, Johnnie Carson, dopo un attentato a una chiesa nigeriana avvenuto il giorno di Pasqua del 2012 in cui morirono 39 fedeli, disse che voleva “cogliere l’occasione per sottolineare un punto chiave, ossia che la religione non alimenta la violenza estremista”. Secondo quanto riferito, l’amministrazione Obama acconsentì a investire 600 milioni di dollari in una iniziativa USAID lanciata per accertare le “vere cause” dei disordini e delle violenze in Nigeria – che ovviamente sono di natura socio-economica, e a quanto pare mai religiosa.

Ma nella sua recente dichiarazione, l’Associazione cristiana della Nigeria nega queste affermazioni. Dopo aver detto che il governo nigeriano – il quale presenta gli attacchi come scontri tra agricoltori e pastori – consente sempre ai responsabili delle stragi di “farla franca”, l’associazione chiede:

“Come può essere uno scontro quando un gruppo [i musulmani] continua ad attaccare, uccidere, mutilare e distruggere, e l’altro gruppo [i cristiani] viene costantemente ucciso, mutilato e i loro luoghi di culto distrutti? Come può essere uno scontro quando i pastori cacciano gli agricoltori nei loro villaggi/comunità e gli agricoltori scappano per salvarsi la vita?”

Il 2 maggio, il Forum nazionale degli anziani cristiani – un’ala dell’Associazione cristiana della Nigeria i cui membri hanno un’età media di 75 anni e provengono dalle sei zone geopolitiche della Nigeria – si è incontrato con l’Alta commissione britannica nel tentativo di ricevere sostegno. (Alcuni giorni prima dell’incontro, circa 30 pastori musulmani avevano preso d’assalto una chiesa durante la messa mattutina e ucciso una ventina di parrocchiani e due sacerdoti.) Ecco, in sintesi, le questioni sollevate dal gruppo:

È chiaro agli anziani cristiani che il JIHAD è stato lanciato in Nigeria dagli islamisti del nord della Nigeria, con a capo il gruppo etnico dei Fulani [i “pastori”]. Questo jihad si basa sulla dottrina dell’odio insegnata nelle moschee e nelle madrasse nel nord della Nigeria, nonché sull’ideologia suprematista dei Fulani. Usando tanto il jihad convenzionale (violento) quanto quello furtivo (civiltà), gli islamisti del nord della Nigeria sembrano determinati a trasformare la Nigeria in un sultanato islamico e a rimpiazzare la democrazia liberale con la sharia come ideologia nazionale. L’obiettivo è ovviamente quello di soppiantare la Costituzione con la sharia come fonte di legislazione. L’attuale Costituzione del 1999 è contaminata da una duplice ideologia conflittuale di democrazia e sharia. Ci sono alcuni valori che non sono negoziabili in una società pluralistica e sembra che i sostenitori del Califfato non rispettino questo. Una Nigeria basata su due ideologie non può essere la Nigeria dei nostri sogni. Vogliamo una Nigeria, dove i cittadini siano trattati equamente davanti alla legge a tutti i livelli. (…) Dato che i cristiani costituiscono oltre il 50 per cento della popolazione nigeriana, l’obiettivo degli islamisti è quello di creare gravi conflitti i quali, se non sono controllati, rischiano di degenerare in un’altra guerra civile. Già, gli islamisti stanno uccidendo i cristiani rimanendo impuniti e distruggono i vulnerabili luoghi di culto dei cristiani e le loro comunità a un ritmo allarmante e disumano.

Il fatto che 6mila cristiani “per lo più bambini, donne e anziani”, siano stati massacrati solo nei primi sei mesi di quest’anno induce a pensare che la violenza si intensifica solo se non viene controllata. Questa è la storia della persecuzione operata dai musulmani in Nigeria ai danni dei cristiani.

Agli stessi pastori musulmani c’è voluto il triplo del tempo (un anno e mezzo, tra dicembre 2013 e luglio 2015), ad esempio, per massacrare complessivamente 1.484 cristiani (532 uomini, 507 donne e 445 bambini), ferire gravemente 2.388 cristiani (1.069 uomini, 817 donne e 502 bambini) e per incendiare o distruggere 171 chiese.

Il governo nigeriano e la comunità internazionale, tuttavia, fin dall’inizio hanno fatto ben poco per affrontare la situazione. Questa mancanza di partecipazione non è sorprendente: non riescono nemmeno a riconoscere le sue radici, ossia l’intollerante ideologia del jihad. Di conseguenza, il bilancio delle vittime cristiane non ha fatto che aumentare – e probabilmente continuerà a crescere in modo esponenziale – fino al momento in cui questa realtà non sarà soltanto riconosciuta, ma anche affrontata.

NIGERIA

Raymond Ibrahim è autore di Crucified Again: Exposing Islam’s New War in Christians (pubblicato dalla casa editrice Regnery in collaborazione con il Gatestone Institute, nell’aprile 2013),