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Se la cultura trasloca a destra
āLa cultura. La destra ce lāha, la sinistra lāha smarritaā. Eā il titolo sorprendente di un articolo spiazzante, non conformista, firmato da Domenico De Masi sulla rivista mensile del Fatto quotidiano, MillenniuM, diretta da Peter Gomez. Eā uscita ieri nelle edicole ed ĆØ dedicata alla destra al governo, con piĆ¹ articoli e interviste; copertina su Giorgia Meloni, definita la Signora degli anelli. Eā la prima inchiesta culturale a piĆ¹ voci e piĆ¹ livelli compiuta da una rivista non certo di destra che affronta con serietĆ e obiettivitĆ il retroterra culturale della destra andata al potere. Tra tanti pregiudizi sommari, squalifiche apriori, soliti cori sul nazifascismo e tanta puzza sotto il naso, ti imbatti in una rivista che invece prende sul serio le radici culturali della destra di governo; perfino piĆ¹ di quanto anche a destra si faccia.
Andiamo con ordine. De Masi ĆØ un sociologo di larga fama, intellettuale di spicco, autore di saggi e ricerche di spessore, da qualche anno indicato come lāintellettuale di riferimento del Movimento Cinque Stelle. Si definisce senza mezzi termini di sinistra, e potrei aggiungere di sinistra radicale, non liberal o snob. De Masi legge opere e autori di destra, li legge sul serio, non si limita a denigrarli; anzi riconosce lo spessore di alcuni di loro, ne apprezza le argomentazioni e lo stile, pur essendo agli antipodi, e mostra di conoscerli a fondo, non tramite dicerie, fuggevoli articoli o interviste ma attraverso le loro opere. De Masi esordisce scrivendo: āQuasi trentāanni fa in un libro intitolato Sinistra e destra Marcello Veneziani denunziava che la sinistra aveva creato un cordone sanitario intorno alle case editrici, alla stampa, alle riflessioni della destra, impedendo una dialettica feconda tra le due culture. A mio avviso la recente conquista del governo da parte di Fratelli dāItalia dimostra che quel cordone sanitario ha danneggiato soprattutto la sinistraā E dopo unāanalisi comparativa tra le culture e gli autori di destra e la sinistra aggiunge: āIl complesso di inferioritĆ culturale ha fatto bene alla destra perchĆ© lāha spinta a recuperare il ritardo mentre il complesso di superioritĆ affossava la sinistra, inducendola a cullarsi sui suoi allori. Se ora la sinistra ha perso le elezioni, la ragione forse piĆ¹ imperdonabile sta proprio nel suo ostinato atteggiamento di boriosa, intollerante, spocchiosa supponenza culturale nei confronti della destra. Questa superbia lāha tratta in inganno inducendola a snobbare la produzione intellettuale della destraā E conclude. āoggi molti militanti di sinistra non sanno cosa ha scritto Gramsci mentre molti militanti di destra sanno cosa ha scritto Evolaā.
De Masi, come Luca Ricolfi, riconosce āla boria dei dottiā, per dirla con Vico, ovvero āla spocchiosa supponenzaā della sinistra, che disprezza senza leggere gli autori di destra e confina la destra nella barbarie piĆ¹ rozza, rifiutandosi di capirne le idee e i valori. De Masi elogia il libro della Meloni Io sono Giorgia e ne coglie non poche aperture positive.
Eā toccato a me, āintellettuale di destraā, in un confronto on line organizzato da MillenniuM, pur condividendo la tesi di fondo di De Masi, dover ridimensionare la visione idilliaca del rapporto tra politica e cultura a destra; in realtĆ la cultura non ha mai avuto onorata cittadinanza in ambito politico di destra, ha prevalso lāindifferenza o lāinsofferenza, pur ostentando allāoccorrenza ricchi alberi genealogici nel proprio album di famiglia. Un poā dāaraldica, nessuna strategia culturale. Bisogna pure aggiungere che molti autori della grande cultura di destra sono intraducibili in politica: autori come Julius Evola, Enrst Junger o Yukio Mishima non offrono sbocchi politici ma solitudini eroiche, passaggi al bosco, rifiuto della societĆ di massa e del realismo politico.
Il fascicolo si sofferma su due autori: Roger Scruton, il filosofo conservatore britannico eletto a guida della svolta conservatrice della Meloni; un nome spendibile anche perchĆ© estraneo alla storia continentale e italiana, dove ĆØ facile ridurre tutto al fascismo e paraggi. Scruton ĆØ di altra estrazione, ĆØ anglosassone. E J.R.R.Tolkien, lāautore del Signore degli Anelli che, con la Storia infinita di Michael Ende, ĆØ riferimento ricorrente dei meloniani, come si puĆ² vedere nel suo libro e nella festa politica di Atreju. In realtĆ la scoperta di Tolkien e degli Hobbit a destra avvenne agli inizi degli anni settanta con la traduzione dellāopera grazie a ElĆ©mire Zolla e Alfredo Cattabiani; fu un modo per fuoruscire dal clima feroce degli anni di piombo, dalla furente contrapposizione storico-politica tra fascisti e antifascisti; una comunitĆ assediata ed emarginata riparava in un mondo mitico, favoloso, letterario. Eroic Fantasy.
I grandi autori della cultura di destra hanno molto circolato nellāarea di destra, in quel vivace arcipelago di riviste, associazioni e case editrici; ma ĆØ stata scarsa lāosmosi col mondo politico. Una caduta nella rivista del Fatto ĆØ invece lāinchiesta di Gianni Barbacetto che rivanga le nefaste e surreali connessioni tra intellettuali di destra e terrorismo, e rispolvera il nesso tra Pino Rauti, il politico-intellettuale di destra, col terrorismo nero. Nesso inesistente, cosƬ rivelatosi anche sul piano giudiziario. Sostenere questa tesi sarebbe come stabilire un nesso tra un Pietro Ingrao, per citare un esponente piĆ¹ radicale del Pci, e il terrorismo rosso. Fantasia paranoicaā¦
Resta perĆ² sorprendente e spiazzante leggere su una rivista non certo vicina alla destra e al governo Meloni, queste analisi serie e non faziose sulla Meloni e la cultura della destra. E lāonesta critica dellāarrogante ignoranza del clero intellettuale, politico e mediatico di sinistra in tema di cultura di destra. Qualcosa di nuovo si muove nellāastioso e immobile clima nostrano?
La VeritĆ ā 11 dicembre 2022